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L'Editoriale. Di chi è il diritto d’autore, dell’autore o della comunità?
Di Alessandro Bottero
Negli USA si sta sviluppando un interessante dibattito che qui vi riassumo.
Nel 1987 lo sculture Arturo di Modica realizza un’opera, un toro imponente che sta per lanciarsi nella carica e lo mette davanti alla Borsa di New York a Wall Street. Quella scultura, in QUEGLI ANNI, ossia prima del crollo della borsa del 1989, intendeva rappresentare la forza e la potenza del capitalismo americano e del mercato borsistico, in pratica il Toro di Wall Street era il simbolo della potenza dell’indice Dow Jones, che tutto e tutti avrebbe conquistato dopo il crollo del muro e la scomparsa dell’Unione Sovietica. La storia quindi è: c’è una statua, c’è un autore, e quindi per legge il diritto d’autore protegge la statua e l’autore. Si dice che le opere d’arte vadano rispettate e non sia possibile alterarle senza chiedere permesso all’autore, anche se - sinceramente – di una statua che glorifichi la forza e la potenza del capitalismo finanziario ne avrei fatto volentieri a meno. A me non pare Arte, ma solo sbruffoneria molto alla “io so’ io e voi non siete un cazzo”. Marchese del Grillo docet.
Comunque perfetto. Opere, autore, diritto.
Poi che succede? Succede che nel 2017, all’interno di un progetto che ha chiesto a 3500 aziende di investire di più sulle donne, un giorno davanti al Toro lanciato alla carica è stata messa un’altra statua, raffigurante una bambina di nove anni che PARE opporsi alla carica del Toro. La scultura intitolata The Fearless Girl è stata realizzata da Kristen Visbal e ha un significato preciso: ricordare al mondo degli affari americano e a tutti gli altri l'importanza del ruolo delle donne negli affari e nella società. Attenzione, particolare non di poco conto: questa istallazione rimarrà lì a tempo. Non è PERMANENTE. È una istallazione artistica che si inserisce all’interno di un’altra opera per lanciare un messaggio che PRENDE il senso originario della prima opera (il Toro), lo RIFLETTE alla luce della situazione sociale contingente, e realizza un ALTRO senso artistico. Ossia la somma degli elementi (toro + bambina) realizza un totale di senso maggiore della semplice addizione del senso individuale delle due statue.
A questo punto che succede? Arturo di Modica mette in moto i suoi avvocati che hanno inviato lettere al sindaco di New York, Bill de Blasio, alle autorità competenti e alla società che ha finanziato la statua della bambina e ne ha promosso la campagna, ritenendo che l'installazione della nuova scultura abbia violato il copyright di Di Modica, sostanzialmente alterando il senso originario della scultura.
A questo punto che dire? A livello pedissequamente legale Di Modica può anche non avere tutti torti, solo se però si ritiene la statua non un opera d’arte la cui vita sia in diretta correlazione con la fruizione della collettività ma un OGGETTO di cui il proprietario dispone come vuole senza dover rendere conto a nessuno.
Se invece l’arte vive ALL’INTERNO della società e della comunità in cui è inserita e fruita, allora il suo senso, il suo significato, non appartengono più solo all’autore originario o ai proprietari. Appartengono alla collettività e la società può USARE le opere d’arte per realizzare contenuti nuovi, più adatti ai tempi presenti.
Il diritto d’autore dello sculture Di Modica secondo me viene DOPO l’utilizzo artistico della sua statua. Qui infatti non stiamo parlando di una mutilazione o di uno sfregio che ledono l’integrità di un’opera senza aggiungere nulla, ma di una NUOVA opera d’arte sprigionatasi dall’unione di due elementi. L’ECCESSO di senso derivante da questo accostamento realizza una NUOVA opera d’arte, e quindi il vecchio copyright svanisce, per essere inserito in una nuova realtà artistica.
Oltretutto la statua della bambina verrà tolta a tempo debito, per cui…. Di Modica, ma che BEEEEP vuoi?