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L'Editoriale » Lance Armstrong confessa: e allora?
di Alessandro Bottero
Lance Armstrong avrebbe confessato. Avrebbe ammesso di aver usato il doping per vincere sette Tour de France. E subito i moderni Robespierre duri e puri godono perché si sentono dalla parte del giusto. Ha confessato. Il malvagio ha ceduto di fronte alla forza della verità e dell’etica! Alla ghigliottina, così potremo eliminare il malvagio e la società potrà essere pura!
Beh, sono palle.
Ho già detto in un precedente editoriale - e lo ripeto - che l’unico modo NON IPOCRITA di affrontare il problema del doping è di LEGALIZZARLO. Punto e basta. Alla gente seduta comodamente che vede la TV pagando (canone RAI, pay per view, satellite e altro) non gliene frega una benemerita cippa di XXXX, di vedere le partite tra dilettanti tanto bravi e puri, o le corse dei dilettanti per la provincia di rieti. Vuole lo spettacolo. Vuole l’impresa epica. Vuole drogarsi di sport estremo, mentre si gratta la pancia nel suo salotto guardando il megaschermo. Altro che purezza olimpica o duri sacrifici. Io voglio vedere un record del mondo. Voglio vedere gente saltare tre metri, voglio vedere i ciclisti che corrono a 70 kmh per quattro ore di seguito. Me ne frega una mazza del doping.
E non sono solo io spettatore. Credete che il Tour de France avrebbe potuto chiedere ed ottenere tutti i soldi che ha ottenuto dalle TV americane se Armstrong non avesse usato il doping e vinto sette tour? O credete che i giornali sportivi avrebbero venduto le stesse copie, se il Tour l’avessero vinto sette ciclisti diversi, senza mai arrivare a compiere l’impresa?
Armstrong ora dovrebbe pagare. Ok. E allora l’organizzazione del Tour de France dovrebbe restituire i soldi presi GRAZIE alle imprese di Armstrong. E allora tutti quelli che in questi anni hanno guadagnato GRAZIE alle imprese di Armstrong (giornalisti che hanno scritto articoli, scrittori che hanno scritto libri, organizzatori di eventi che hanno incassato soldi grazie alla presenza di Armstrong), dovrebbero RESTITUIRE quei soldi. Perché sono soldi che derivano dal fatto che Armstrong usava il doping. Se non l’avesse fatto nemmeno loro (organizzatori, giornalisti, scrittori) li avrebbero incassati.
E invece tutti faranno i puri, i Robespierre, e diranno “Al rogo il reprobo!”, e poi continueranno a sfruttare gli altri.
Mi fa più schifo questo atteggiamento di chi usa il doping. L’atteggiamento ipocrita di chi trae un vantaggio dalle malefatte altrui, e poi le condanna.
Se le condanni NON PUOI ricavarne un guadagno. E se fossi davvero etico, puro, e morale dovresti dire “io Tour de France ho ricavato tot milioni di euro come diritti di riprese televisive, dalle reti americane, perché c’era Armstrong che vinceva. Siccome quei soldi hanno come base un comportamento illecito, devolvo la stessa somma percepita anni fa, in beneficenza.”
Ma tanto nessuno lo dirà, perché come si sa i soldi non puzzano.
Armstrong ha fatto benissimo a usare il doping, perché in realtà tutti volevano che lo facesse. L’organizzazione a cui serviva un campione, i giornalisti a cui serviva qualcuno su cui scrivere, il pubblico che vuole sensazioni sempre più forti ed estreme.
Armstrong ha dato alla gente, agli organizzatori, a tutti quello che in realtà volevano. Ha usato il doping? Sì. E allora? Lo sport inteso come competizione alla pari tra atleti non esiste più da quando esistono il professionismo e la competizione che porta a guadagni. Non è più sport, ma solo spettacolo. E lo spettacolo deve andare avanti, perché deve far guadagnare sempre più chi lo gestisce.
Almeno leviamo di mezzo l’ipocrisia, e ammettiamolo.