- Categoria: Critica d'Autore
- Scritto da Giuseppe Pollicelli
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Topolino precursore del fumetto di spionaggio
di Giuseppe Pollicelli*
È in libreria il nuovo numero del trimestrale “Gnosis. Rivista italiana di intelligence”, edito dall’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna. Rinnovata nella grafica e nei contenuti per volontà del direttore responsabile, il generale dei Carabinieri Gianfranco Linzi, la pubblicazione (176 pagine a colori) costa 15 euro ma è possibile sottoscrivere un abbonamento annuale con lo sconto del 20% sul prezzo di copertina. Ampio e qualificato il parco dei collaboratori, tra i quali mons. Gianfranco Ravasi, Lucio Caracciolo e Giampaolo Rugarli. Per gentile concessione dell’AISI, pubblichiamo alcuni estratti dell’intervento di Giuseppe Pollicelli sul tema dello spionaggio nei comics.
Per circa tre decenni, fino alla metà degli anni Venti, i fumetti si muovono quasi esclusivamente all’interno del genere umoristico, e comunque il segno grafico con cui vengono realizzati è in netta prevalenza stilizzato e pupazzettistico. La maggior parte delle serie, negli Stati Uniti, è dedicata a storie familiari (Bringing Up Father di Geo McManus, nota da noi come Arcibaldo e Petronilla), alle vicissitudini di ragazze impegnate in contesti lavorativi (Tillie the Toiler di Russ Westover), alle peripezie di sfortunate orfanelle (Little Orphan Annie di Harold Gray), alle marachelle di temibili monellacci (Smitty di Walter Berndt) e alle vicende di simpatici animali antropomorfi detti «funny animals» (il Krazy Kat di George Herriman e il Felix di Otto Messmer su tutti). La prima striscia americana ad assumere progressivamente una fisionomia avventurosa è Wash Tubbs di Roy Crane, che, nata nel 1924 come serie umoristica, acquisisce nel giro di pochi anni connotati sempre più realistici. La svolta si ha però nel 1929, allorché su tredici quotidiani americani debutta il Tarzan di Harold Foster, trasposizione fumettistica del personaggio letterario creato nel 1912 da Edgar Rice Burroughs e «adottato» con successo dal cinema già a partire dal 1918.
Nel 1928, intanto, era nato Mickey Mouse, il topo in calzoncini corti (in seguito sostituiti da più decorosi abiti borghesi) che in Italia sarebbe stato ribattezzato Topolino. Assorbito dagli impegni in campo cinematografico, Walt Disney si rivolge ben presto a un giovane disegnatore, Floyd Gottfredson, il quale, coadiuvato da ottimi sceneggiatori come Ted Osborne e Merrill de Maris, realizza per tutti gli anni Trenta delle storie a fumetti di rara bellezza, in alcune delle quali fa capolino il tema dello spionaggio. Ad esempio, in Topolino agente della polizia segreta (1936), storia sceneggiata da Osborne, il Maggiore Beagle del Servizio Segreto Nazionale chiede a Mickey Mouse di arruolarsi nella Legione Straniera per recuperare dei piani trafugati da Gambadilegno in combutta con due loschi individui: la spia “Trigger” Hawkes (in Italia Grilletto Grifi) e lo sceicco Yussuf Aiper, a cui Topolino riesce a vendere armi caricate a salve. E in Topolino e il mistero di Macchia Nera (1939), sceneggiata da de Maris, il nostro eroe, indagando su un caso di spionaggio, s’imbatte per la prima volta sia in quello che diverrà uno dei suoi nemici storici, Macchia Nera, sia nel capo della polizia Chief O’Hara (il nostro Commissario Basettoni), il quale fa sapere a Mickey di essere alle prese con un ladro - che si scoprirà essere appunto Macchia Nera - specializzato nel furto di macchine fotografiche.
Il primo personaggio a fumetti che abbia avuto a che fare con lo spionaggio è però, molto probabilmente, il Don Winslow of the Navy ideato nel 1934 da Frank V. Martinek per i disegni di Leon A. Beroth. Giornalista e romanziere nonché ufficiale di marina durante la Prima Guerra mondiale, Martinek crea Don Winslow con un nobile scopo: rendere popolare la marina militare presso il grande pubblico e favorire così i reclutamenti. Forte della sua esperienza nel controspionaggio, Martinek fa di Don Winslow il protagonista di avventure assai realistiche che, a più riprese, provocano addirittura l’intervento delle autorità militari, timorose che il fumetto, anche senza volerlo, possa procurare ai nemici degli Usa preziose informazioni sui metodi adottati dal controspionaggio.
1) Topolino agente della polizia segreta di Ted Osborne e Floyd Gottfredson (1936). © Disney
2) Don Winslow of the Navy di Frank V. Martinek e Leon A. Beroth (1934).
3) Topolino e il mistero di Macchia Nera di Merril de Maris e Floyd Gottfredson (1939). © Disney
4) Copertina del nuovo numero della rivista "Gnosis".
*Articolo tratto da“Libero” del 14 dicembre 2013. Per gentile concessione dell'autore.