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L'Editoriale » Blog del fumettomondo: finita la libertà di insulto indifferenziato?
di Alessandro Bottero
Leggo il giornale e incontro questo articolo "Condannato per i commenti al suo blog nove mesi per "istigazione a delinquere" (fonte La Repubblica).
Lo ritengo molto importante per il mondo del fumetto e lo uso per questo editoriale, perché essendo un articolo nella sezione tecnologia, spesso e volentieri questi articoli sono ignorati e non letti. In sostanza che succede? Succede che il gestore di un blog che si potrebbe ritenere di servizio pubblico, o anche in difesa dei diritti del cittadino, contro la prepotenza di tizio o caio, sia stato condannato perché i commenti postati da terze persone (non dal gestore del blog) in molti casi oltretutto anonimi, sono stati ritenuti diffamatori ed istigatori a delinquere. A questo punto il soggetto che si è ritenuto parte lesa ha denunciato il tutto, e dopo un processo il gestore del blog è stato condannato. Tra le motivazioni della sentenza questo sono particolarmente interessanti:: «Pacifica essendo la responsabilità esclusiva in capo all'imputato per la gestione del blog (...) e dunque anche per il contenuto dei messaggi in esso pubblicati, è indifferente che si tratti di contenuti riferibili direttamente al T. o ricevuti da altri utenti, essendo stato comunque il primo a curarne l'inserimento e la conseguente divulgazione al pubblico».
ed anche
«L'affermazione del T di non controllare il contenuto dei messaggi ricevuti prima di pubblicarli è priva di rilievo ai fini che qui interessano, sia perché formulata in termini assolutamente generici, sia perché la qualità dei contenuti di analogo tenore pubblicati sul blog nel corso del tempo è tale da rendere inverosimile che l'imputato potesse averne ignorato o male interpretato il contenuto».
Cosa se ne ricava? Che la scusa “io non modero i commenti, perché c’è libertà di espressione” salta del tutto. La libertà di espressione non arriva a coprire l’istigazione a delinquere. Nel caso specifico si trattava di imbrattare cartelloni e/o boicottare il lavoro delle aziende che curano la cartellonistica. Nel caso del fumetto spesso e volentieri si parla di offese personali e lavorative, di boicottaggio commerciale verso la casa editrice X o l’autore Y, o altro. Tutti casi che rientrano in un modo o nell’altro del reato (ricordo che la diffamazione non è protetta dalla libertà di espressione), e che sulla base di questa sentenza richiamano alla responsabilità il gestore di un Blog qualsiasi. Se sul mio blog i commenti dedicati al fumetto X o all’autore Y sono tali da potersi configurare come diffamatori, ad esempio, non conta che sia stato un altro a farlo, magari sotto nick anonimo. Il gestore di un blog, per il semplice fatto di aver permesso o non ostacolato, l’esistenza nello spazio da lui gestito di un testo diffamatorio è responsabile della presenza di tale commento. È questa una limitazione alla libertà di espressione? Mi devo sentire castrato nella mia libertà di parola perché non posso più dire “XXXX non sa scrivere e lavora in YYY solo perché è raccomandato”? beh, se questo è quello che si prova, allora significa che non si ha la minima idea di cosa sia la libertà di espressione. Blog, facebook, twitter o altri mezzi di comunicazione non sono una scusa per tramutare la libertà di espressione nella libertà di insultare impunemente, o procurare un danno commerciale a pinco o pallino, semplicemente perché “sto esprimendo la mia libertà di parola e se me lo impedisci sei un fascista”.
Attenzione: non sto dicendo che NON bisogna denunciare chi adotta comportamenti che creano danno e disagi, né che no possa esprimere pareri e giudizi. Dico però due cose
-nel caso specifico una beceraggine nell’esprimersi fa il gioco proprio di coloro che invece sono (o che io penso siano) nel torto. Se io invoco reati contro Tizio o Caio per fargliela pagare, anche se Tizio o Caio moralmente sono (o possono essere) colpevoli, il mio esprimermi in modo sconnesso e infantile automaticamente gli consegna su un piatto d’argento l’alibi del sentirsi ingiustamente accusati, e il risultato finale qual è? Che l’eventuale danno alla collettività di X passa in secondo piano, davanti alla condanna del gestore del Blog.
-Nel caso più ampio del fumettomondo non si tratta di impedire l’espressione del dissenso su scelte editoriali o contenutistiche. Ma quando questo dissenso arriva all’insulto personale o professionale, allora il legittimo dissenso viene oscurato dalla NON legittima maleducazione, e le critiche, magari anche dure ma si spera costruttive, non sono più prese in considerazione. Se uno dice “l’autore X non sa più fare un cazzo, scrive di merda, e infatti…” e poi magari elenca cose effettivamente sbagliate nella produzione di X, io personalmente non presto il minimo peso a queste critiche, perché le rubrico sotto la voce “insulti e maleducazione da eliminare in toto”. E allora il risultato che si spera di ottenere svanisce. A meno che uno non abbia come obiettivo solo quello di insultare l’autore X o Y, ma allora è un cafone ed è giusto togliergli la tastiera del PC.
Visto il precedente di questa sentenza, e visto che a livello formale non c’è differenza tra un commento anonimo su un blog o un FORUM dedicato ai problemi della cittadinanza e un blog o un FORUM dedicato ai fumetti (e qui forse è il caso che gli amministratori di un forum a caso COMICUS, capiscano che non è vero che dei commenti sono responsabili solo gli utenti che li scrivono. Dei commenti, dopo questa sentenza, è responsabile chi gestisce il sito e permette, o NON impedisce, la pubblicazione e la permanenza di commenti diffamatori accessibili al pubblico) inviterei i vari gestori di blog e forum del mondo del fumetto a pensare molto seriamente al fatto che se uno scrive in un commento a un blog o a un topic di un forum che l’editore X è un ladro perché non paga i collaboratori, o altre piacevolezze del genere che sono lesive dell’immagine professionale di editori ed autori, e quindi creano un danno, e quindi possono (se il tribunale lo decide) essere sanzionabili, di stare un poco più attenti a cosa lasciano scrivere dalle persone. Perché poi non ci va di mezzo l’utente anonimo. Ci va di mezzo chi gestisce lo spazio, perché «Pacifica essendo la responsabilità esclusiva in capo all'imputato per la gestione del blog (...) e dunque anche per il contenuto dei messaggi in esso pubblicati, è indifferente che si tratti di contenuti riferibili direttamente al T. o ricevuti da altri utenti, essendo stato comunque il primo a curarne l'inserimento e la conseguente divulgazione al pubblico».