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L'Editoriale » Più Libri, Più Liberi 2013: impressioni e meditazioni
di Alessandro Bottero
Come ogni anno ormai da tempo il primo fine settimana di dicembre vede svolgersi a Roma la manifestazione "Più Libri, Più Liberi", e anche quest’anno chi scrive è andato a rilassarsi un attimo tra i corridoi di una manifestazione editoriale non dedicata ai fumetti. Oddio, è vero che se anni fa gli editori di fumetti non partecipavano a questa manifestazione, con il solo Mauro Paganelli di Edizioni Di che stoico veniva e teneva alta la bandiera del fumetto, ormai le presenze anche a Più Libri, Più Liberi sono cresciute. Quest’anno c’erano (e vado a memoria, perché non ho sottomano il catalogo…) Edizioni Di, Fandango-Coconino-BeccoGiallo, Tunué, BAO, NPE, Lavieri, Comic Out, LIT-Mompracem, e sicuramente mi sfugge qualcuno. La mia presenza si è limitata al giovedì mattina, quindi assolutamente niente tempo per ascoltare dibattiti anche se di sfuggita verso le 11 ho colto qualche persona sicuramente importante e di assoluto prestigio che seduto nell’area dibattiti/presentazioni con le telecamere RAI in azione ciangottava placido assieme ad altre persone sicuramente importanti e di assoluto prestigio sul libro e sul futuro. Mi sarebbe venuto voglia di intervenire per chiedere “Scusi, ma lei, PROPRIO LEI CHE PARLA, quanti libri ha comprato nel 2013, e quanti ne ha LETTI o per caso non ha avuto tempo di leggere libri perché ha passato il tempo a partecipare a dibattiti sul perché non si legge?” ma credo che mi avrebbero cacciato a calci e poi ero in licenza quindi non mi andava di disturbare lo status quo. C’erano molte scolaresche in giro, perché tradizionalmente giovedì e venerdì sono i giorni in cui le scuole vengono a visitare la mostra. DI solito i bambini vengono, le maestre dicono “NontoccateNonchiedeteNonparlateNonfiatate”, gli fanno fare un giro per i corridoio, i bambini arraffano cataloghi, segnalibri, adesivi, tutto quello che è arraffabile gratis e sembra preziosissimo (e che poi verrà buttato via tredici secondi dopo essere usciti dalla manifestazione), vengono costretti a sentire i pallosissimi interventi sul quanto siano BelleBuoneBrave le biblioteche scolastiche e comunali, quanto sia BelloBuonoBravo leggere un libro che però deve essere un libro BelloBuonoBravo e soprattutto Educativo sennò i bambini leggono cose che li faranno diventare delinquenti o baby escort. Comunque, che c’era di interessante? Allo stand Tunué era disponibile in primizia assoluta il BELLISSIMO libro "Schulz e i Peanuts", scritto nel 2007 da David Michaelis, e da me tradotto. Il libro già era interessante in originale, ma dopo la mia traduzione e la cura certosina di questa edizione ad opera di Marco Pellitteri direi che questo è "IL" libro critico su Charles Schulz e i Peanuts. Certo, un libro del genere (bestseller 2007 secondo il New York TImes, non secondo l’Eco di Molfetta…) dovrebbe vendere svariate MIGLIAIA di copie, ma questo in un mondo perfetto e non in questo ridicolo mercato italiano dove i libri meritevoli vengono clamorosamente schifati e le marchette del comico o il libro sulla dieta del cetriolo vengono elevati al rango di bestseller. Tanto per finire questa sferzata di assoluta autopromozione dico anche che allo stand Iacobelli era presente il libro da me scritto "Da Nembo Kid a Superman", dedicato al personaggio, libro che Gianni Brunoro nella sua recensione per la rivista Fumetto elogia. Ma anche qui….quanti siti di persone che dovrebbero parlare di fumetti hanno speso una parola su questo volume uscito in realtà da oltre un mese? Direi nessuno.
Lavieri aveva uno stand come sempre interessante e mi ha confermato che l’ultima opera del duo Cossi-Frezzato, il volume presentato a Lucca e dedicato a un gattino è quasi esaurito. Al tempo stesso Lavieri mi confermava la tragica realtà del settore libri. Puoi pubblicare libri raffinati, puoi recuperare testi dal grande valore culturale, puoi curare l’aspetto grafico arrivando a una sintesi raffinata e personale, puoi farti un mazzo tanto ma poi non vendi una emerita cippa perché in Italia oltre il 50% della popolazione non legge nemmeno UN libro all’anno. Molto interessante lo stand della casa editrice Odoya, che aveva tra le novità l’ultimo libro di Wu Ming 4 ossia Difendere la Terra di Mezzo, una raccolta di scritti e interventi su Tolkien e sulla sua opera, che sfogliandolo mi è sembrato interessante. Spero che qualcuno di Odoya legga questo editoriale e me lo spedisca per poterlo recensire, così da darne un parere più approfondito.
Era presente anche Comic Out, appoggiata allo stand Coconino, e dopo il buon risultato di Lucca, il volume dedicato al Dottor Oss è andato bene anche a Più Libri, Più Liberi.
Ma cosa dice questa manifestazione sul mercato del libro? Dice che non siamo alla frutta ma direttamente al conto. Il settore editoriale ha visto una ulteriore contrazione del venduto, stimabile più o meno attorno al 20%. Ossia se già nel 2012 non si vendeva un BEEEP ora non si vende un BEEEP più il 20% del prossimo BEEEP. Gli unici settori che paiono dare segnali di crescita sono quelli dell’editoria per ragazzi (attenzione NON i fumetti. Parliamo dei libri scritti per infanzia e adolescenza. I fumetti sono considerati a parte.). Qui il mercato cresce di un 6/7% all’anno. È il mondo di Geronimo Stilton, dei libri Disney, di moltissimi prodotti rivolti al pubblico delle elementari e delle medie inferiori. Poi, arrivati alle medie superiori, nel passaggio 14-19 anni progressivamente si smette di leggere. L’e-book pare anch’esso in crescita, ma diciamocelo… sostenere che il mercato editoriale italiano sarà salvato dagli e-book è sicuramente una frase che va per la maggiore tra coloro che posseggono un iPad o un iPhone o un accidenti di tablet, ma nel mondo reale ha la stessa attendibilità del dire che il Sassuolo vincerà il campionato di serie A 2013-2014. Se oltre il 50% degli italiani non leggono nemmeno un libro all’anno è perché non gli piace leggere, non perché non gli piace la carta. Puoi dargli tutti gli iPad che vuoi e puoi caricargli nell’iPad 300 TERABYTE di e-book gratis. Se non leggeva prima, non leggerà nemmeno adesso. Gli e-book nel 99% sono acquistati da persone che già leggono libri di carta. E spesso acquistano la versione digitale, avendo già quella di carta. Come puoi salvare un mercato del genere, se non sostenendolo con investimenti a fondo totalmente perduto da parte delle strutture pubbliche? E lo devi fare perché la cultura, l’editoria sono delle risorse forse impalpabili, forse non CONTABILIZZABILI, ma essenziali per la vita e la sanità mentale di una società e di una nazione. Lo stato dovrebbe sostenere l’editoria, e non ridurre le agevolazioni per le spedizioni postali dei libri da parte degli editori. Lo stato dovrebbe aiutare chi vuole dare vita a iniziative che diffondano la cultura, e non strangolarlo con tasse, norme, leggine, e lacci burocratici che sembrano pensati apposta da chi non si fida degli sporchi intellettuali e vuole impedire che il pensiero si diffonda libero.
Più Libri, più Liberi. È vero. Più libri leggi, più voci ti metti nella mente e nel cuore, più sei libero. Questo è innegabile. Questo il Potere lo sa bene. Questo chi controlla l’economia lo sa bene. E questo non gli piace. Al Potere piace lo slogan Meno Libri, Più Stabilità. Chi non pensa non mette nulla in discussione. Accetta quello che gli si dice di pensare. Chi legge pensa, e chi pensa non accetta di essere schiavo. Uno stato che scopre che oltre la metà del suo popolo non legge libri è uno stato che dovrebbe dire “Oltre la metà dei miei cittadini non sono liberi. Devo aiutarli a diventare liberi. Devo aiutarli a ricominciare a leggere”.
Ma ormai in Italia (e nel resto del mondo, purtroppo) gli unici libri che vengono rispettati dal Potere sono quelli contabili.