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L'Editoriale » I Grandi Misteri delle Edicole: Editoriale Cosmo
di Alessandro Bottero.
Ci sono cose nelle edicole che sfidano le leggi della logica e della comprensione del reale. Realtà che come il calabrone non dovrebbero volare, poi però volano e fanno la pernacchia a chi glielo fa notare. È vero che la vita vince sulle teorie e che come Don Ferrante si muore di peste anche se la logica e la filosofia dimostrano inequivocabilmente che la peste non esiste, ma santo cielo… a volte i misteri sono davvero TROPPO misteriosi. Oggi parliamo di uno di loro, ossia della Cosmo detta anche Editoriale Cosmo, o i Cosmonauti, o Quella casa editrice che pubblica un boato di cose e nessuno capisce come fa. Il mistero è proprio questo. Ho preso il catalogo della Cosmo da quando è nata a oggi, cosa disponibile sotto forma di file PDF scaricabile dalla rete, e ho contato 197 titoli dall’autunno 2012 a oggi. 197 titoli. In due anni e mezzo. Se si prende un albo Cosmo pubblicato in questo marzo 2015 tipo ad esempio Dogma (l’ho comprato e quindi so di cosa parlo) in terza di copertina ci sono UNDICI uscite mensili per marzo. Undici. Non due. Non tre. Non quattro Undici. Ossia poco meno della Sergio Bonelli. E oltretutto quelle della Cosmo sono serie che escono. No, perché è facile annunciare e poi magari ritardare. No. La Cosmo esce. Undici cose. Al mese. E questo è già un mistero perché ad esempio NON si sa chi le traduca. Se si esaminano le gerenze non c’è scritto NULLA. Solo un anonimo Grafica, Traduzione, Testi e Lettering I Cosmonauti. Ora, in una società dove il lavoro individuale in teoria andrebbe riconosciuto, anche perché la traduzione è un lavoro che cade nel diritto d’autore e per legge il diritto d’autore comprende il diritto alla ATTRIBUZIONE e alla PATERNITA’ dell’opera, il primo mistero è Perché niente nomi? Perché questo anonimato assoluto? Perché questa OPACITA’?
Passiamo al secondo mistero: come fanno a reggere? I costi di realizzazione di un prodotto Cosmo in giro si sanno. Chiunque tratta o ha trattato con gli editori francesi sa benissimo quanto chiedono. Diciamo che un albo a 96 pagine che raccolga due albi francesi come DIRITTI (o anticipi Royalties) ti può costare tranquillamente da 1000 a 1500 euro. Anche i costi di stampa sono conosciuti a chi lavora nel settore. Un prodotto formato bonellide può costare diciamo 30 centesimi a copia per una tiratura di 10.000 copie. Diciamo che, e la butto lì, tra stampa e diritti un albo di 100/144 pagine ti può costare da 4.000 a 5.000 euro. E non metto in mezzo Iva e altre fesserie. Bene. Su un albo che ha un prezzo di copertina di 3,20, tu editore ricavi più o meno il 35% ossia 1,12 euro. Vogliamo dire che hai un contratto col distributore SUPER FAVOREVOLE e hai strappato il 40%? Ok, allora tu da un albo che costa 3,20 ricavi 1,28 euro. Per ammortizzare diciamo solo 4.000 euro di spesa devi vendere 3125 copie (più o meno) e così pareggi i costi. Se ne vendi di meno vai in passivo. Il punto è che parrebbe (e dico PARE, ok? non ho PIU’ i dati, ho solo i dati che avevo l’anno scorso) che queste cose NON vendano tutte stabilmente più di 3500 copie. E prima che qualcuno tiri in ballo i bonellidi della Lion o della SaldaPress vi dico subito che i diritti di una serie americana costano molto, molto, molto di meno di una serie francese. Sapete quanto fa pagare la Dargaud all’Aurea per le serie francesi? Io si, perché me l’ha detto chi vende i diritti della Dargaud :“Perché dovremmo darli a voi questi fumetti, quando abbiamo l’Aurea che ci paga questa cifra?”, e per 46 pagine parliamo di cifre altine. Ma torniamo a noi. Il mistero quindi è: come fa la Cosmo a pubblicare 11 serie al mese se pare (PARE) che quasi nessuna sia in attivo, o perlomeno pareggi i conti? È però vero che sento dire che la Cosmo deve fallire da quasi due anni, e come per il calabrone la vita smentisce la teoria. Voglio chiarire una cosa: a me personalmente non interessa se la Cosmo fallisce o va avanti. Non ce l’ho con loro. Certo, trovo il loro modo di rapportarsi con chi rappresenta un sito di informazione, si presenta allo stand e chiede informazioni abbastanza poco educato, ma queste sono opinioni mie private. Per me possono continuare a pubblicare per altri quarant’anni. In perdita o con un successo a palate. Non mi cambia la vita. Però la curiosità c’è. Ed è la curiosità di chi si chiede: perché? Perché produrre UNDICI albi al mese, in una condizione di mercato così strana? Dove questo tipo di prodotto stenta? Dove il fumetto a priori stenta? Dove le vendite calano? Dove NON è vero che non c’è la crisi? Perché?
Il terzo mistero della Cosmo è: ma chi compra i loro fumetti ha 20/decimi di vista? Già gli albi francesi a formato originale sono pieni di parole (e in Francia nessuno rompe il C***O agli sceneggiatori dicendo che scrivono troppo, ma si sa… in Italia siamo tutti sceneggiatori e critici letterari…) – Se poi riduci il formato a una taglia bonellide, il font è talmente piccolo che praticamente non ci si capisce niente. Per cui ripeto: gli albi Cosmo sono rivolti a chi ha innesti bionici oculari, in grado di adattarsi alle diverse dimensioni del prodotto????