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Di ritardi, lettere, e colpe varie
di Alessandro Bottero
Un editoriale? No. Una precisazione, o meglio "il punto di vista del direttore su un caso specifico" o meglio ancora "un corsivo".
Questo corsivo si riferisce a questi articoli:
Lettere al Direttore » Alastor distribuisce i titoli Lion preferenzialmente nel suo circuito
Lettere al Direttore » Alastor, Lion, Pegasus e StarShop, il quadrilatero no?
Lettere al Direttore » parola al titolare dello Star Shop di Ostia
Lettere al Direttore » le scuse del lettore e i chiarimenti di Pegasus e Star Shop
La questione posta da Andrea Fabris con la sua lettera in cui riportava l’esperienza di un disservizio pare essersi conclusa. Andrea aveva scritto alla redazione del nostro e di altri siti di informazione per dare voce ad un suo problema. Da questo è scaturito uno scambio di mail che ha poi portato ad una chiarificazione. Ufficialmente oggi pare che il problema di Andrea sia dipeso da un problema interno al negozio da lui frequentato e non da decisioni prese da altri. Il gestore della fumetteria Star Shop di Ostia ha detto che la responsabilità è sua, che probabilmente ha calibrato male i tempi di ordine dei volumi Lion, e poi non ha seguito la cosa come avrebbe dovuto. Bene. Tutti contenti?
No. Non sono affatto contento. E non lo sono per una serie di motivi.
1 - esiste una figura sovrana da cui, nei fatti, dipende l’esistenza di tutti, ossia il lettore. Senza lettori, editori, distributori, autori, rockstar dei blog, e siti sui fumetti non esistono. Se nessuno comprasse fumetti chi li pubblica, chi li distribuisce, chi li scrive, chi li disegna, chi ne parla sul web, non avrebbe niente da fare. Quindi, nei fatti, i lettori sono la figura più importante. Un po’ come i cittadini e i prefetti. Se non ci fossero i cittadini, i prefetti su chi prefetterebbero? Per cui alzarsi e pretendere rispetto perché “lei deve dire Signora Prefetto, ha capito?” è da ridicoli. E credo che ci siamo capiti. Se poi un lettore non solo è lettore, ma segue le regole stabilite nel rendere pubblica una lamentela, ossia non si limita al mugugno indistinto dei forum o dei blog, e manda esplicitamente una lettera firmata con nome e cognome, e non con un nick o con un “lo staff di…”, allora il rispetto deve essere doppio.
2 – se si vuole essere giornalisti o se si pensa di fare giornalismo, quando un lettore ti manda una lettera all’indirizzo ufficiale della redazione la si DEVE pubblicare. Sei giornali di carta possono avere il limite dello spazio, un sito di informazione non ha nemmeno questo albi. Le pagine in cui i lettori scrivono ai giornali esistono. Le ha Repubblica, il Corriere della Sera, il Messagero, Avvenire il Giornale, Libero,La Gazzetta dello Sport. Ossia i lettori scrivono ei giornali pubblicano. E nessuno si sente offeso. Spesso le lettere restano senza risposta, perché l’importante non è rispondere. L’importante è dare “voce ai lettori”. Poi si vedrà
3 – solo noi abbiamo dato voce al lettore. Gli altri siti se ne sono ampiamente fregati, nonostante abbiamo letto in copia tutto il carteggio che noi invece abbiamo pubblicato, e la cosa ancora una volta non depone a favore del “giornalismo” altrui. Quindi ancora una volta chi pretende di insegnare agli altri come si fa giornalismo, poi nei fatti è manchevole.
4 – il problema del servizio degli arretrati nel circuito delle fumetterie esiste. Non prendiamoci in giro. Esiste da anni. Esiste a Roma, a Milano, a Torino, a Bari, a Palermo. Esiste e basta. Non è il caso singolo di Fabris a farlo nascere, e il problema non è circoscritto allo Star Shop di Ostia. I problemi risiedono in altri punti della filiera commerciale, e lo sappiamo tutti, ma nessuno lo dice.
5 – Fumetto d’Autore, come tutti gli organi di informazione dove appaiono le lettere dei lettori non deve essere il tribunale dove si decide chi ha ragione e chi torto. Non spetta a noi, né voglio farlo, essere quello che dice “Il responsabile è X”. Diverso sarebbe se partendo dalla lettera di Fabris avessimo fatto un’inchiesta. Allora avremmo sentito il gestore della fumetteria, poi il responsabile di Star Shop, poi quello di Alastro, chiedendo chi avesse ordinato cosa, quando, e incrociando le varie risposte. A quel punto avremmo dato una nostra ipotesi su come erano andate le cose, e avremmo ipotizzato una responsabilità finale. L’abbiamo fatto? No. In questo caso abbiamo solo pubblicato (come era dovere) una lettera di un lettore. Punto. Quindi non mi interessa sapere chi sia il responsabile. Potrei avere delle idee diverse da cosa si è detto, ma lasciamo perdere.