- Categoria: Cuore e Acciaio
- Scritto da Tiziano Caliendo
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Le Notti dei Super Robot - Parte II
di Tiziano Caliendo
La parata cinematografica di Super Robots nagaiani raggiunge finalmente il suo climax nella seconda notte organizzata dalla congiunzione Yamato Video e Koch Media, sbarcando in tutti i migliori cinema d’Italia. Mentre la prima notte era “sprovvista” del Robottone più popolare dello Stivale, vale a dire Goldrake (nome italiano di Grendizer), qui invece sperimentiamo un’overdose positiva del beniamino dell’anno domini 1978 e, se addirittura questo non bastasse, facciamo la conoscenza del progenitore del gigante della Stella Fleed, vale a dire l’ingenuo Gattaiger.
Ma andiamo per ordine.
La prima considerazione da fare è di carattere idealistico. Finalmente questi films sono stati tradotti in formato HD (presumibilmente attraverso un transfer di almeno 2K). Yamato, come la Toei, si accinge a ripubblicarli sotto forma di blu-ray, per un consumo home video. Secondo la mia personalissima opinione, i giapponesi dovrebbero comprendere l’importanza di preservare adeguatamente le serie robotiche, che a questo punto rischiano di “languire” ancora per molto tempo in un formato video insufficiente rispetto agli standard qualitativi attuali. I negativi filmici originali delle opere posseggono un’integrità strutturale limitata a quattro o cinque decadi, dunque vanno incontro ad un (futuro) disfacimento. Tutti i titoli classici, anche quelli minori come Danguard o General Daimos, dovrebbero essere subito riacquisiti in HD e dunque provvidenzialmente salvati dalle maglie del tempo. Per ora, ci sono soli pochi vagiti del Sol Levante per quanto concerne questa forma mentis, mentre una serie interessante ed affascinante come Ufo Senshi Daiapolon addirittura aspetta di ricevere un normale trattamento DVD(!). Un segnale positivo è la pubblicazione in Spagna dei blu-ray di Mazinga Z (92 episodi), che lascia ben sperare in una rivoluzione “blu” del genere molto prossima a venire.
La rassegna si apre con Ufo Robot Gattaiger – La grande battaglia dei dischi volanti (1975), il piatto più debole del menù. Francamente, persino il Groizer X sembra maestoso e affascinante rispetto a quel disastro mecha che risponde al nome di Roboizer, cioè il robot da combattimento che si sgancia dal disco Drizard. I personaggi sono davvero insipidi, l’azione appena abbozzata, e soltanto due particolari dell’opera sono degni di nota: la figura della principessa Telonna, un personaggio complesso ed affascinante, anche dal punto di vista estetico, e la dinamica sofferta e conflittuale che ella instaura con il personaggio principale. Curioso, poi, che il costume di questa prima controparte di Duke Fleed ricordi quello di Koji/Alcor, almeno per quanto concerne il pattern cromatico. Sembra assurdo che dopo il trionfo concettuale e visivo del Grande Mazinga, uno dei robots più belli dell’animazione giapponese di tutti i tempi, Nagai ed il suo team sia poi scivolato così in basso con il Roboizer. Fortunatamente, sappiamo già che il maestro, poco tempo dopo, avrebbe consegnato alla Storia (con la “S” maiuscola) il Grendizer/, degno epigono dei suoi cugini Mazinga. Gattaiger resta comunque un’opera simpatica ed indispensabile per tutti quelli che amano il titano metallico della Stella Fleed.
Il Grande Mazinga contro Getta Robot G – Violento scontro nei cieli (1975), è tutto fuorché uno scontro tra i due colossi. Infatti, è una splendida collaborazione tra il Team G e Tetsuya Tsurugi, particolarmente sentita dal punto di vista emozionale. Il film è, come tutti gli altri, un “What If” disallineato con la continuity della narrativa mainstream di entrambi i robots. Musashi Tomoe, pilota di Bear e Change 3, in realtà muore nell’ultimo episodio della serie classica del 1974, con modalità del tutto diverse (e molto più epiche e fondamentali) da quelle raffigurate nel lungometraggio. Come se non bastasse, viene “introdotta per la prima volta” l’arma Great Booster del Grande Mazinga, ignorando deliberatamente che la sua prima apparizione nell’universo nagaiano sia avvenuta nell’episodio 47 della serie classica del gigante in lega nuova Z.
La pellicola è ben diretta, specialmente negli scontri con le creature, e presenta sequenze action davvero mozzafiato. Nonostante venga celebrato l’ingresso del Getter Robot G, è il Grande Mazinga a fare la parte del leone, persino per quanto concerne l’intuizione finale che permetterà la sconfitta del mostro Pigplon. La caratterizzazione dei personaggi è vaga e poco focalizzata, ma funzionale nel contesto del film. Il nuovo membro della squadra, Benkei Kuruma, pilota della Getter Machine Poseidon, è una mera comparsa a cui viene a stento concesso un dialogo finale, mentre Tetsuya mostra una certa affezione per Musashi in seguito alla sua tragica dipartita, in modo marcatamente più plateale ed evidente dei compagni Ryo e Hayato.
Il terzo film è, senza alcun dubbio, quello più avvincente. La storia è maggiormente lavorata, non essendo vincolata a fini promozionali o introduttivi come i precedenti due lungometraggi. Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga (1976) non è certamente “artsy” e visionario come Mazinga Z contro Devilman o lo splendido Mazinga Z contro il Generale Nero, ma è senza alcun dubbio un essudato impeccabile di tutti gli elementi che hanno reso potenti ed indimenticabili i due robots nell’immaginario collettivo (a prescindere dal fatto che manchi Tsurugi alla guida del Grande Mazinga, adeguatamente sostituito da Koji Kabuto). Koji/Alcor ha un ruolo strumentale molto importante nell’ambito del plot e, nello svolgimento degli eventi, gli vengono ritagliate sequenze di grande azione e (volontario ed involontario) umorismo. Lo scontro forzato tra i due robots e la loro successiva alleanza, con combattimento congiunto, sono sequenze asciutte e spettacolari, capaci di suscitare grandi emozioni allora così come adesso. Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga non ha perso il suo smalto e si riconferma un prodotto-chiave nella mitologia di questi due incontrastati miti; la sua forza è tale che potrebbe tranquillamente essere usato come promo per chi non si sia mai accostato alle storie di Koji, Tetsuya e Duke Fleed/Actarus.
Il quarto film è l’ “Avengers” dei Super Robots. Ufo Robot Goldrake, Getta Robot G, il Grande Mazinga contro il Dragosauro (1976) è infatti un all-star movie che esplora il tema dell’ecologia attraverso la figura inquietante ed invincibile del famoso Dragosauro del titolo, antico dinosauro mutato dalla scelleratezza ambientale dell’uomo. I Robottoni si ritrovano, ancora una volta, spalla a spalla per combattere la minaccia marina. Inaspettatamente, il perno della storia è il Grande Mazinga, che risulta una figura “ingombrante” per il resto della compagine nagaiana, capace di oscurare in alcuni momenti anche il più osannato Goldrake. La pellicola è un tripudio di riprese aeree, combattimenti disperati e tribolazioni insostenibili, dove persino il Boss Robot trova un suo spazio e una voce consistente come semi-protagonista. Il lungometraggio è piacevole, ma sia mecha che character design soffrono in alcuni punti e la trama rappresenta uno standard classico battuto e ribattuto, non del tutto sufficiente a generare gli stessi brividi dei due films centrali.
Per quanto concerne la presentazione video della quadrilogia, è da ritinersi discreta. Le pellicole sono state ripulite a dovere, pur conservando la propria grana naturale – quindi è stata applicata una quantità minima di DNR (Digital Noise Reduction). Qualche fotogramma qui e lì, specialmente negli ultimi due films, appare sgranato, ma nulla di drammatico. L’unica considerazione negativa è il color timing, smorto e sbiadito. Le tinte cromatiche sarebbero dovute risultare più accese e spiccate per poter rendere al meglio la bellezza delle immagini. Insomma, i colori non bucano lo schermo e purtroppo finiscono per appiattire queste opere, che puntano proprio sull’impianto visivo per mietere proseliti.
La seconda notte si è rivelata un ennesimo, pomposo successo di sold out per la Yamato, tant’è vero che è già stato annunciato un nuovo appuntamento dove avverrà, reggetevi forte, un accorpamento davvero improbabile e sgangherato! Un trittico di robots, decisamente distanti anni luce tra loro, si degnerà di mettere piede (ultra-size) nelle sale: Giant Robot; il nuovo Jeeg e Yattaman (con tutte le sue demenziali macchine robotiche). La Yamato vincerà anche questa sfida? Noi ci saremo.
Tiziano Caliendo: Classe 1977. Scrittore di fantascienza, blogger cinematografico, musicista e addetto ai lavori/manager nel campo musicale, impegnato nella fase di pre-produzione di un ciclo di novelle imperniate su un super-robot di sua invenzione: Quantaldian.