di Alessandro Bottero

Un editoriale? No. Una precisazione, o meglio  "il punto di vista del direttore su un caso specifico" o meglio ancora "un corsivo".

E siamo a due. Anche Mauro Uzzeo ha espresso le sue perplessità sul fatto che un sito chiamato Fumetto d’Autore si permetta di esprimere perplessità circa un progetto "autoriale":  Mi riferisco alle considerazioni espresse da Claudio Valenti in calce alla notizia del prossimo progetto cinematografico di Gipi. Uzzeo esprime il suo dispiacere perchè «un sito che si fregia del nome “Fumetto d’autore” non abbia una linea editoriale che ne rimarchi il suo significato».

Ma Uzzeo arriva da buon secondo, visto che il primo a porsi questo dubbio è stato Matteo Sefanelli nei commenti al post di Gipi pubblicato sul suo blog in risposta alla nostra news.

Stefanelli diceva in quell'occasione: «mettiamola così: l'Italia (anche del fumetto) a volte è davvero sorprendente. Che un sito che si chiama fumettodautore consideri negativamente un "film autoriale", accusandolo di "incantenarsi in una ristretta cerchia d'elite",  va - sinceramente - al di là della mia comprensione».

Come è possibile che un sito che si chiama FUMETTO D’AUTORE, si ponga in questo modo verso un AUTORE? Non è comprensibile. Allora – pare evidente - siamo in contraddizione con nostro nome, no?

Siamo su Fumetto d’AUTORE, e quindi qui degli AUTORI si deve parlare solo bene. Sennò i nomi che ci stanno a fare?

Ottimo. Io apprezzo questa cura lessicale, e questa attenzione al corretto uso delle parole.

E sono altresì sicuro che Uzzeo e Stefanelli porranno la stessa domanda (nei loro blog) anche ai seguenti siti:

-MANGAforever, quando parleranno di fumetti o cose che NON sono manga

-COMICUS, quando parleranno di cose o fumetti che non sono americani

-Lo spazio BIANCO, quando parleranno di cose o fumetti a COLORI.

Fino a qual momento però, permettetemi di prendere poco sul serio queste critiche.

Io la crusca la prendo per i problemi intestinali.