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L'Editoriale » Narnia Fumetto 2013: Fumetto d’Autore presente e sostenitore
di Alessandro Bottero
Tra pochi giorni prenderà il via l'ottava edizione di Narnia Fumetto, la manifestazione che ormai tradizionalmente riapre la stagione delle manifestazioni a fumetti dopo la pausa estiva. Il programma è come sempre interessante, e anche se giocoforza Narni rimane una manifestazione di dimensioni limitate (ma questo è un dato di fatto legato agli spazi e alla grandezza del luogo, non un giudizio di valore) quindi con un bacino di utenti forse non del tutto capace di garantire ritorni economici soddisfacenti, bisogna apprezzare lo sforzo di valorizzazione del fumetto che Francesco Settembre, organizzatore da anni dell’evento, compie senza mai lasciarsi scoraggiare dall’ottusità di chi invece di aiutarlo a promuovere un evento che valorizzerebbe anche la cittadina, se non gli mette i bastoni tra le ruote poco ci manca. Quando mesi fa Settembre chiese a chi era attivo nel mondo del fumetto un aiuto a organizzare la prossima (questa) edizione di Narnia Fumetto, Fumetto d’Autore rispose dicendo di essere pronto ad aiutare chi, anche se in passato si era trovato a discutere anche vivacemente con noi, era sempre stato onesto nelle sue posizioni. Ecco quindi che quest’anno abbiamo voluto dare un contributo sotto due aspetti: ideando, collaborando a organizzare e gestendo l’Area Pro e tenendo una conferenza sulla storia nota e meno nota della Marvel in Italia che vedrà il sottoscritto impegnato sabato 7 settembre alle 14:00. Dopo la pausa estiva si riaprono le danze sotto tutti i punti di vista, e speriamo che questa edizione di Narnia Fumetto dia il via a una tendenza positiva nelle manifestazioni dell’autunno 2013.
Passando ad altro Pasquale Ruggiero mi dice che Jenus, il volume pubblicato dalla Magic Press a luglio è stato il bestseller dell’estate fumettistica, con vendite costanti e soddisfacenti su Amazon. Gli credo senza problemi, ma mi chiedo: quante sono queste vendite “soddisfacenti”? Se si studiano le classifiche Nielsen di luglio e agosto 2013 (che diciamo subito NON coprono le vendite su Amazon) i fumetti sono drammaticamente assenti. C’è Zerocalcare, che ancora regge pur con numeri molto inferiori rispetto al boom spaventoso dell’inverno-primavera 2013, ma poi il nulla.
Dove sono tutte le case editrici che vendono nelle fumetterie? E inoltre, ci rendiamo conto che il volume di venduto nelle fumetterie parlando di fumetti è immensamente superiore a quello delle librerie di varia? Ancora c’è gente che vede la Libreria Di Varia come la panacea che salverà il fumetto? Signori, SVEGLIA!!!!! Nelle librerie di varia, dati Nielsen alla mano, i fumetti non si vendono. Si vende Zerocalcare. NON i fumetti.
Altro ancora: qualcuno si è lamentato assai del fatto che abbiamo detto quanto vendessero alcuni prodotti in edicola. La cosa mi fa sorridere. Per anni sapere quanto vendessero i fumetti in edicola era la curiosità bramosa di tutti i lettori. Addirittura si diceva che non si capiva perché si tenessero segreti questi dati, come se ci si vergognasse di dirlo. E ora che ve lo diciamo la gente si irrita? Allora diciamoci la verità: la gente non vuole VERAMENTE sapere quando vendano i fumetti. La gente vuole essere RASSICURATA che i fumetti di cui si parla su Internet vendano. Non è più un discorso di sapere le cose, ma di cercare una rassicurazione. E allora se entriamo nel campo dei bisogni psicologici alzo le mani.
Qualcuno ha detto che ci siamo divertiti a dire che Long Wei fosse un brutto fumetto, solo per denigrarlo, dimostrando così di non aver letto cosa ho scritto. Io non ho MAI detto che Long Wei fosse brutto, o bello, o così così, per il semplice fatto che non avendolo letto non mi sono permesso di dare giudizi sui contenuti. Ho scritto invece che la CAMPAGNA PROMOZIONALE che doveva sostenere il lancio di Long Wei, presentata come innovativa, accorta e che sarebbe stata vincente perché coinvolgeva la comunità cinese, alla resa dei fatti e basandosi sui NUMERI, non sulle mie opinioni, si era rivelata un fallimento. Non un mezzo o parziale, ma un fallimento totale.
E per finire lasciate che faccia i miei complimenti al genio che ha detto la frase simbolo, secondo me, della confusione mentale che troppe tastiere hanno provocato nelle menti dei lettori: "non lo compro, ma non è possibile che venda così poco". Benedetto figliolo, ma se tu NON lo compri è OVVIO che venda poco. Perché dovrebbe vendere tanto se tutti la pensassero come te? E soprattutto… ma se NON lo compri, perché ti dispiace se vende poco? Se io NON compro/vedo/ascolto/seguo un qualcosa è perché ho deciso che non m interessa e quindi che venda poco o tanto non mi importa. Se una cosa non mi interessa, la posizione più logica è indifferenza riguardo al suo destino. Perché dovrei sentirmi colpito se vende poco? Il fatto stesso di NON averlo comprato da parte mia è stata una chiara decisione di NON aiutare quel fumetto a sopravvivere.
Grande confusione mentale e troppe tastiere in giro. Internet poteva essere una risorsa inestimabile. Troppo spesso si è rivelata solo un modo per aprire bocca e dargli fiato.