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L'Editoriale » 2014: considerazioni su questo surreale inizio anno
di Alessandro Bottero
Sono bastati undici giorni dall’inizio dell’anno per farmi capire che la commedia dell’assurdo in cui si è trasformata la vita di tutti noi non accenna a terminare. È sempre più probabile che Beckett e Ionesco siano diventati i demiurghi che reggono le fila dell’umana esistenza, e la cosa potrebbe ancora andare bene. Se a decidere delle nostre sorti fosse Jarry col suo Pére Ubu allora saremmo in guai seri. Di chi sto parlando? Di autori teatrali. Di Teatro dell’Assurdo e di Teatro Patafisico. Sto parlando di una società sempre più schizofrenica (o sarebbe meglio dire schifofrenica) dove la linearità del pensiero e delle idee, un filo logico, una consenguenzialità giorno dopo giorni tra azioni o dichiarazioni di uomini politici e persone al comando del vapore ormai è svanita. Il Titanic sta navigando, l’orchestra suona felice e tutti cliccano mi piace su face book coi loro iPhone nella sala da ballo. Peccato ci sia un Iceberg che attende.
Perché dico ciò? Perché oggi non parlerò di fumetti. Già. È arrivato il tempo di un’altra delle temute invettive botteriche. Non viviamo nella bolla, non siamo alieni dal contesto di tutti i giorni, e quindi anche se leggiamo fumetti ogni tanto la misura si colma. A me sono bastati undici giorni.
Il governo prima dice che RETROATTIVAMENTE (quando in tutte le università a giurisprudenza si insegna che la legge non può mai essere retroattiva e se lo dici a un esame ti bocciano) avrebbe preso 150 euro dalle buste paga degli insegnanti perché… perché sì. Al di là delle spiegazioni ridicole e in techinichese la motivazione è Perché a me mi servono soldi per fare bella figura con Bruxelles e quindi ti RUBO 140 euro dalla busta paga. E sticazzi. Poi però, giustamente, gli insegnanti e il ministro dell’istruzione si arrabbiano, e allora il governo fa marcia indietro. Figura ridicola. Tafazzi regna nei nostri cuori. Se ci sono tre categorie in una società che dovrebbero essere pagate bene perché svolgono compiti difficili, duri e fondamentali sono i medici, i poliziotti e gli insegnanti. Lo stato dovrebbe RADDOPPIARE gli stipendi a queste categorie, e non squalificarli sempre, ogni giorno che passa. E non lo dico per populismo o per demagogia. SE paghi poco un poliziotto, sarà più facile corromperlo. Se paghi poco un medico lavorerà male, e quindi ti curerà male. Se paghi poco un insegnante non insegnerà bene, e quindi le prossime generazioni saranno degli imbecilli.
In India ora pare che la pena di morte per i due marò italiani in attesa di giudizio non si possa escludere. La cosa è talmente delirante da risultare ridicola. In India ci sono le elezioni politiche. In India esiste una parte del apparato politico che odia Sonia Gandhi perché è italiana, e quindi vuole che i due italiani siano giustiziati per colpire Sonia Gandhi e il partito del congresso. Se Sonia o chiunque altro nel suo partito invocasse clemenza sarebbero accusati di chinare la testa di fronte alla prepotenza occidentale. E tu, in una situazione del genere, che conosci benissimo RIMANDI INDIETRO i marò, fidandoti delle assicurazioni (verbali e mai scritte, perché gli indiani non sono mica coglioni come noi e quindi non lasciano tracce) date mesi fa? Io già vedo la scena. India e Italia ai due lati di un tavolo. India con in mano due cartelline. Su una c’è scritta vita dei due marò, sull’altra commesse milionarie Italia-India. E qualcuno dice all’Italia che tutte e due non le può avere. Non bisognava rimandare indietro i marò. Punto e basta,. La diplomazia è una tecnica che serve a proteggere i propri cittadini all’estero e a fare gli interessi del proprio paese. Punto. Non è una scienza esatta da applicare a prescindere dalle persone. Solo che bisogna saperlo fare. E gli italiani ormai da anni non ne sono capaci.
Problema imposta casa. Io ho scientemente rinunciato a seguire cosa si dice sul problema IMU, Tasi, e altre sigle da telequiz perché ogni giorno il governo cambia idea. L’impressione che ne ho è che al governo e negli uffici amministrativi che li coadiuvano lavorino degli imbecilli che non sanno fare le addizioni, o le moltiplicazioni, o una semplice operazione, per cui ogni giorno rifanno i calcoli e scoprono cose nuove o cose di cui non si erano accorti. Io a scuola quando sbagliavo i calcoli prendevo 4. Oggi chi sbaglia i conti dello stato viene nominato Premier direttamente da Napolitano, o diventa direttore generale. Poi dici che uno evade. In una situazione del genere, con il 44,3% di pressione fiscale ufficiale - e probabilmente un 55% reale - evadere non sarebbe un reato. È sopravvivenza. E mi resta sempre in mente cosa diceva Tolkien “Chi è contrario alle evasioni? I Carcerieri.”
Populismo? No. Realismo. Disincantato, triste, impotente realismo.