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CVD ovvero lobbying e premi nel fumettomondo

Moleskine #38
Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore.
Il lettore mi perdonerà se inizio questo articolo con un "come volevasi dimostrare" (da ora in poi CVD). Mi perdonerà altresì doppiamente il lettore se continerò autocitandomi. So che l'autocitazione nei migliori manuali di comunicazione di massa non è cosa indicata come giornalisticamente elegante, ma il risottolineare quanto scritto già in passato ha in questo caso una valenza propedeutica rispetto al CVD di cui sopra.
Nell'analisi dei Gran Premi assegnato a Fullcomics avevo adombrato l'ipotesi che l'unità di intenti in giuria tra i due "Think Tank", ovvero Michele Ginevra e Matteo Stefanelli, avesse indirizzato l'assegnazione di premi verso precisi titoli e autori appartenenti alla loro "area". Ginevra sosteneva che a Fullcomics c'era un "premio per tutti". Io ebbi a scrivere sulla questione: «c’è un “premio per tutti”, ma per tutti coloro che rientrano soprattutto nei gusti di Ginevra e Stefanelli». E siccome si sa che il tempo è galantuomo, CVD, arriva la "conferma" di quanto da me sostenuto.
All'autore Massimo Colella, in arte Quasimai, era stato assegnato il Gran Premio Fullcomis nella categoria "Miglior Fumetto Digitale". Colella per festeggiare il successo, sul suo blog ha scritto così:
«Matteo Stefanelli mi comunica che "In fondo in fondo", la scrollata che realizzai l'anno scorso per Coreingrapho, è stata premiata come "miglior fumetto digitale italiano" al FullComics 2011.
Questo è probabilmente il mio primo e ultimo premio della mia carriera fumettistica, allora me lo tengo stretto. Un grazie a Matteo per il suo lobbying in mio favore ed agli altri membri della giuria.»
A memoria non ricordo un ringraziamento di questo tipo da parte di un autore dopo un premio ricevuto fatto ad personam ad un membro della giuria.
Si, lo so, a questo punto non mancherà il lettore attento pronto a fare notare che questa esternazione del Colella è una battuta, magari ingenua, vieppiù frutto dell'euforia della vittoria, ma dalle parti mie si dice anche che scherzando scherzando si finisce poi per dire quel fondo di verità che non si potrebbe dire in altra maniera.
Ma no problem, non tema il lettore attento e il Colella disattento, CVD, anche questa battuta fa parte del gioco dei premi del fumetto. Quelli in cui vincono gli amici dei giurati che fanno lobbying. O come funziona? Non conta più la meritocrazia nell'assegnare i premi ma l'affiliazione alla lobby giusta?
Una cosa è certa, il fumettomondo può fare di meglio e soprattutto può fare a meno di certi personaggi nelle giurie dei suoi premi.