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Omegha - Intervista all'autore Enzo Troiano
All’ultima Lucca è stata presentata l’ultima fatica di Enzo Troiano, la graphic novel Omegha edita da Giochi Uniti. La redazione di Fumetto d’Autore ha incontrato Enzo per fargli alcune domande e chiacchierare sulla sua nuova fatica.
Fumetto d’Autore) Ciao Enzo, grazie mille per la tua disponibilità. A Lucca abbiamo visto presentare Omegha, il tuo nuovo fumetto che nasce come un opera crossmediale. Al tuo volume seguirà a breve un gioco da tavolo ad esso legato. Ci racconti come nasce questa tua ultima fatica?
Enzo Troiano) Nasce fondamentalmente da una mia esigenza di cambiare completamente ambiente. Il mondo del fumetto negli ultimi 5 anni è sostanzialmente cambiato sia da un punto di vista propriamente ambientale, sia per quanto riguarda le scelte degli Editori che sono tanti di più, ma ormai (fatta eccezione forse per Coconino e Tunuè) tutti uguali e con una propensione a prendere in considerazione solo alcuni tipi di fumetto. A questa mia considerazione va aggiunto che con il mio Editore precedente, la Wombat Edizioni, non vi erano più i presupposti per una pubblicazione come Omegha, per via di un chiaro ridimensionamento della linea editoriale. Da qui l'idea di presentare un progetto più articolato, che abbracciasse non solo il fumetto, ma anche un altro media, tra l'altro molto vicino ai comics e cioè i games. Sapevo che Giochi Uniti, l'editore leader in Italia nei giochi, era di Napoli perché ci lavorano alcune persone amiche. Con uno di loro in particolare, Antonio Mauro, vi era un vecchio rapporto di amicizia risalente all'epoca della scuola. Così mi decisi a sottoporgli il progetto di Omegha e a capire se Giochi Uniti fosse interessata. Naturalmente Antonio per il ruolo che occupa, non aveva potere decisionale e devo confessare che all'inizio fosse anche abbastanza scettico. Lui però è stato il tramite per parlare con Luigi Ricciardi amministratore e coordinatore della casa editrice ed è con lui che il dialogo a preso una piega più costruttiva e possibile. Ci sono voluti diversi mesi di confronto e attese ma alla fine Luigi, inizialmente entusiasta dei disegni, ha condiviso in pieno il progetto e nel gennaio 2015 firmammo il contratto che poi avrebbe portato alla pubblicazione attuale.
FdA) L’editore di Omegha è Giochi Uniti, leader nel campo dei giochi “intelligenti” ma alla sua prima esperienza nel mondo del fumetto. Com’è stata la collaborazione? Hai riscontrato un approccio diverso rispetto agli editori con cui hai precedentemente collaborato?
E.T.) Completamente diverso. Prima di tutto, mi duole dirlo perché io vengo dal fumetto e non lo rinnego certo, una apertura mentale diametralmente opposta. Con Giochi Uniti mi sono sentito capito e apprezzato sin dal primo incontro e non ho mai avuto la sensazione di non essere ascoltato, mal digerito o trattato con superficialità. Ho sempre riscontrato grande professionalità, attenzione e soprattutto comprensione della proposta che gli sottoponevo, aldilà dei semplici complimenti, che onestamente ho collezionato a centinaia nel mondo del fumetto, ma che poi, se non si traducono in costrutto, alla fine onestamente sembrano più una presa in giro, che un reale apprezzamento del tuo lavoro. D’altronde non si è leder in un settore per caso. Sono sicuramente alla loro prima esperienza nel fumetto malgrado ciò, li ho visti muovere e comportarsi con grande professionalità. Gli editori di fumetti, mi spiace dirlo e che fatta eccezione per qualcuno, sono molto approssimati, lamentano sempre problemi economici e sopratutto sono di vedute molto più limitate.
FdA) Leggendo la graphic novel ne abbiamo colto una impostazione molto “francese”. E’ voluta? Hai impostato il tuo fumetto in tal modo pensando anche al mercato transalpino oppure è un caso? Possiamo pensare di vedere Omegha esportato anche all’estero?
E.T.) Rispondo ad un quesito alla volta. Molto "francese"? Io faccio cartonati così dal 2005 quando ho iniziato con Albatros edizioni e certo, questo formato è più familiare in Francia che da noi, dove sembra che il pubblico si più riluttante a questo tipo di libro. In realtà un fumetto così lavorato, non lo immagino proprio in un formato bonelliano o Marvel, dove si perderebbero troppi particolari. Quindi più che una scelta, che indubbiamente c'è, è soprattutto un'esigenza. Non ho impostato comunque il fumetto pensando a quel mercato, ma a qualcosa d'internazionale. Ora tu mi chiedi se verrà esportato: posso dirti che uno dei punti di forza di questo tipo di lavoro è che prevede oltre al fumetto anche il gioco e quindi è sicuramente proiettato verso una platea internazionale. Per una sua eventuale realizzazione si deve però parlare non con il sottoscritto, ma con l'Editore.
FdA) Leggendo Omegha si coglie la dimensione corale della storia, con una serie di personaggi che interagiscono tra loro creando in maniera “impressionistica” il mondo in cui si muove la guerra tra l’umanità superstite e gli alieni. Quando hai scritto la storia da cosa ti sei fatto ispirare, ammesso che ci sia stata qualche specifica fonte di ispirazione, in termini di fonti provenienti dal genere fantascientifico?
E.T.) Le ispirazioni ci sono sempre, ci mancherebbe altro. Sono quelle dell'appassionato, che poi quando lavora, diventa un professionista e le adatta al suo modo di scrivere e raccontare ma ci sono eccome, se ci sono. Io posso dirti cosa mi ha ispirato e spinto per Omegha: videogiochi come EVOLVE, film come Prometheus, cartoni come Nausicaa del grande Mijazaky. Comunque ti ringrazio per aver colto soprattutto, la dimensione corale della storia e il modo in cui i personaggi interagiscono, in maniera come dici tu "impressionistica". Questa è la peculiarità che caratterizza le mie storie.
FdA) Toglici una curiosità, uno degli elementi che colpiscono dei tuoi disegni su Omegha è la resa grafica dovuta al tipo di colorazione. Ci puoi spiegare come lavori su questo specifico aspetto del lavoro?
E.T.) La mia colorazione, che va ancora molto migliorata e che non mi soddisfa mai abbastanza, viene dai grandi maestri a cui mi sono sempre ispirato e che mi hanno spinto a fare questo lavoro: dagli italiani Liberatore, Serpieri e Frezzato, a Frazetta, Bisley, Corben, e molti altri. Da solo avrai poi notato che i mio lavoro è tutto realizzato a mano. Non ci sono interventi in digitale, se non per effetti di luce e qualche ombra aggiunta. E' tutto lavoro di matita, acrilici, pastelli duri colorati, pennarelli pantone e ritocchi di aerografo!
FdA) Omegha è uscito da poco più di un mese. Che tipo di riscontro hai iniziato ad avere dal pubblico?
E.T.) Il riscontro iniziale è stato sbalorditivo. Il video di presentazione sul sito ufficiale di Giochi Uniti, ha realizzato ben 46.000 e più visualizzazioni. Un record se si pensa che difficilmente video di fumetti, raggiungono certe cifre. Spesso quando arrivano a 10.000 si grida al successo. Ora bisogna però dire che le visualizzazioni di un video sono un buon viatico, ma le vendite sono cosa diversa. Secondo informazioni avute dall'Editore il riscontro è abbastanza positivo e sembrano abbastanza soddisfatti. Il pubblico, o almeno tutti quelli che lo hanno comprato davanti a me, hanno fatto tanti compimenti e molto lo trovano il mio lavoro più bello. Onestamente però è ancora presto per capire veramente quali possano essere le potenzialità di Omegha.
FdA) A Lucca hai presentato in anteprima Omegha? Come è stata la tua Lucca? Che riscontri hai avuto in quei 5 giorni di full immersion?
E.T.) Lucca è sempre una manifestazione fantastica e piena di visitatori. Per quanto mi riguarda è stato un Festival che mi ha tenuto molto in tensione. Era il mio debutto dal lato dei giochi e posso garantirti che non è stato semplice. Il mio è un pubblico di fumettari e ai games spesso non poggiano nemmeno i piedi. Malgrado questo, il riscontro non è stato affatto male e molti mei fan, sono anche venuti apposta al settore games, per comprare Omegha. In compenso ho potuto ammirare lo straordinario pubblico di Giochi Uniti e i molti fan che hanno. Naturalmente questo esperimento è all'inizio, dobbiamo dargli il tempo di crescere e consolidarsi.
FdA) Tu sei un veterano del fumetto italiano, dopo Omegha quali progetti hai all’orizzonte?
E.T.) Per ora sono concentrato a fare i disegni per il gioco. Poi dipenderà anche tanto da che risposta avrà l'esperimento, se ci sarà l'esigenza di fare un seguito. Mi spiace ma la tua domanda viene in un momento in cui non è possibile dare una risposta. bisogna aspettare che si maturino i tempi. Il futuro sul fumetto, per ora, è ancora Omegha!
FdA) Per ultimo la domanda scomoda che non può mancare in una nostra intervista. Nella nostra recensione abbiamo dichiarato che Omegha, se ci trovassimo in un mercato maturo come quello francese, sarebbe stato salutato come uno dei volumi più interessanti dell’anno. Dal tuo specifico punto di osservazione di professionista, ci puoi dire come vedi il mercato del fumetto italiano e che prospettive pensi possa avere nel brave, medio e lungo termine?
E.T.) Quello che in Italia si ignorino alcuni fenomeni, è un fatto ormai ahimè, fin troppo acclarato. Molto perché abbiamo un informazione anche nel fumetto, praticamente pilotata e ben circoscritta sempre agli stessi attori. D’altronde questo è il paese dei conflitti d'interesse e anche il fumetto, soprattutto negli ultimi anni, non sfugge a questa regola. Poi perché rispetto a paesi come la Francia, il Giappone o gli USA, il pubblico è meno abituato a leggere più cose. In Italia i fan bonelliani la fanno da padrone, e molti di essi sono abbastanza monotematici nei gusti. A volte seguo sui social, discussioni accanite su copertine di Dylan Dog, su maltrattamenti subiti da fan bonelliani. Insomma il fumetto in Italia non si può ridurre solo a questo. Io sono un lettore di albi bonelliani e considero quelli che ci lavorano professionisti seri e preparati, ma quello è fumetto popolare. Il fumetto non è fatto solo di proposte popolari o commerciali. Ci sono fumetti autoriali, di denunzia come quelli di Becco Giallo, capolavori manga, fumetti supereroistici, insomma le proposte sono tante. dare visibilità a tutti non solo è giusto, ma si fa anche corretta informazione. Ora è assolutamente vero, che tutti gli organi d'informazione sul fumetto, debbano sentire il dovere di parlare dell'esperimento su Omegha, da parte di Giochi Uniti, semplicemente perché è loro dovere fare cronaca. Tutto qui. Se non lo fanno o lo fanno male, è un deficit d'informazione che onestamente si nota. Per le prospettive sul fumetto, beh...cosa dire. So per certo che molti fumetti vendono drasticamente meno. Che alcune testate chiuderanno, che alcuni editori entrati nel mondo del fumetto anni fa , con propositi bellicosi, stanno chiudendo i battenti dopo appena due anni. Non un bel panorama no? Se si aggiunge che si parla di vendite record a mostre ed incontri, palesemente non vere(lo dimostrano le dichiarazioni che se si analizzano con tempi e metodi, si verificano false)si chiudono testate che vendono in maniera decente e si tengono aperte altre, che vendono poco, il futuro non sembra molto confortante....che dire, per chiudere con una battuta?? Speriamo negli esperimenti come Omegha!!!