- Categoria: Osservatorio Tex
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“GLI EROI DI DEVIL PASS”
di Lorenzo Barruscotto.
Questa è la cronaca di un'invasione. Non c'è altro modo in cui chiamare il vile ed immotivato assalto che in questa storia le genti Navajo devono fronteggiare da parte della tribù degli Utes.
Sono venti di tempesta quelli che spazzano le alte e selvagge cime dei monti della Riserva, sono presagi di morte quelli che gli stregoni vedono nei segni inviati loro da Manito.
Il duo di “mostri sacri” Bonelli - Ticci mette in scena uno spettacolo come se ne sono visti pochi nella storia del Fumetto.
Questa corposa opera d'arte a colori, sospesa tra sogno e realtà, tra fantasia e carta, racchiude le vicende raccontate nel lontano 1980 (diavolo, non ero ancora nato!) ed incluse negli albi intitolati “Gli eroi di Devil Pass”, “Fuochi nella notte” e “Il cerchio di sangue”.
La notizia dell'attacco viene riportata tramite i segnali di fumo a messaggeri che raggiungono un incredulo Aquila della Notte intento ad esplorare alcune grotte, ultimo rifugio di antichi conquistadores, insieme ai suoi inseparabili pards: gli Utes sono scesi sul sentiero di guerra!
Il lettore conosce già i biechi motivi che hanno spinto loschi trafficanti di armi e whisky a scatenare un simile disastro, che minaccia di costare un prezzo in vite umane talmente alto da non volerci neanche pensare, ben più elevato del numero già non esiguo di vittime che le incursioni degli indiani ribelli, imbruttiti dall'alcol ed accecati dal miraggio di gloria e bottino, hanno già lasciato sul terreno includendo ranch dati alle fiamme e perfino un villaggio ai confini della Riserva completamente distrutto.
La faccenda è maledettamente ingarbugliata e dannatamente pericolosa.
Tex metterà in campo tutto il suo prestigio di capo per dirigere a distanza le operazioni ed organizzare una difesa che permetta di evitare altri morti tra la sua gente e nel contempo fermare l'incursione nemica. In casi come questo non è possibile parlamentare, non ci sono tregue, armistizi né tanto meno accordi che si possano fare. Bisogna agire con ferma durezza ed energica risolutezza affinché una situazione del genere non possa né debba ripetersi.
Il titolo del voluminoso cartonato indica un passo situato nella Riserva Navajo, una sorta di Termopili dal sapore western attraverso il quale l'esercito, o meglio l'orda, di invasori si vede costretto a passare per poter piombare sui villaggi più popolosi e fiorenti e poter poi fare incetta di bottino rappresentato da armi, cavalli e donne.
E proprio al Devil Pass si concentra la strenua difesa dei Navajos, guidati da Kit e Tiger Jack che si sono separati da Tex e Carson originariamente per “andare a vedere da vicino le facce degli Utes”.
I due Rangers dal canto loro non se ne stanno certo con le mani in mano ma svolgono un compito altrettanto rischioso: trovare i trafficanti responsabili di aver fomentato l'attacco e smantellare l'organizzazione dei contrabbandieri.
Dopo aver dato disposizioni tramite i segnali di fumo ai guerrieri ed agli abitanti dei villaggi non ancora colpiti che si trovano sulla strada degli invasori, Tex e Carson iniziano ad indagare con i metodi che ben conosciamo, senza farsi intimorire né fuorviare dalle facce di personaggi apparentemente e falsamente innocenti come angioletti ma che in realtà hanno "l'anima nera come l'inferno”.
Con un ritmo degno di uno splendido film western i disegni di un Ticci in stato di grazia, coadiuvato dai testi mai pesanti del mitico Bonelli, mostrano l'avanzare della vicenda su più fronti: da un lato ci sono i guerrieri Navajos schierati al Devil Pass ed abilmente coordinati da un intrepido Piccolo Falco ed un Tiger Jack più prudente rispetto all'impulsività del giovane ma altrettanto letale con il Winchester quanto deciso nell'impartire ordini.
I due pards hanno il compito di rallentare ad ogni costo l'avanzata del nemico e non si faranno pregare nel rifilare agli invasori una sonora batosta, spalleggiati da valorosi ed obbedienti luogotenenti, che nulla hanno da invidiare ai più ligi sergenti di cavalleria.
Inseguimenti al galoppo nelle aride praterie, furiose sparatorie, ardimentose sortite, frecce incendiarie, trucchi, barricate di roccia e trappole mortali caratterizzeranno la parte di avventura che vede protagonisti Kit e Tiger.
Ma il ruolo di Aquila della Notte e Capelli d'Argento non è assolutamente di tutto riposo.
Anche i due rangers dovranno mettere mano alle Colt ed ai fucili nel susseguirsi dei vari momenti dell'inchiesta e si imbatteranno in disertori e scout indiani, in commercianti viscidi come serpenti ed affaristi senza scrupoli con “due dita di pelo sullo stomaco”.
Sfruttando anche un aiuto insperato che però servirà a rendere meno complicato trovare il bandolo della intricata matassa, Tex dovrà cercare di intercettare un nuovo carico di fucili spediti proprio per armare gli indiani che stanno dando l'assalto alla sua Riserva.
Ormai scoperti i colpevoli, si scatena una vera e propria corsa contro il tempo per colpire facendo più danni possibili e tagliare la testa dell'organizzazione criminosa che così tanti danni e lutti ha causato per pura e semplice avidità.
Ancora una volta l'ingegno si rivela l'arma vincente, più pericolosa di qualsiasi pistola e solamente l'infernale arguzia di Tex permetterà di dare un colpo decisivo all'esito dello scontro tramite uno stratagemma degno di un abile stratega militare.
Ciò non toglie che saranno innumerevoli le pallottole che vi fischieranno vicino alle orecchie e che sarà necessario “schivare il piombo e ricambiare” come direbbe il buon Carson.
Tributo a Giovanni Ticci, disegno di Lorenzo Barruscotto
Un ulteriore rinforzo alle già fin troppo folte schiere di nemici aggraverà la situazione, inasprendo la lotta e rendendo la battaglia ancora più feroce: i selvaggi e spietati Hualpai, storici ed acerrimi nemici dei Navajos e di Aquila della Notte non vedono l'ora di potersi finalmente vendicare dei numerosi affronti subiti proprio per mano del capo bianco dei loro “vicini di casa”.
Ad avversari del genere non si può concedere quartiere, non basta sconfiggerli sperando di sopravvivere: ad avversari che hanno la testa piena solamente di violenza e sete di sangue, non si può offrire un ramoscello d'ulivo sperando che diventino tutto ad un tratto mansueti agnellini e capiscano gli errori commessi. Bisogna inseguirli per una spietata necessità al fine di impartire loro una crudele lezione in modo che comprendano chiaramente che la Riserva Navajo è difesa e che quindi prendano a calci anche solo l'idea di riprovarci in futuro.
Ma se da un lato si può in un certo qual modo comprendere la mentalità di un indiano in cerca di una gloriosa battaglia contro un nemico forte e valoroso, dall'altro a volte sembra perfino ingenuamente strano come intrallazzatori e farabutti di ogni genere non si rendano conto che per quanto possano credersi al sicuro o più furbi, in realtà sia solamente stupido cercare di realizzare affari sporchi se c'è di mezzo Tex Willer. Tanto più se si tocca la sua gente...
Non si tratta solo di giocare col fuoco ma proprio di accendere una torcia in un deposito di dinamite: la cosa non può assolutamente finire bene.
Eppure dietro ai loro malefici ed odiosi ghigni anche i cattivi di turno non smettono di sfregarsi le mani prospettando ingenti guadagni sulle spalle delle vite di molti innocenti: pessima idea.
Una nota a parte merita il capo della masnada di forsennati che attaccano le terre dei Navajos: Cane Giallo.
Nelle azioni del capo Ute non traspare lo stesso grado di pavidità o di viscida balordaggine dei suoi fornitori bianchi anche se restiamo comunque increduli nel vederlo così sicuro di poter strappare lo scalpo ad Aquila della Notte ed alla quinta volta che glielo sentiamo ripetere a tutti noi sfugge di bocca un commento di disgusto misto ad un certo grado di compassione.
Disgusto poiché le motivazioni che lo spingono sono quanto di più lontano dalla nobiltà d'animo ci possa essere e compassione perché è andato a cercarsi un avversario decisamente non alla sua portata.
Eppure, come molti lettori ben sanno, la storia di Cane Giallo non si conclude con la fine del conflitto. Il cammino del capo Ute tornerà ad intrecciare la pista di Tex e compagni molto tempo dopo le vicende raccontate in questo volume, quando ci eravamo già dimenticati di lui, per andare inevitabilmente incontro al suo tragico destino, senza aver imparato nulla dai suoi errori ed anzi dimostrando ancora una volta la sua indole ignobile, vile e sanguinaria.
La drammaticità del racconto viene stemperata dai gustosi ed immancabili fraterni battibecchi tra Tex e Carson ed il grande Bonelli non si lascia sfuggire l'occasione di inserire qualche divertente battuta qua e là per alleggerire l'atmosfera ma neanche di utilizzare un linguaggio duro e “da duri”, un gergo quasi metallico come la canna di un Winchester, dove necessario, come in certe famose epiche didascalie che fanno da sottofondo ad alcune mute ma maledettamente espressive vignette del maestro Ticci.
Questo classico film in formato fumetto o se preferite questo fumetto che potrebbe benissimo essere trasformato in un film, resta impresso nella memoria di ogni texiano come il marchio arroventato sul manto di un purosangue, che lo si sia letto più di trentacinque anni fa in bianco e nero o che lo si rilegga oggi a colori.
Se sarete sfuggiti all'inseguimento degli Hualpai, se sarete usciti senza buchi nella carcassa dall'assedio al Devil Pass, se avrete interpretato bene le “nuvole parlanti” che si innalzavano nel cielo da una mesa lontana allora ci saranno anche i vostri occhi tra le centinaia che attenderanno trepidanti l'esito dello scontro finale: chi uscirà vincitore dal “cerchio del giudizio” dimostrerà non solo di essere il miglior combattente ma anche di avere il favore del Grande Spirito.
Non abbassate la guardia, non cedete alla paura né tanto meno al cieco odio e mantenete i nervi saldi: per un valoroso o per chi si crede tale ha importanza prendere lo scalpo del nemico ma a chi è un esempio da seguire non interessa solamente sconfiggere l'avversario quanto piuttosto vincere agendo sempre secondo il proprio codice d'onore: la lotta dovrà essere all'ultimo sangue ma ricordatevi che per un guerriero ci possono essere vite peggiori della morte.
Tributo a Giovanni Ticci, disegno di Lorenzo Barruscotto