di Matilde Losani. Tutti vorremmo una seconda possibilità, ma solo ad alcuni viene offerta, a volte contro la propria volontà. Akira Natsume ha sempre vissuto una vita da spettatore, incapace di interagire con il mondo esterno e di determinare il proprio destino. Chiede aiuto al suo fratellone, che in passato ha affrontato le sue stesse problematiche e da cui apprende che il cambiamento è possibile solo dopo aver compiuto il primo passo. Peccato che il “primo passo” ha condotto il giovane studente verso lo scontro diretto con un camion, determinandone la morte … quantomeno quella fisica. Sebbene al momento resti ignoto ad opera di chi, in quali circostanze e con quale obiettivo, si scopre che il cervello di Akira (e, conseguentemente, tutti i suoi ricordi, la sua personalità e le sue capacità) viene trasposto in un sofisticato computer contenuto all'interno di una valigetta super resistente, contesa tra i buoni (la polizia) e i cattivi (bande criminali). L'incontro dell'intelligenza artificiale portatile con la poliziotta (un po' “combinaguai” ...) Minami Uezono e la sua compagna androide Alma sarà la causa del risveglio (dopo ben 16 anni) di Akira, catapultato nella Tokyo dell'anno 2030, dove violenza, morte, attacchi terroristici e povertà sembrano essere diventati pane quotidiano. Eccola, dunque, la seconda chance: l'inconcludente adolescente saprà riscattare se stesso mettendo al servizio della collettività le proprie doti? Nelle tematiche il racconto sembra richiamare quelle del quasi contemporaneo film “Trascendence” (2014), in cui Johnny Depp interpreta un ricercatore ucciso da terroristi anti-tecnologici ed il cui cervello viene “caricato” su un computer dalla moglie. Tuttavia, se lo spunto narrativo può apparire il medesimo, il manga suggerisce degli sviluppi completamente diversi e – personalmente – ritengo anche più avvincenti.

EX-ARM Disegni di Shin-ya Komi e storia di HiRock, Edizioni Star Comics, b/n, sovracopertina, Euro 5,90.