- Categoria: Osservatorio Tex
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CLASSIC TEX 13: “MISSIONE A DEVIL'S HOLE”
di Lorenzo Barruscotto
Ci siamo! La resa dei conti si avvicina inesorabile!
Avevamo lasciato i giovani Tex e Carson alle prese con un insolito quanto terribile avversario: un enorme scimmione che viene utilizzato in qualità di muto e finora infallibile sicario dalla perfida Satania. Durante la scena dello scontro tra i due uomini e l'animale assistiamo forse al solo momento, nella loro vita, di paura, quella che vela lo sguardo e paralizza le azioni, sensazione al contrario abbastanza comune nell'esistenza di ogni altra persona, nel West come ai giorni nostri.
I due rangers scaricano le pistole contro la bestia inferocita, prima Tex e poi Carson il quale sembra restare impietrito di fronte all'orrore su cui si posa il suo sguardo sgomento.
A parte l'incredulità della scena, poiché vedersi un gigantesco orango in una camera d'albergo non capita tutti i giorni, rileggendo dopo tanti anni la versione a colori di questa storia classica, appare anche plausibile che il “bravo Kit” sia rimasto senza munizioni e che quindi il panico sia subordinato alla mancanza di armi adatte a far fronte alla minaccia, anche perché ogni movimento brusco di fronte ad una tale bestia ferita può significare una morte orribile.
Ciò non toglie che i due amici devono scuotersi per tornare del tutto padroni dei loro nervi.
La reazione dei Nostri comunque non si fa attendere ed in breve mettono insieme tutti gli indizi, complice anche un ritrovamento rivelatore, di cui però il lettore conosce già i retroscena, per andare all'assalto del covo di Satania e dei suoi uomini.
Così come il mostro killer anche il suo padrone, che altri non è che una marionetta, il servo di un capo ancora più crudele e subdolo, andrà incontro al suo tragico destino.
Risoluti e decisi anche se mai gratuitamente crudeli per quanto non ci si possa presentare di fronte ad una banda di assassini con in mano un mazzo di fiori ed una scatola di cioccolatini, Tex e Kit fanno definitivamente calare il sipario sull'indagine anche se in un certo qual modo sarà l'avversario a voler dire l'ultima parola.
Tributo a Galep di Lorenzo Barruscotto
Il titolo dell'albo si riferisce invece all'inizio di una nuova avventura.
La missione che mister Marshall, capo del servizio segreto dei Rangers, affida a Tex e Carson non appare una passeggiata ma piuttosto una enorme ed indigesta patata bollente.
La catena di delitti che ha spinto il Comando ad intraprendere un'inchiesta è diventata insostenibilmente lunga: da tempo la Legge non esiste più nella contea di Eagle Pass.
Senza che al lettore vengano subito svelati i dettagli del piano, i due pards concordano le loro future mosse che prevedono l'entrata in scena del solo Tex, almeno per il momento.
Trovato in modo insolito un alloggio, l'ormai non più solitario giustiziere ha subito modo di scontrarsi con uno dei padreterni che spadroneggiano nel villaggio sorto a ridosso della miniera denominata quasi profeticamente Devil's Hole e che si dividono le lucrose attività illecite così come quelle di facciata da bravi fratelli.
Non serve sottolineare che una miniera d'oro potrebbe trasformarsi in una fonte di ricchezza e fare la fortuna del proprietario e dei centri abitati circostanti se tutto si svolgesse in condizioni normali regolate dalla legalità ma l'assenza di uno sceriffo, dopo l'ultimo “misteriosamente” ucciso, ha fornito terra vergine per le losche macchinazioni di una spietata banda di farabutti, che non si fanno scrupoli a sparare nella schiena a chiunque possa rappresentare un ostacolo ai loro affari.
Assistiamo poi ad una sparatoria per certi versi insolita, dal momento che Tex non fa piazza pulita degli avversari che gli scaricano addosso le pistole, limitandosi a ferirli o a metterli fuori combattimento a suon di sganassoni e botte in testa. Bisogna anche dire che i banditi sono più bravi a scappare che a combattere ed inoltre deve essere la presenza di “spettatori” particolarmente sensibili ad indurre il Ranger a non calcare troppo la mano, per non impressionarli facendo scorrere il sangue con azioni brutali.
Leggendo capirete subito a che tipo di spettatori mi riferisco.
Questo però non significa che, quando si troverà messo alle strette da nemici numerosi e ben decisi a mandarlo a “suonare l'arpa su una simpatica nuvoletta” per di più utilizzando metodi sleali, il futuro Aquila della Notte non userà argomenti molto più convincenti e definitivi per uscire da un agguato a dire la verità abbastanza male organizzato rispetto a quelli da cui è sfuggito in altre circostanze. Quei pendagli da forca non sospettano neanche lontanamente chi sia l'uomo che si trovano davanti ma potranno farsene un'idea più precisa sulla loro pelle.
Nel corso dell'indagine, Tex troverà ben presto conferma ai suoi sospetti, grazie alle rivelazioni di alcune tra le poche persone oneste rimaste in paese ma anche per via del fatto che i cattivi di turno non fanno alcun mistero di essere dei gran farabutti, cercando in tutti i modi di prima minacciare e poi eliminare quello che anche il più tonto dei fuorilegge capirebbe essere una dannata spina nel fianco, un tipo da prendere con molle lunghe un chilometro.
E per giunta arrabbiandosi fino a sfiorare l'ulcera quando il loro avversario si dimostra ben fermo nella decisione a non alzare i tacchi ma piuttosto intenzionato innanzitutto ad interrompere la tradizione che vede gli sceriffi utilizzati come bersaglio da tiro a segno ed inoltre a ridurre al silenzio i vigliacchi che spadroneggiano nella regione a discapito dei galantuomini.
Ci sono vittime innocenti assassinate nella notte, donne in pericolo e persone sfruttate o schiacciate dalla prepotenza di chi usa la forza bruta per avidità o solamente perché può farlo senza temere la punizione.
Non vengono usate soltanto le Colt in questa storia nella quale si è appena iniziata a scorgere l'entità del nido di serpenti che Tex ha scoperchiato, anche per mezzo di provocatori botta e risposta messi addirittura per iscritto.
E' un sorriso di nostalgia infatti quello che si disegna sul nostro volto quando vediamo che tutte le missive sono scritte in stampatello, al pari delle didascalie e dei dialoghi nei baloons.
All'epoca non era così insolito sia per facilitare la lettura sia per contenere i costi ed assecondare gli stretti tempi di produzione che un fumetto settimanale a striscia richiedeva nei lontani anni 50 (ricorre infatti sempre il susseguirsi di 32 vignette, con l'alternanza di mini-titoli che indicavano l'originaria suddivisione).
La situazione per le strade di Devil's Hole sta per farsi più calda della lava di un vulcano.
Circondato, solo ed assediato, Tex sarà costretto a scatenare un uragano di pallottole per contrastare un'intera cittadina ostile, un vero terremoto di spari e piombo il cui epicentro sarà proprio la sua Colt.
Testi: G.L. Bonelli
Disegni: A. Galleppini
66 pagine