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L'Editoriale » Demonoid è morto. E dove sono tutti i lettori di "V for Vendetta"?
di Alessandro Bottero
In Italia, come devo dire anche altrove, esiste un fenomeno di antica e radicata tradizione: la rivoluzione fatta in salotto. Ossia, persone che al sicuro nelle loro comodità fornitegli dalla società borghese, cripto-fascista, conservatrice, brutta e cattiva, si dedicano al passatempo di proclamare slogan anarcoidi, simil-rivoluzionari, insurrezionalisti, e libertari. Sono persone che leggono i libri “giusti”, seguono i blog “giusti”, leggono i fumetti “giusti”, hanno sbavato e goduto su "V for Vendetta", e a parole sono contro questa struttura societaria plutocratica, borghese, omofoba, catto-fascista e tutti gli altri cliché che albergano nella mente della fighetteria radical chic.
Poi, quando si tratta di dire o fare qualcosa di concreto, di prendere posizione, di dire combattere le VERE azioni di repressione e censura che stanno verificandosi nel mondo di Internet questi rivoluzionari da salotto svaniscono. I lettori di "V for Vendetta" non ci sono più. O meglio, ci sono sempre. Ma si guardano bene dal parlare delle cose davvero serie.
Meglio fomentarsi a vicenda su blog e forum, dicendosi quanto siamo fighi, liberali, troppo avanti, e davvero illuminati perché leggiamo i fumetti “giusti” e perché siamo tutti d’accordo che Frank Miller è un fascista che odia l’Islam. Però evitiamo di scendere sul terreno della vita reale, perché dovremmo essere costretti a prendere posizione.
Perché sono così acido? Perché mi fa schifo questa ipocrisia che grava come una cappa su Internet, e trovo risibile il modo di comportarsi (anche) del fumettomondo in questo caso.
Cosa è successo?
È successo che il governo Ucraino, nel bel mezzo di una trattativa gol governo degli Stati Uniti per ottenere aiuti finanziari e politici (aiuti che al governo di Kiev servono come il pane, per riuscire a mantenere il gioco di equilibri politici tra Occidente e Russia), e poco prima che il vicepresidente del consiglio ucraino partisse per un viaggio ufficiale negli Stati Uniti, ordina un blitz contro gli uffici che ospitano fisicamente i server di Demonoid, uno dei siti di scambio P2P maggiori al mondo. Demonoid, pur essendo registrato legalmente non in ucraina, aveva la sede fisica in Ucraina, e rispettava alla lettera le leggi ucraine, impedendo ad esempio, a qualsiasi IP riconducibile al territorio ucraino, di accedere al sito. Ossia (e lo ribadisco per chi non vuole proprio capire) NON C’E’ STATA NESSUNA VIOLAZIONE DELLE LEGGI DEL PAESE DOVE ERANO OSPITATI FISICAMENTE I SERVER. Ok?
E invece la polizia è arrivata, ha fatto chiudere tutto, e ha sigillato tutto, impedendo l’accesso agli utenti FUORI DALL’UCRAINA e di fatto ha ucciso il sito.
Prima di questo blitz c’era stato un attacco hacker contro Demonoid, sempre orchestrato dalle autorità, che aveva mandato in tilt il sito per qualche giorno.
Ora, diciamoci le cose come stanno: la condivisione di file è una pratica diffusissima, ed è una cosa, a mio modo di vedere, ottima.
Più condivisione significa più informazione, e di conseguenza più capacità del singolo di difendersi.
MENO condivisione significa MENO informazioni, e quindi meno capacità del singolo di difendersi dai SOPRUSI di governi e associazioni di produttori/distributori, che vogliono commercializzare anche l’aria.
Il principio base è questo “Freedom to search, Freedom to share”. Libertà di ricerca, libertà di condivisione.
Chi limita queste due libertà, limita la mia libertà come essere umano, e come soggetto dotato (in quanto persona reale) di MAGGIORE dignità di qualsiasi azienda o governo.
Nessuno ha fiatato su questo attacco illegale, eseguito dall’Ucraina solo per compiacere le organizzazioni di produttori discografici e cinematografici degli Stati Uniti, perché si ha paura.
Paura di essere etichettati come coloro che fanno “apologia di reato”, perché per chi è al di là della scrivania (anche se magari da giovane era barricadiero e comunista) chi mette file in condivisione commette un furto.
Ora io dico… chi è che definisce cosa sia un reato? I Generali Birmani avevano stabilito che se Aung San Suu Kyi fosse uscita dai confini della propria casa avrebbe commesso un reato. Basta il fatto che loro lo dicano, per renderlo vero e giusto? O esiste una giustizia che va al di là della enunciazione dei Generali Birmani? Allora ok, voi esponenti che sedete dall’altra parte della scrivania parlate pure di furti, di illeciti, di reati.
Io non faccio nessuna apologia. Dico solo “Libertà di ricerca, libertà di condivisione.”
Dico solo che avete ucciso Demonoid perché permetteva di diffondere liberamente e GRATUITAMENTE contenuti, e la cosa vi faceva rosicare
Dico solo che per un Demonoid che viene ucciso ce ne sono 100 che sorgono, e non potrete mai trovarli tutti.
E dico anche che solo se i contenuti sono liberi e condivisi, c’è civiltà e difesa dell’individuo.
Vi siete letti V for Vendetta?
Ci avete fracassato gli zibibbi dicendo che capolavoro che sia?
Allora provate a capirlo, e se ci riuscite, ad applicarlo nella vita di tutti i giorni.