- Categoria: Critica d'Autore
- Scritto da Giuseppe Pollicelli
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L’Audace di Gian Luigi Bonelli: da Furio Almirante al West
Pubblichiamo una delle quindici schede critiche firmate da Giuseppe Pollicelli per il catalogo Il West in Italia da Buffalo Bill a Tex Willer (pp. 228 a colori, euro 25), edito da Little Nemo a margine dell’omonima mostra espositiva che si svolgerà dall’8 al 18 ottobre 2013 presso WOW Spazio Fumetto (Viale Campania n. 12 Milano, dalle ore 15.00 alle 19.00). Sabato 19 ottobre le opere esposte verranno battute all’asta a partire dalle ore 11.00.
L’Audace di Gian Luigi Bonelli: da Furio Almirante al West
di Giuseppe Pollicelli
Poche testate a fumetti hanno avuto una vita movimentata come “L’Audace”. Varato nel 1934 dall’editore Lotario Vecchi, che inizialmente vi inserisce pochissimi fumetti, apre presto ai comics nel tentativo di contrastare il clamoroso successo di pubblico de “L’Avventuroso” di Nerbini. Dal 1935 propone dunque fumetti di provenienza inglese e soprattutto americana ma, a partire dal 1936, iniziano a comparire sulle sue pagine anche tavole di autori italiani, tra cui Carlo Cossio, Franco Chiletto e Gian Luigi Bonelli. Quest’ultimo scriverà per “L’Audace” una gran quantità di storie, diventando in breve tempo un autentico pilastro della rivista. Sul finire del 1938, pesantemente danneggiato dalle restrittive disposizioni del regime fascista che vietavano la pubblicazione di fumetti non italiani, Vecchi cede “L’Audace” a Mondadori, che prova a rilanciare il giornale puntando su autori di alto livello quali Federico Pedrocchi, Walter Molino, Franco Caprioli, Rino Albertarelli e, di nuovo, Gian Luigi Bonelli. L’operazione dà ottimi esiti da un punto di vista qualitativo ma non risolleva le sorti commerciali de “L’Audace”, che viene così restituito a Vecchi, il quale lo porta avanti fino al numero 234, uscito il 28 marzo 1940. Dopo una breve parentesi per i tipi della casa editrice milanese IDEA, vissuta sotto la direzione artistica di Gian Luigi Bonelli, il settimanale (nel frattempo divenuto semplicemente “Audace”) viene rilevato proprio da Bonelli, che fonda una nuova sigla editoriale battezzandola Redazione Audace e trasforma la testata in un albo in cui, per assecondare le mutate esigenze dei lettori, vengono ospitate storie dalla lunghezza sempre più consistente. Dal numero 385 del 5 febbraio 1942 al numero 467 del 10 febbraio 1944, puntando soprattutto sul personaggio “autarchico” di Furio Almirante, “Audace” pone le basi per la nascita della più importante fucina italiana di fumetti del secondo Novecento, la casa editrice Bonelli. Gestita dal 1946 da Tea Bertasi, consorte di Bonelli, e dal 1957 in poi dal figlio della coppia, Sergio, la Bonelli - che diverrà Sergio Bonelli Editore solo nella seconda metà degli anni Ottanta, avendo assunto in precedenza svariate denominazioni - baserà gran parte delle proprie fortune sull’estro e il talento narrativo del decano Gian Luigi, che nel 1948, con i disegni di Aurelio Galleppini, dà vita a quello che si rivelerà uno dei fenomeni più rilevanti nella storia dell’editoria mondiale e una vera leggenda del fumetto: Tex Willer. Ma, al di là di Tex, il West è stato a lungo un vero marchio di fabbrica della Bonelli, il cui catalogo storico pullula di serie western meritevoli della massima considerazione come “Mani in alto!” (1949) di Roy D’Amy, “Rio Kid” (1953) di Bonelli e D’Amy (1953), “Yuma Kid” (1953) di Bonelli e Uggeri , “El Kid” (1956) di Bonelli e Battaglia, “Big Davy” (1957) di Bonelli e Calegari, “Kociss” (1957) di Bonelli e Uberti e i più recenti “Ken Parker” (1977) di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, memorabile saga che fa del realismo la propria cifra, e “Judas” (1979) dei fratelli Missaglia e Ivo Pavone, nei cui sedici numeri si coglie con chiarezza l’influenza dello spaghetti western.
L’amore viscerale per la Frontiera ha inoltre indotto Sergio Bonelli a pubblicare storie a fumetti di genere western anche in edizioni più lussuose del consueto, dalla collana “I protagonisti” (1974) di Rino Albertarelli ad alcuni numeri - firmati da mostri sacri come Pratt, Battaglia e Toppi - della serie di cartonati a colori “Un uomo un’avventura” (1976). Senza dimenticare la magnifica collana di saggi illustrati denominata “America” (quattordici volumi usciti tra il 1971 e il 1977), diversi titoli della quale riguardano proprio tematiche e personalità del West.