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L'Editoriale » Non è un paese per Strisce
di Alessandro Bottero
Qualche giorno fa ho cercato di contare quante strisce a fumetti vengano pubblicate in America ogni mese. Dopo essere arrivato a 200 ho smesso di contare (e mi sono limitato solo alle strisce pubblicate su carta. Gran parte di questi prodotti escono tutti i giorni, e una minoranza solo la domenica. Si tratta di una mole di fumetti (perché sono fumetti anche questi) spaventosa se ci pensiamo bene. E si tratta di fumetti anche belli, oltre che totalmente inediti in Italia. Qualche nome? Rose is a rose, Lio, Artic Circle, 9 Chickwood Lane, e così via.
Il problema è che in Italia le strisce sono considerate mortali. Nessun editore si azzarda a pubblicarle. I quotidiani se ne fregano, o bene che va si limitano ai soliti dieci/dodici titoli classici ormai visti e rivisti in tutte le salse. Editori specializzati in fumetti le evitano come la peste, anche per i costi che chiedono le agenzie che ne detengono le licenze in Italia. Ci sono riviste settimanali o mensili che presentano qualche striscia (Internazionale e poche altre). Ma soprattutto i lettori se ne fregano.
La striscia sembra un formato non in sintonia con le onde cerebrali del lettore medio italiano. E non solo del lettore. Mentre ogni mese ai vari Syndacate americani arrivano decine e decine di proposte di strisce, segno che ci sono autori che hanno voglia di lavorare su questo formato, in Italia gli aspiranti autori non sono tarati sul formato striscia. O Bonelli o comic book americano. Tertium non datur.
Uno mi potrebbe dire “Ma esiste la Rete! Gli autori pubblicano le strisce sui blogghe, su facebuch e sulla rete!” Ok. Perfetto. E allora perché quando si esaminano i progetti o i portfolio dei vari aspiranti alle manifestazioni non si vedono mai proposte di strisce?
Ma posso capire gli autori. Se gli editori, e soprattutto gli editori che HANNO I SOLDI E POTREBBERO INVESTIRE, non investono un euro che è un euro in progetti di questo tipo, sia portando in Italia ottimi prodotti che invece così restano ignoti sia creando e SOSTENENDO IL TEMPO NECESSARIO perché il fenomeno attecchisca riviste dove autori Italiani possono pubblicare strisce, non andremo mai da nessuna parte.
Dite che secondo me gli editori che HANNO I SOLDI E POTREBBERO INVESTIRE dovrebbero essere talmente lungimiranti da capire che gli investimenti devono essere nel lungo termine e non secondo il principio “O la va o la spacca” al primo mese di lancio? Esatto, dico proprio questo. Dico che ci sono editori che HANNO I SOLDI E POTREBBERO INVESTIRE che hanno il braccino talmente corto da non rischiare nulla, quando potrebbero benissimo farlo e non fallire se un progetto dopo SEI/OTTO MESI non risulta in attivo. Tanto hai altre CINQUANTA testate che vendono bene.
Ma tanto lo so che è inutile. La fuori c’è tutto un universo di fumetti belli, divertenti, ben scritti e soprattutto sconosciuti, e i lettori italiani non ne sanno nulla. E continueranno a non saperne nulla.