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L'Editoriale » La mutilazione genitale femminile: una intollerabile barbarie
di Alessandro Bottero
Sospendiamo un attimo i resoconti post Lucca 2013, perché non posso tacere riguardo una delle cose che più mi fa imbestialire nell’universo: la mutilazione genitale femminile.
SI è tenuta a Roma la conferenza internazionale dedicata alla campagna per combattere questa barbarie organizzata dall’Unicef, e i dati sono a dir poco terrificanti. Più di 125 milioni di bambine fino a 14 anni sono vittime di questa pratica, che volendo parlare chiaro consiste nell’asportazione del clitoride, secondo una credenza per cui la sessualità femminile è una cosa pericolosa e quindi la donna deve essere neutralizzata togliendole la possibilità di godere.
Gli studi parlano di 29 paesi africani e mediorientali in cui questa pratica è cosa comune, e in cui lo stato praticamente non fa nulla. I numeri sono a dir poco terrificanti: in Somalia viene mutilato il 98 per cento delle ragazze e donne di età compresa fra i 15 e i 49 anni, del 96 per cento in Guinea, del 93 a Gibuti e del 91 in Egitto. In molti di questi paese, la mutilazione viene imposta a una bambina prima dei primi cinque anni di età (vale per l'80 per cento dei casi in Somalia, Egitto, Repubblica Centroafricana e Ciad). Ma per questo e altri dati ecco QUI l’articolo di riferimento.
Ora, il punto è molto molto semplice. Questa cosa deve cessare. Punto e basta. Verissimo che non c’entra la religione ma piuttosto le credenze etniche o culturali (anche se forse il fatto che dove arrivi il fondamentalismo islamico il problema aumenti un qualche senso ce l’ha…) e la vulgata dell’antropologia dice che le culture vanno rispettate per non cadere nel pericolo dell’imperialismo culturale, ma in QUESTO caso specifico mi permetto di dire rispetto delle culture un par di palle. La mutilazione genitale femminile va fatta smettere e subito. Bisogna imporre con la forza leggi draconiane che la impediscano e che bastonino pesantemente i colpevoli. Niente discorsi, distinguo o cincischiamenti. Se lo fai e ti becco ti sbatto al gabbio trent’anni senza condizionale. E se lo fai, visto che hai pensato fosse giusto mutilare una bambina, a te maschione che ti sentivi in pericolo per una ragazzina di 10 anni, ti taglio le palle. Sì lo so, Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, la legge del taglione, e tutti questi bellissimi discorsi da finissimo convegno giuridico. Tutte palle. Tu mutili una ragazzina, io ti taglio i testicoli. Così capisci cosa si prova. Chiamatemi pure barbaro, incivile, mostro, fate pure Ma dopo che mi ci avete chiamato vogliamo fare qualcosa subito per impedire che domani altre 10 bambine vengano mutilate, o vogliamo discettare di antropologia culturale? Vogliamo fare qualcosa, o fra due anni ci ritroveremo per un’altra conferenza dove costernati scopriremo che da 125 milioni le bambine mutilate sono passate a 130?