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Chiusure vicine e lontane: Suore Ninja & Saguaro
di Alessandro Bottero
E alla fine tanto tuonò che piovve. SI avvicina il Natale e siamo tutti più buoni, carini e coccolosi. Io no, ma questo è ovvio, non credete? Siamo contenti di quanto stiamo per dire? No. Non capisco perché ci sia qualcuno che crede di potere leggere tra le righe sadico compiacimento o rancori soddisfatti quando diamo dati di vendite o riprendiamo le notizie delle chiusure di serie pubblicate. Lo ripeto per l’ennesima volta in modo chiaro e inequivocabile: a me (Alessandro Bottero) e a noi (il sito Fumetto d’Autore) non fa piacere se qualche serie chiude. A differenza di altri non usiamo questo sito per esternare presunti rancori o invidie personali. Ci limitiamo a prendere atto dei fatti e dei dati di vendita, riservandoci il diritto inalienabile di, ogni tanto, esprimere delle perplessità su scelte editoriali dei vari editori. Ho detto e non rinnego affatto che trovavo Suore Ninja della Star Comics un prodotto per me privo di un perché, e questo sarà anche lecito o no? E adesso arriva la notizia che dopo il numero 6 la serie, malgrado quello che si diceva nei primi entusiastici giorni della pubblicazione, chiuderà. Arriva alla conclusione prevista, e questo è un segno di enorme rispetto dei lettori da parte della Star Comics, che pur in condizioni molto gravose (e non dico altro) ha tenuto fede al’impegno di pubblicare sei numeri. Se da un lato la mia stima e il mio rispetto per la Star Comics come politica editoriale (portare a termine la miniserie, per rispetto verso i lettori) sono grandi, dall’altro ripeto che forse non era proprio il caso di partire con questo progetto. E non lo dico ora che chiude. L’ho sempre detto. Comunque Suore Ninja è finito. Amen
E veniamo al secondo nome di oggi, Saguaro. Doveva arrivare al numero 30, diventando così una della miniserie più lunghe pubblicata dalla Sergio Bonelli. Pare invece che la chiusura arriverà prima col numero 27, cioè tra 10 mesi. Saguaro si è da subito presentato ai lettori come un fumetto dal gusto retrò, e la sua novità è stata di essere la prima serie ufficialmente regolare lanciata dalla Sergio Bonelli dopo una lunga stagione di miniserie. Ci fa piacere che chiuda? No. E ancora meno ci fa piacere che la casa editrice sia costretta ad accelerare i tempi, ma è evidente che se un prodotto inedito cala stabilmente sotto le 20.000 copie vendute al mese (non un one shot ogni tanto, ma una collana che tutti i mesi non raggiunge questa cifra) il medico pietoso fa la piaga puzzolente. Saguaro era scritto male? No. Era disegnato male? No. E allora che è successo? Forse non è riuscito a definirsi come serie regolare. Forse questa chiusura è il segno che ormai i progetti a tempo indeterminato non sono più in sintonia con il modo di fruire l’intrattenimento attualmente in vigore, e che progetti più compatti, a termine, magari anche con riprese in più stagioni ma con un inizio e una fine, sono più adatti a un’attenzione dei lettori sempre più frammentaria ed episodica. Poi certo servono i contenuti, perché se compri un albo a fumetti non vorresti che durasse cinque minuti cinque, ma questo è un altro discorso.
Saguaro chiude. Long Live Saguaro.