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Emanon (Planet Manga)
Due recensioni per voi da Matilde Losani
I VIAGGI DI EMANON, storia di Shinji Kajio, disegni di Kenji Tsuruta; sovracoperta, € 12,90, pubblicato da Planet Manga.
È riapparsa Emanon ... non so dove, non so quando, ma non è importante: ciò che conta veramente è che anche questa volta lei sia riuscita a lasciare un segno del suo passaggio nella mia vita e in quella di tutti quelli che verranno. Aveva una missione precisa da portare a termine, quindi, almeno questa non ha avuto molto tempo da dedicarmi, ma la sua “apparizione” è stata evanescente quanto deliziosa. È disarmante come lei si mostri agli altri nella sua nudità con assoluta naturalezza e senza traccia di malizia nei suoi occhi o nei suoi gesti. Sa di essere un unicum con questo mondo, per cui di cosa essere imbarazzata? Tuttavia, nella sua sicurezza, per la prima volta, ho intravisto un’incrinatura non appena è riemersa nella sua memoria l’esistenza – a suo dire, anomala - di un fratello gemello, lasciato alle cure di un istituto alla tenera di 4 anni. Ed è stata proprio lei a portarlo lì, lei che aveva la stessa età, ma che aveva dentro di sé l’irrefrenabile istinto di viaggiare, per cui qualunque legame familiare avrebbe rappresentato un ostacolo alla realizzazione si se stessa. Emanon vuole incontrarlo e, poi, continuare a viaggiare, perché è l’istinto primordiale a cui non può voltare le spalle.
LE MEMORIE DI EMANON Storia di Shinji Kajio, Disegni di Kenji Tsuruta.
Come è mia abitudine fare, ormai, da molto tempo, stavo gironzolando tra gli scaffali della mia libreria preferita (secondo voi qual è? eh eh...); un rito che, di solito, mi portava a isolarmi completamente sia dai clienti che dai commessi, instaurando un magico rapporto solo con i libri in esposizione. A volte attirata da una copertina, una parola o semplicemente dall’odore particolare della carta stampata, quando istintivamente mi girai e incrociai lo sguardo di una ragazza, quasi un inciampo nell’aria che mi distolse dal mio solito giro fra i miei amati libri.
La ragazza non dice nulla, ma percepisco qualcosa, come un invisibile messaggio che posso udire solo io, il mio cervello coglie l’invito ad andare con lei. Saluto, stavolta, distrattamente, i librai, tanto quei due sanno che torno sempre, e incomincio a seguire quella morbida camminata, gestualità che mi sono familiari ma che non mi danno ulteriori certezza sull’identità di quella ragazza. Lentamente attraversiamo la strada, il suo riflesso sulle vetrine non mi causa inquietudine, conosco quelle forme e il suo profilo mi è amico; arriviamo ad un bar, mi fa cenno di entrare, non lo dice ma so che ha pagato per entrambe qualcosa da bere...
Incurante dei divieti o, forse, perché non ci sono altri avventori, si accende una sigaretta. Il mio sguardo sgomento la fa sorridere ed inizia il suo racconto. Ha una voce suadente e musicale. Resto incantata. Mi parla dei suoi ricordi, lo fa con passione osservandomi con quei suoi occhi così...così pieni di riflessi e lacrime, io ascolto attenta, con la sensazione di poterla interrompere, per proseguire da sola, come se li conoscessi e a un certo punto, quasi a confermarlo, nei suoi racconti ci sono anch’io. Più lei racconta, più io sono sconvolta... Termina e rimane in silenzio. Mi sorride. Sento il bisogno di sciacquarmi il viso; non è possibile che quello che mi sta raccontando sia la verità. Passano solo pochi minuti, ma quando torno al tavolino con ancora la fresca umidità dell’acqua, lei è sparita. Solo un biglietto sotto il mio bicchiere “Good morning! Good bye! Emanon”. Chissà se incontrerò nuovamente quegli occhi. E voi, avete mai conosciuto Emanon?