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L'Editoriale » Perché il diritto d’autore va abolito
di Alessandro Bottero
Chi mi segue sa che da anni porto avanti una riflessione sul diritto d’autore radicalmente diversa da quella che viene proposta da associazioni, autori, sindacati e altre realtà. Per me il diritto d’autore va radicalmente ripensato alla radice e se possibile abolito. La conoscenza è ricchezza comune e non può essere ingabbiata da motivazioni economiche o di mercato. Vogliamo dire che bisogna mantenere una esclusiva di sfruttamento economico? Ok. Massimo dieci anni. poi basta. E non ha alcun senso che gli eredi di un autore possano accampare diritti sulle opere. Sarebbe come se uno che NON ha seminato, arato e curato un campo dicesse “i frutti e le verdure di questo campo sono miei”. Se NON hai fatto nulla, ma sei solo un parente non c’è alcun motivo legale e morale per cui tu goda di alcun diritto.
Se vi sono sembrato semplicistico è perché la questione è semplice. E si può risolvere con risposte semplici, a prescindere da cosa dicano sindacati, associazioni, SIAE, e corrispettivi negli altri paesi. Ricordiamoci che una fesseria ripetuta milioni di volte da milioni di persone non diventa per questo una verità. Resta una fesseria ripetuta milioni di volte da milioni di persone. Quindi non mi interessa se tutte le brave persone rispettose delle legge e dei diritti degli autori dicono cose diverse dalle mie. Se dicono cose prive di senso logico ed etico ho tutto il diritto di oppormi e dire Aboliamo il diritto dì’autore.
Cosa succederebbe se si abolisse il diritto d’autore e la conoscenza diventasse di pubblico dominio? Crollerebbe la struttura della civiltà occidentale come la conosciamo oggi? Il velo del tempo si squarcerebbe e i morti tornerebbero in vita? Credo proprio di no. Semplicemente si metterebbero a disposizione idee e concetti così che la libera creatività dell’autore si posa esprimere, e se uno è bravo e scrive una bella storia allora io lettore preferirò la sua. E l’editore intelligente non ruberà le idee a uno scrittore capace, ma se è intelligente, PAGHERA’ lo scrittore capace perché lavori per lui. La distorsione del diritto d’autore inteso come esclusione da chiunque altro dall’opera, ha ingenerato nella mentalità degli autori il terrore che qualcuno mi rubi l’idea. Signori, sveglia! Non faccio alcun discorso di etica, di morale, di rispetto dell’autore. Parlo a livello terra terra di impiego di energie e di tempo impiegato nella produzione. È più faticoso e richiede più tempo rubare idee ad altri, tentando di usare idee altrui, che non coinvolgere gli autori che hanno inventato il personaggio X e quindi lo sanno usare/gestire/ scrivere.
Fintanto che il creatore di Bot-Man sarà in grado di essere il più bravo e il più efficace a scrivere storie di Bot-Man nessuna casa editrice seria gli ruberà le idee o il personaggio, perché è più semplice far lavorare sul personaggio chi il personaggio lo conosce.
Se però esiste una persona che è più brava di me, autore di Bot-Man, capace di scrivere storie più belle e migliori di quelle che potrei scrivere io, perché dovrei impedirgli di farlo, solo perché “il personaggio è mio, e lo scrivo solo io”? Il personaggio l’ho inventato io, ma se NON LO SO SCRIVERE, o se ALTRI LO SANNO SCRIVERE MEGLIO, allora è giusto che lo scrivano loro.
Perché la meritocrazia qui non dovrebbe essere applicata? La invochiamo su tutto, sul lavoro, a scuola, nel mondo del fumetto, e stigmatizziamo le persone fisse e immutabili che vivono di rendita, e invece ci va bene quando il diritto d’autore viene tramutato in RENDITA statica e che blocca la creatività altrui?
Voi mi direte “ma così ai poveri autori vengono sottratte le loro idee!”. Non è vero. Nessuno sottrae niente a nessuno. Che io possa scrivere una storia dell’Uomo Ragno mica significa che la Marvel non possa farla scrivere a chi vuole lei. Significa solo che il lettore SCEGLIERA’ quale storia privilegiare: la mia, o quella della Marvel. Se quella della Marvel è MIGLIORE della mia tanto di cappello. Se quella che scrivo io è MIGLIORE, allora verrà scelta la mia. Ma io non ho RUBATO nulla a nessuno. Saremmo nel campo del “furto” se io NON avessi creato l’Uomo Ragno e dicessi “Solo io scriverò le storie dell’Uomo Ragno, e nessun altro”. Impedire ad altri di scrivere storie su un personaggio è il vero furto, perché sottrae alla comunità un diritto, il diritto alla condivisione dei contenuti e all’espressione delle capacità narrative del singolo.
Sto incitando al plagio e alla pirateria? Ma certo che no. Io sono un bravo bambino rispettoso delle leggi e mai mi sognerei di far incazzare la Marvel o la Panini Comics scrivendo storie dell’Uomo Ragno.
Ma se qualcuno lo facesse non credo mi sentirei triste per loro.