Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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L'Editoriale » Giornalismo Online 03: E le fonti? Eh? Le fonti???????

giornalismo_minidi Alessandro Bottero

Rieccomi. Vi sono mancato? Non rispondete subito, e ricordate che un “no” non è carino. Come promesso ecco un’altra puntata del Corso di Giornalismo per diventare tutti provetti giornalisti online, e fare la bella vita (o perlomeno provare a farsi regalare i volumi alle mostre mercato, promettendo recensioni).

Abbiamo detto cosa sia il giornalismo, e abbiamo detto come si riportano le notizie. Oggi due paroline sulle fonti. Anticamente un giornalista doveva dimostrare al capo redattore che le cose che scriveva erano basate su fonti sicure. Se non avevi le cosiddette “Pezze d’appoggio”, il tuo non era giornalismo. Nel migliore dei casi era un “commento di opinione”. Nel peggiore “balle della peggior specie”. Le fonti sono tutto, e le fonti vanno citate. O meglio, chiariamoci. Il giornalista ha il diritto di non rivelare le proprie fonti. Questo spesso la gente se lo scorda. Un giornalista ha il diritto di non rivelare le proprie fonti confidenziali. Non per niente si chiamano appunto “fonti confidenziali”. Allora che vuol dire, che posso non citare la fonte della notizia che riporto? Esatto. È possibile NON citarla, ma solo se la fonte è una fonte confidenziale, ossia se io giornalista ho ricevuto una notizia da un qualcuno che non vuole essere citato. Cosa devo fare io giornalista? Devo CONTROLLARE la notizia, prima di diffonderla, così da poter dire a chi me la contesta “ho ricevuto questa notizia da una fonte che vuole restare confidenziale. Poi ho CONTROLLATO la notizia, a mio parere i riscontri oggettivi la confermano, quindi la pubblico. Se tu sei convinto che invece sia falsa sei TU che devi dimostrare che è falsa. Oppure se vuoi costringermi a rivelare la mia fonte, citami in tribunale.”. Ma fintanto che un tribunale non mi obbliga a rivelare le mie fonti confidenziali, io giornalista ho il diritto di non dire in pubblico da dove mi arrivano notizie confidenziali.

Facciamo un esempio concreto applicato al mondo del fumetto. Io ricevo una confidenza in via del tutto privata per cui XXX lascia il lavoro che faceva per l’editore Pinco e passerà all’editore Caio. È una fonte confidenziale, che vuole restare anonima. Cosa lecita e legittima. Io CONTROLLO la notizia e arrivo alla conclusione che è fondata. La pubblico. Qualcuno si alza storto e mi dice “eh no Bottero! Ora devi dirci chi è la fonte!”. La mia risposta è “Tessera di giornalista numero XXXXX. Rispetto delle fonti confidenziali. Attaccati al tram. Se sei convinto che dica fesserie, indaga e sbugiardami. Altrimenti puppa.” Vabbé, magari non direi proprio così, ma il senso è quello.

Abbiamo quindi visto come non ci sia un obbligo di rivelare sempre e comunque le proprie fonti.

Ma quando le fonti sono pubbliche? Allora è buona creanza, e deontologia citarle. E adesso passiamo nello specifico al mondo di Internet.

È il caso di sfatare una leggenda. Non è vero che le cose che si trovano su Internet siano prive di copyright, a meno che non sia detto il contrario. No. È esattamente l’opposto. Tutto quello che si trova su Internet è sotto copyright, a meno che non si dica esplicitamente il contrario. Ad esempio, tutto quello che si pubblica su Facebook (tutto, capito?) diventa , in base al contratto di servizio che ogni utente di Facebook stipula con Facebook, proprietà di Facebook, e quindi anche copyright di Facebook. Per assurdo, se io mettessi un mio romanzo inedito su Facebook, quello diventerebbe proprietà di Facebook. E se poi io lo stampassi e lo vendessi, Facebook potrebbe darmi dei fastidi, perché ho usato una cosa che è diventata, in un certo senso, sua.

Comunque, a parte questi casi estremi e bizzarri (e poi uno si chiede perché non pubblico mai nulla su Facebook…) ma reali, se vi andate a leggere con attenzione le norme del vostro contratto di servizio con i vari social network, il fatto è che i testi che trovate in giro per la rete su blog, siti, e altro hanno un copyright, quello dei loro autori.

MA…..perché c’è un ma…MA questo NON significa che non sia possibile usarli. Come? Mi spiego. Qui si parla di uso non direttamente commerciale, ovvio. In cosa consiste il diritto d’autore, di cui il copyright è l’espressione più immediata? Consiste in una serie di diritti che lo stato X riconosce per legge all’autore dell’opera Y. Tra questi il diritto alla paternità dell’opera, il diritto di attribuzione, e il diritto di sfruttamento commerciale. Mettendo da parte quest’ultimo, il diritto d’autore è salvo se io riconosco che lo scritto X è opera dell’autore Y, ed attribuisco chiaramente lo scritto X all’autore Y presentandolo ad altri. Ossia, riconosco la PATERNITA’ dell’opera, e gli do la giusta ATTRIBUZIONE. Fatto questo io posso prendere testi ovunque, e nessuno , fintanto che pubblica suoi testi in spazi ad accesso pubblico, può impedirmi di usarli.

Spesso alcuni miei editoriali vengono presentati in altri siti che raccolgono notizie sul fumetto. La cosa accade, e non è che mi devono chiedere permesso. Una volta che dicono DOVE hanno preso il testo, e una volta che dicono chiaramente CHI sia l’autore del testo possono farlo benissimo. E come si può fare con me, si può fare con qualsiasi testo ed articolo, o riflessione che la gente pubblica sui suoi blog, o suo suoi siti.

Le uniche regole da rispettare sono dire DA DOVE si è preso quel testo, e CHI sia l’autore. Fatto questo non è necessario o doveroso chiedere “permesso”. Se lo volete fare, fatelo. Ma se non lo fate non siete “maleducati” o “state rubando i miei testi”.  Se si citano fonti ed autore, non si ruba nulla. Quindi proibire questo o quello è inutile. Internet è di per sé il luogo del continuo scambio di notizie, e la cosa è positiva. Infatti quanto più un testo circola, quante più persone lo leggono.

Riepilogando

Le fonti sono una cosa molto seria. I giornalisti non hanno alcun obbligo di rivelare la fonte delle notizie che ricevono in via confidenziale.  Devono però avere l’accortezza di controllare la fondatezza delle notizie che gli arrivano, prima di pubblicarle. Se la notizia è fondata, allora lasciate pure strepitare quelli che vi accusano di non rivelare le fonti. Nel 90% dei casi gli rode che non ci sono arrivati prima loro, oppure avevano un interesse personale nel tenere celata la notizia che invece avete dato.

I testi che si trovano su Internet in luoghi ad accesso pubblico sono a priori sotto copyright, ma nel caso di un utilizzo non commerciale il copyright è salvo dicendo da dove sono presi, e chi ne sia l’autore. Se dite queste cose, nessuno può accusarvi di rubare nulla.

Non è possibile proibire ad altri di usare i testi che io pubblico in spazi su Internet ad accesso pubblico (e questo vale anche per i commenti alle discussioni su blog, siti e forum),

Non è necessario chiedere un permesso ufficiale o un’approvazione per usare testi pubblicati in spazi ad accesso pubblico.

Quindi, la sintesi è: una volta che si cita il Link di origine e l’autore del pezzo (nel caso di testi senza attribuzione basta il link di riferimento), è possibile citare qualsiasi testo.

PS. In questo gioco di rimandi da link a link, il problema è riuscire a risalire all’origine, ossia a chi ha effettivamente creato il pezzo. E se lungo la catena qualcuno non rispetta le regole, chi viene dopo non è in grado di capirlo.

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