- Categoria: Autori e Anteprime
- Scritto da Giorgio Borroni
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L'Intervista - Paul Izzo, sceneggiatore per tutti i gusti
Oggi, qui in esclusiva su Fumetto d’Autore ho il piacere di intervistare un fumettista a 360 gradi, che può vantare esperienze che vanno dalla pubblicazione indipendente su web fino a collaborazioni con una testata del calibro di Diabolik.
Ladies and Gentlemen, ecco a voi… Paul izzo!
FdA: Benvenuto su FdA, Paul, tolgo subito ogni indugio e ti chiedo così a bruciapelo… perché il nome d’arte? Hai sempre pubblicato firmandoti così?
Ciao a tutti e grazie a te e a FdA per l'interessamento al mio lavoro. Ho sempre firmato le mie opere come Paul Izzo che banalmente non è altro che la storpiatura del mio cognome ma fa più glamour. Il motivo per cui l'ho scelto, come da tradizione, non si può svelare, o dovrei poi uccidere tutti come il buon Frank Castle.
FdA: Raccontaci dei tuoi esordi e degli anni di Verticomics: a cosa è dovuta la scelta di puntare sul Web?
Era il 2010, finito il corso di sceneggiatura mi sono guardato intorno e ho notato il forte interesse per i famosi webcomic, grazie al passaparola di alcuni amici ho cominciato a scrivere per Verticalismi (ora Verticomics) storie brevi e spesso autoconclusive che per me erano una palestra nella quale allenarmi, provando anche a sperimentare su generi diversi. Poi è arrivata l'idea di Viole(n)T Hill dove ho coordinato oltre 50 artisti, alcuni stranieri e altri di molto famosi, che è stata una sorta di consacrazione.
FdA: ti sei formato come sceneggiatore, quali sono i generi che scrivi più volentieri?
Noir, fantascienza, fantasy e come il mio personaggio Azarov, l'Orso di Kodiak, edito su The Steams della Noise Press, commedia travestita però da action. Ma la scommessa è riuscire a scriverli tutti i generi.
FdA: Appare innegabile che oggi nel fumetto italiano il livello grafico sia notevole, ma spesso si lamenta la scarsezza di buone storie…cosa pensi che renda una storia a fumetti buona?
Bella domanda, per quanto insidiosa, credo sia la capacità di emozionare e di far immedesimare il lettore che in tal modo può vivere la storia, inoltre la capacità di narrare le storie con la giusta atmosfera e fluidità.
FdA: Una sceneggiatura che hai nel cassetto e una che invece hai nel cestino della carta straccia…domanda sadica per farmi gli affari tuoi, naturalmente
Quella di THUG TEAM e di Trasparente, due opere diverse, un action con sfumature sulle questioni razziali e l'altra, all'opposto, è una storia intimista ambientata in Italia ai giorni nostri, tutte e due mi piacerebbe vederle realizzate insieme al disegnatore Alessandro Germani, un puro talento. Nella spazzatura in verità ne ho una che sarebbe dovuta uscire come numero tre di una serie da edicola che è stata fermata al numero due ed è praticamente impossibile riutilizzare.
FdA: su quale personaggio a fumetti esistente ti piacerebbe mettere le mani e che genere di storia scriveresti?
Ce ne sono tanti, te ne dico due: uno famoso a livello internazionale che è Hellboy (meglio se in compagnia del Bureau) in Italia e l'altro un vero pilastro nazionale, ovvero Nathan Never. Per quest'ultimo mi piacerebbe lavorare su una storia “a solo” fuori continuity con un taglio molto violento e crudo.
FdA: La tua più grossa soddisfazione e la tua più cocente delusione (sempre per farmi allegramente gli affari tuoi!)
Ovviamente non posso che citare il mio amato “figlio” Ernest Egg, il famoso Cacciatore di Leggende, creato editorialmente come un diario di Viaggio con Stefano Bosi Fioravanti, che è stato un progetto in crowdfunding finanziato per il 140% del goal e che ha dato il là alla realizzazione di un corto animato in stop motion che ha ottenuto un grande successo e che mi ha fatto entrare nel “magico mondo” del cinema, approfitto per annunciare che stiamo lavorando alla sceneggiatura del lungometraggio.
FdA: Emergere come sceneggiatore è davvero complicatissimo, come hai trovato la prima volta un disegnatore che appoggiasse il tuo progetto?
Ce ne sono stati diversi, conosciuti in rete via Facebook o grazie al portale di Verticalismi, che hanno apprezzato le mie storie, con alcuni collaboro ancora oggi come Andrea Manfredini, Federico Peteliko e il mio partner in crime, Marco Della Verde, scrittore, anima di Mokapop e letterista indefesso.
FdA: Hai qualche rituale quando scrivi? Parlaci del processo che va dall’ispirazione alla storia conclusa.
Di solito prendo degli appunti su carta, poi preparo dei layout sui quali poi costruisco le scene che passerò poi al disegnatore per dargli una (mia) idea precisa di come impostare la regia di una tavola, quasi sempre il tutto viene accompagnato con della musica in sottofondo che mi inspiri nelle atmosfere della storia, non ho generi preferiti per quanto riguardo l'ascolto da scrittura, per il resto sono un vecchio Bboy.
FdA: Stai naufragando con tutta la tua collezione di fumetti… hai spazio per portarne solo 3 nella scialuppa, quale porti?
Crudele,! Oggi (e solo per poco) ti direi questi: Scalped, B.P.R.D., Sandman... ma 3 è un numero davvero piccolo.
FdA: A quale progetto stai lavorando ora?
Ernest Egg, sul film come detto e sul secondo libro, alla promozione di InScena, altro libro illustrato che esce in questi giorni per Lavieri Edizioni, a un Graphic Novel che dovrebbe uscire a fine del 2018 e a un progetto segreto per ora che dovrebbe portarmi in edicola (e stavolta è il primo numero). Il tutto mentre continuo a portare ogni due mesi al web le (dis)avventure de Lo Scarafaggio su Ronin Magazine. Poi ci sono altre cose a cui sto lavorando che però ancora sono premature da annunciare.
Ringrazio Paul per la sua disponibilità, e vi invito a tenerlo d’occhio perché se il mio quinto senso e mezzo non mi inganna… credo che questo autore ci riservi moltissime sorprese in futuro!