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Paolo Interdonato: spari d’inchiostro a salve su Andrea La Provitera e Nicolò Storai

La rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano. Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore.
di Giorgio Messina
Se c’è da sbucciare un’arancia per qualcuno non mi tiro mai indietro. La vitamina C favorisce l’onestà intellettuale. E se c’è da sbucciare un’arancia per Andrea
Succede che nella noia bloggesca ferragostana delle nuvolette disegnate, Paolo Interdonato, pseudocritico del fumettomondo, molto radical e poco chic, noto ai più come Spari d’Inchiostro, intellighenzia del fumetto fattosi uomo, barba, anarchia bollita e penna sparalesta, si inventi un libro che non esiste: Amy Winehouse – Fatta di Musica di Andrea
Ovviamente il fuoco di sbarramento di Spari d’Inchiostro, la vera “anema e core” dell’operazione “intellighente”, è nella recensione del libro fasullo. Scrive Interdonato:
«Mi sono stupito allora quando, sul banco dell’ultima feltrinelli visitata prima di valicare il confine nazionale per le meritate vacanze, ho trovato un libro a fumetti che ne racconta la vita, la morte e le opere (di Amy Winehouse – ndr). Lo fa in modo frammentario, indicando puntualmente gli alti e i bassi di una vita consumata in fretta, tra eccessi e sofferenza.
Gli instant book sono libri costruiti al volo da editori rapaci che innestano carta nelle viscere ancora calde di un cadavere fresco. Vengono scritti in un paio di notti insonni da professionisti della tastiera che non temono google, gli strafalcioni e le ripetizioni. Farli a fumetti è più difficile, perché il prodotto richiede tempi di disegno che, se compressi troppo, si traducono in pagine tirate via. E mica tutti possono permettersele.»
Alla fine ne esce fuori invece solo un modestissimo “anema e cozze” servito in sciapa salsa Interdonato. Il resto è pesca della paranza e per ammiccare agli amici del giro. In fondo il buontempone che ha anche lui intravisto il libro in autogrill o nella Feltrinelli sotto casa si trova sempre a reggere il gioco. Lo “scherzo” è presto smascherato. Il giorno dopo, gli Spari d’Inchiostro, con la scusa di buttare acqua per spegnere l’incendio, si trasformano invece in benzina sul fuoco. Interdonato esce allo scoperto ammettendo che si è trattata della «recensione di un libro che non esiste. E’ un tentativo di satira e, anche, un esperimento.» Continua l’autore della zingarata formato blog in stile “amici miei” (ma in solitaria visto che gli amici sono rimasti a casa a fare le grigliate di ferragosto):
«Ho recensito un libro che non mi interesserebbe, edito da una casa editrice che reputo progettualmente agghiacciante, scritto disegnato e prefato da gente il cui lavoro preferisco ignorare.
Ho trovato quella copertina in un buzz di google e mi sono stupito a chiedermi come avessero fatto a produrlo in tempi così compressi. Poi ho capito che era un fake e ho riso, alle lacrime, per un quarto d’ora. Poi mi è venuta voglia di immaginarmi cosa ne avrebbe potuto scrivere un recensore di graphic novel.
E’ venuta fuori una cosa strana:
un libro chiaramente merdoso,
edito con approccio mangiacadaveri,
realizzato da professionisti che, almeno in quel caso, si dimostrerebbero disposti a molto, se non a tutto, pur di avere un libro con il loro nome in copertina,
recensito da un critico pompinaro che non ha paura di spendere le parole arte, poesia e onirismo, parlando di merda (che descrive puntualmente, enfatizzando la sua mertitudine).
Ieri, mentre cercavo di fare satira, ho fatto – incosapevolmente – un esperimento.»
Ovviamente Interdonato cerca di allontanare da sé la paternità della bufala. Così ci propina la narrativa del “fake” già bello e pronto trovato casualmente in un anfratto della rete che gli ha suggerito la presunta goliardata al sapore di buzz di Google (ci sono cose che voi umani non potete nemmeno immaginare). Interdonato cerca a questo punto anche di smorzare le polemiche ricevute mettendo in piedi anche una chiave di lettura fintamente autoironica. In fondo anche lui stava facendo satira della critica di settore inscenando un “critico pompinaro”. Certo. Come no. Peccato che la difesa d’ufficio dell’ironia e dell’autoironia crolli miseramente su queste precedenti parole: «disegnato e prefato da gente il cui lavoro preferisco ignorare». E Interdonato preferisce ignorare questa “gente” a tal punto che ne fa addirittura oggetto di satira. Insomma un esempio da manuale di superiorità che genera la perculata. Ti ignoro a tal punto che ti prendo pure in giro. Certo. Come no. E noi abbiamo l’anello al naso così il cacciatore che usa gli Spari d’Inchiostro ci può prendere meglio in catene e mostrarci fiero come fiere alla fiera dell’Est.
Storai e
A chiudere la sparata d’inchiostro basterebbe dire che Storai e
E chi segue Fumetto d’Autore sa bene che qui non siamo mai stati di mano leggera con Beccogiallo, ma qualsiasi nostro rilievo è sempre stato improntato alla cavalleria rusticana e al confronto. Inventarsi un libro che non esiste alla maniera di Interdonato per attaccare editori e autori con la scusa di fare satira fa venire voglia di sbucciare un’arancia. Come già detto, la vitamina C favorisce l’onestà intellettuale. E rende invulnerabili agli spari d’inchiostro a salve.
Ps: Chissà come mai in questo caso non si parla dell’uso di metodi paralogici che hanno creato l’antisemitismo. Forse perché Storai e
Pps: L’iniziativa di Interdonato non ha mancato di suscitare l’ilarità della Rockstar del Fumetto Italiano. Perché si sa, siamo tutti Recchioni con il buon nome degli altri.
Ppps: i due "ps" precedenti erano tutta satira, casomai non si fosse capito.