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L'Editoriale. Niente di nuovo nel fumetto Italiano
Di Alessandro Bottero
Qualcuno amichevolmente mi tira le orecchie dicendo che non parlo di tutte le novità che accadono nel mondo del fumetto. Il problema è che mi guardo in giro e mi dico “Quali novità?”.
A rischio di sembrare sempre il solito brontolone rancoroso rosicone posso dire che non vedo NESSUNA novità in giro?
I volumi del commissario Ricciardi? Trasmigrazioni da romanzi a fumetti ci sono sempre state. Nulla di nuovo. Al limite la cosa di cui parlare sarebbe che un progetto inizialmente pubblicizzato per le edicole ora invece è diventato un prodotto ad ALTO COSTO (quindi non popolare) e diretto esclusivamente a un pubblico over 40 che compra libri. DI sicuro i volumi del commissario Ricciardi non sono un modo per allargare in modo STABILE il pubblico di chi legge fumetti. Se invece l’obiettivo è fare cassa, tanto di cappello. Ma ricordo che Cornelio della Star Comics, sfruttando il nome di Lucarelli in edicola vendette 30.000 copie. Perché alla Bonelli è mancato il coraggio di fare lo stesso?
Il fatto che Feltrinelli, Newton & Compton e altri editori RIPRENDANO (non INIZINO, ma RIPRENDANO) a pubblicare fumetti sarebbe una novità? Forse solo per chi ha una memoria storica uguale a quella di un’effimera che vive 24 ore e poi svanisce nel nulla. Già successo, già visto, già fatto. Come leggo la cosa? Semplice. Le vendite dei libri sono alla frutta e gli editori affannosamente cercano di alzare i fatturati pubblicando fumetti. Tanto poi nel fatturato delle case editrici di varia per i meccanismi distributivi nelle librerie vanno le copie PRENOTATE e DISTRIBUITE, non quelle effettivamente vendute quindi si potrà dire tutto e il contrario di tutto. Anche che un volume PRENOTATO in 5.000 copie ha VENDUTO 5.000 copie. Tanto chi legge non sa niente di queste raffinate distinzioni e crede fiducioso a qualsiasi BALLA dicano gli editori per farsi belli. C’è una bella differenza se “un volume su cinque VENDUTO in libreria è nostro” e “un volume su cinque DISTRITUITO in libreria è nostro”. Ma tanto viviamo nella società degli annunci a effetto, dove la gente non fa mai le pulci a chi spara slogan, perché “L’ha detto lui e mi fido”.
Che novità ci sarebbero? Le Graphic Novel (esatto LE graphic novel. Dire I graphic novel è sbagliato)? Sai che novità. Volumi a fumetti sono sempre esistiti. La novità sarebbe che adesso si chiedono più soldi ai lettori per prodotti spesso e volentieri fuffosi e pretenziosi? Non mi pare una novità. SI chiama IMBONIMENTO DEL CONSUMATORE e lo si è sempre fatto.
Una novità vera sarebbe se il numero degli ACQUIRENTI di fumetti in edicola (non in libreria, in EDICOLA) aumentasse rispetto agli anni passati. E invece non è così. I numeri delle serie a fumetti pubblicate in edicola calano mese dopo mese. Se anche Bonelli ormai considera le edicole un canale di vendita destinato all’estinzione - e il passaggio dei volumi di Ricciardi dalle edicole alle librerie ne è la prova indiscutibile – ormai di che stiamo a discutere? Se l’unico - forse – editore dotato della forza e della potenzialità per invertire il trend si arrende, ormai che novità può esistere?
Il sicuro gigantismo di Lucca è una novità? Dice bene Lucio Staiano ”Lucca è il Sanremo dei fumetti” e Sanremo non è progettato per dare spazio alle novità musicali. A Sanremo regna e domina il consueto, il “Si è sempre fatto così e non cambiamo perché sennò gli sponsor non cacciano più i soldi “. Il gigantismo elefantiaco di Lucca, il successo incommensurabile di pubblico , i numeri oltre ogni possibile valutazione, rendono Lucca terrorizzata dalla novità. La novità mette in crisi il passato. E se invece l’obiettivo obbligato è confermare il passato la novità è negativa.
Allora ditemi; di che novità dovrei parlare?
L’orchestra suona, In prima classe tutti ballano, tutti sono felici e brindano alle magnifiche sorti progressive. E l’iceberg si avvicina…..