- Categoria: Osservatorio Tex
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TEX Classic numero 9 “L'eroe del Messico”
di Lorenzo Barruscotto
Siamo ancora al di là del confine, nel rovente Mexico. Ma il caldo non è causato dal sole che comunque picchia sulle rocce così forte che potreste cuocervi un uovo.
Sono il fuoco della rivolta, le vampate degli spari, il boato delle esplosioni e l'odore acre della polvere da sparo a rendere l'atmosfera incandescente.
Tex è sempre al fianco di Montales, ancora noto come “el Desperado”, ancora ribelle e bandido che combatte per l'indipendenza del suo Paese contro una cricca di politicanti e militari corrotti.
Montales non ha ancora la chioma bianca al confronto della quale quella di Capelli d'Argento, parole sue, “sembra appena un po' ingrigita”.
Il giovane “hombre di fegato”, così come i lettori, all'epoca non sapeva che sarebbe diventato uno dei più vecchi e fraterni amici dell'altrettanto ancora fuorilegge Tex Willer. Il quale a sua volta nell'accomiatarsi da lui, non immaginava che sarebbero divenute molteplici le volte in cui, accompagnato da Carson o da tutti e tre i pards, nel tempo sarebbe accorso in aiuto del suo amigo messicano.
Questo volume della ristampa delle prime avventure vede infatti un cambio di scenario.
Il Messico lascia spazio nuovamente al Texas ed il nostro giustiziere solitario torna a vestire l'inconfondibile camicia gialla che aveva abbandonato per rendersi più simile ad un gringo qualunque quando si era infiltrato nella tana del lupo per liberare Montales, condannato alla forca.
E con la camicia gialla ricominciano senza un attimo di respiro i guai, la lotta contro i prepotenti ed i veri nemici pubblici, che portino la stella come sceriffi indegni o abbiano il brutto muso di un capo banda dal nome pittoresco: il Rosso.
Sempre in sella al fido Dinamite, Tex rifugge gli onori ed i complimenti per cavalcare lungo la pista del suo destino, un destino di lotta contro i soprusi per difendere chi non è in grado di farlo da solo.
Il linguaggio è diverso da quello degli albi moderni, naturalmente, ed in alcuni passaggi potrebbe suonare quasi ingenuo o preconfezionato. Ma questa non è una critica, è anzi un modo per sottolineare la malinconia per il tempo che è passato da allora. Poiché, amigos, si parla di decine e decine di anni fa, più di sessanta. Ed Aurelio Galleppini, il “nostro” Galep, delinea un Tex guizzante, ovviamente giovane e schietto, come il suo tratto, che preferisce ancora l'agire istintivo alla riflessione ma che all'occorrenza tira fuori dal cappello un ottimo piano per mettere nel sacco i cattivi di turno.
Disegni senza fronzoli, con i chiaroscuri a volte tratteggiati testimoniano di essere al cospetto di un “maestro in divenire” che produce un numero notevole di tavole e che per giunta si diverte nel farlo.
Il tocco di novità dei disegni dato dal colore, all'occhio di chi ha letto le storie in bianco e nero non aggiunge pathos o ricchezza alle tavole ma permette di osservare con un taglio più moderno le stesse avventure, un pò come una sorta di restauro di un'opera d'arte.
Il Tex di Gianluigi Bonelli è IL Tex, quello che i padri raccontano ai figli e che oserei dire i nonni raccontano ai nipoti.
Quello che dopo una sparatoria ed una scazzottata per il disturbo offre da bere a tutti (gli innocenti superstiti). Quello che seppur ancora antipatico alla legge degli uomini non smette di seguire la sua legge. Tutti la conoscono sebbene la chiamino con un nome diverso: giustizia.
Testi: Gianluigi Bonelli
Disegni: Aurelio Galleppini
66 pagine
Tributo a Claudio Villa di Lorenzo Barruscotto