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L'Editoriale. Elezioni politiche 2018. Pensieri a posteriori

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Di Alessandro Bottero

Prima delle elezioni avevo detto su Facebook, esponendomi, cosa pensavo sarebbe successo. Avevo detto che il Movimento 5 Stelle sarebbe stato il primo partito, al 30%. Avevo detto che la coalizione di Centro Destra sarebbe stata la più votata al 35%. Avevo detto che il PD avrebbe toccato il 25% . E avevo detto che dopo le elezioni PD e FI avrebbero fatto un governo di coalizione.

Ci ho preso al 50%. Ma ho anche sbagliato in alcuni elementi fondamentali. Non avrei mai immaginato che il PD crollasse fino a questo punto. Non che la cosa mi dispiaccia, visto che questo potrebbe finalmente significare l’uscita di Renzi dalla scena politica, dopo che lo stesso non aveva mantenuto l’impegno di ritirarsi dalla politica se avesse perso il referendum del 4 dicembre 2016. Ma è un elemento che, collegato al crollo di Forza Italia, esclude a priori qualsiasi ipotesi di coalizione tra i due autentici perdenti delle elezioni.

Prevedevo un risultato della Lega maggiore del 12% che gli attribuivano i sondaggi, perché il fatto che i sondaggisti e gli opinionisti di giornali e TV ancora non hanno capito è che le persone spesso mentono, non dicendo che voteranno per un partito o una posizione che il pensiero dominante stigmatizza come “sbagliata” o “populista”. È lo stesso errore  fatto su Trump che per i sondaggi all’apertura delle votazioni USA era indietro di 10% rispetto a Hilary Clinton, o per la Brexit, quando tutti i sondaggi davano in vantaggio la posizione del restare nell’UE.  I sondaggi sono falsi perché le persone che non vogliono fare “brutta figura” col sondaggista evitano di dire “Sì, voterò Lega anche se non l’ho mai fatto pima perché mi riconosco nelle idee di Salvini”, o “Sì, voterò Trump anche se tutti i giornali e le TV dicono che è un coglione, perché mi stanno più sui coglioni quelli della casta. Almeno Trump gliele canta chiare”. Questo elettorato di pancia mente durante i sondaggi, e poi vota.

Ecco perché pensavo che la Lega potesse avere un buon risultato. Sempre su Facebook mesi fa dissi “Le elezioni le vincerà chi sarà più duro con gli immigrati”. E dissi anche “Succederà qualcosa di eclatante, che sarà usato a fini elettorali”. Ed è successo esattamente questo (almeno nel centrodestra). Se ho la percezione che gli immigrati siano un pericolo, voterò per chi ha sempre preso posizioni che accarezzano questa mia paura. Non per chi ci arriva adesso, imitando l’originale. Per parlare chiaro. Se desidero decisioni dure verso gli immigrati voterò Lega, non il PD solo perché ADESSO Minniti fa una politica di destra. Tra l’originale e l’imitatore, scelgo l’originale.

Comunque mi ero sbagliato sottovalutando il crollo di PD e FI. E quindi la Krosse Coalizione all’amatriciana è impossibile.

Cosa succederà secondo me?

Fossi Mattarella  la cosa che farei sarebbe prendere tempo per far calmare le acque e DISTANZIARE il momento della scelta dalla campagna elettorale. La politica ha la memoria di un’effimera, e già tra due/tre settimane le cose dette in campagna elettorale gli uni contro gli altri saranno cose passate. Ora i toni sono ancora roventi, ma dategli  due/tre settimane (direi dopo Pasqua) e le cose saranno ben diverse.

 Se fossi Matterella allora prenderei tempo NON dando un incarico a Di Maio o Salvini, ma farei come fece Ciampi anni fa. Individuerei una figura all’interno dell’entourage della presidenza del Consiglio e gli affiderei un mandato ESPLORATIVO, per sondare il terreno. All’epoca Ciampi lo fece con Antonio Maccanico. In una situazione di tensione e scontri tra le parti Maccanico ebbe un mandato esplorativo per vedere come stavano le cose, se i partiti si parlavano tra di loro, e se era possibile  arrivare a qualche intesa. NON per formare un governo, ma per avere il tempo di far decantare le cose. Un mandato esplorativo  darebbe a Mattarella e ai partiti almeno una settimana di tempo per riflettere e parlare, mentre dando un incarico ufficiale adesso a Di Maio o a Salvini significherebbe bruciarli.

A questo punto io , sempre se fossi Mattarella, darei mandato a Di Maio in quanto partito con il numero maggiore di parlamentari. La costituzione infatti stabilisce che i parlamentari sono “Senza vincolo di mandato”, e l’essere stati eletti in una COALIZIONE non significa assolutamente nulla. Non esiste alcun obbligo formale per cui  un partito che si è presentato all’interno di una coalizione debba rimanere VINCOLATO all’interno di quella coalizione.  I parlamentari sono liberi da vincoli, e si decide nel presente, non nel passato. Il dato che conta è la consistenza del gruppo parlamentare, e quindi a logica  il primo incarico lo deve avere il Movimento 5 Stelle. Infatti l’incarico nel  caso di Salvini lo avrebbe Salvini in quanto segretario della LEGA , non in quanto rappresentante di una coalizione. I numeri della coalizione non sono infatti certi, in quanto non esiste alcun vincolo tra i partiti che l’hanno formato.

Allora incarico a Di Maio. Di Maio a questo punto chiederà chi vuole aderire al loro programma. E qui ci vorrebbe un colpo di genio.

Il colpo di genio sarebbe dire “Aderiamo noi. Entriamo nel  governo. NON VOGLIAMO NESSUN MINISTRO. Ci vanno bene i ministri che avete scelto, ma vogliamo la MAGGIORANZA dei posti da sottosegratari, la presidenza delle commissioni parlamentari più importanti, e i posti AMMINISTRATIVI e di REGOLAMENTAZIONE  della vita politica. Voi 5 Stelle fate pure i ministri. Noi appoggiamo il governo e prendiamo i posti dove  c’è il VERO potere”. Questo sarebbe un colpo di puro genio anche scommettendo sulla INESPERIENZA di ministri 5 Stelle che, nei fatti, sarebbero costretti sempre di più ad appoggiarsi al lavoro dei sottosegretari, dei dirigenti di dipartimento, e dei presidenti delle commissioni. Oltretutto in questo modo la “faccia” sulle decisioni più impopolari le metterebbero solo i 5 Stelle, mentre l’eventuale alleato (PD o Lega), potrebbe sempre dire “Io non c’ero. Mi sono fidato di loro, come voi elettori”. 

Quindi se fossi Salvini, o chi del PD  tratterà non farei nemmeno finire Di Maio e dire “Mi va bene tutto. Ti appoggio. Ministri quelli che dici te. Ora passiamo alle altre caselle”.

Ma sarebbe troppo geniale, per cui credo non accadrà.

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