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L'Editoriale » Di numeri, vendite, e altre piacevolezze
di Alessandro Bottero
Due settimane dopo la Lucca dei Miracoli, e il mondo del fumetto inizia a occhieggiare al periodo delle strenne. È quel periodo dell’anno, approssimativamente da metà novembre a capodanno, durante il quale - in teoria - ci sono varie occasioni per fare regali, e magari per regalare libri, e magari-magari libri/volumi a fumetti. Una bella grafic novel per natale e passa la paura. È il periodo in cui i pericolosissimi territori della editoria di varia diventano la terra promessa, e quanto si spera che i prenotati si tramutino magicamente in vendite sicure. È vero che poi i soldi l’editore li vedrà tra mesi e mesi (più o meno a aprile/maggio), ma si emettono le fatture, e si è tutti contenti. Al tempo stesso da questo terreno periglioso che è la libreria arrivano notizie strafavolose. Sento voci per cui il libro di Zerocalcare, "Un polpo alla gola", avrebbe venduto più di 30.000 copie, e le trovo plausibili.
Le trovo plausibili per un motivo semplice, anzi due, e ve li esporrò. Ma prima vorrei capire una cosa perché è molto importante. Il volume di Zerocalcare è stato VENDUTO in oltre 30.000 copie, o è stato DISTRIBUITO sulla base di complessive PRENOTAZIONI superiori alle 30.000 copie? Perché c’è una bella differenza. Mentre nelle fumetterie quello che ordini è comprato, quindi 30.000 copie DISTRIBUITE nelle fumetterie sono 30.000 copie già COMPRATE a priori dai negozi al distributore, e prima ancora dal distributore all’editore, nelle librerie di varia non è così. Le copie PRENOTATE e successivamente DISTRIBUITE ancora non sono copie VENDUTE. Il venduto VERO di un libro si ha alla fine del ciclo di distribuzione-presenza nella libreria- resa. Solo alla fine questo ciclo si può dire “il volume di Zerocalcare ha VENDUTO tot copie”. Adesso (novembre 2012) al massimo puoi dire “il volume di Zerocalcare ha avuto delle PRENOTAZIONI ed è stato DISTRIBUITO. E fino ad oggi di quel numero di copie distribuito si stima siano state vendute tot copie.”
Ma dire “il volume di Zerocalcare ha VENDUTO 36.000 copie”, ora a novembre 2012, con meno di un mese di vita nelle librerie del volume, è dire una sciocchezza. È rigirare la frittata, confidando nell’ignoranza dei lettori.
Il volume di Zerocalcare sta andando sicuramente bene e posso crederlo. Ma dati CERTI sulle vendite non li ha ancora nessuno. E questo, chi conosce i meccanismi della distribuzione nelle librerie lo sa benissimo. Però a volte diverte rigirare le carte in tavola per far restare a bocca aperta i lettori.
Quindi Zerocalcare, secondo me, ha avuto delle ottime prenotazioni, sicuramente venderà tanto (e questo credo che sia una previsione facile), ma per due motivi molto semplici, e che nulla hanno a vedere con l’effettiva qualità del prodotto.
Primo dato: ogni settimana Zerocalcare è presente con una striscia su Internazionale, rivista che vende oltre 25.000 copie a numero. Ossia tutte le settimane 25.000 persone leggono una striscia (devo dire ben fatta e carina) di Zerocalcare, E la leggono non su una rivista di fumetti, o su un blog di fumetti. La leggono su una rivista esterna al mondo del fumetto, ossia Zerocalcare stando su Internazionale intercetta un pubblico che al 90% non frequenta fumetterie, blog di fumetti, e sicuramente non perde tempo a leggere siti o forum dove si discetta di fumetti. Qualche mese fa Internazionale ha rinnovato la sua pagina di strisce. È stata costretta a farlo perché era finita la striscia dedicata a Ted l’orsetto, e quindi si è reso necessario rimodellare il tutto. Tra le nuove strisce ce ne sono due di autori Italiani, ossia Makkox e Zerocalcare. Bene, riuscendo ad arrivare lì i due autori hanno vinto al SuperEnalotto. Diciamoci le cose come sono. 25.000 lettori fissi alla settimana, e oltre tutto lettori che tutte le settimane comprano la rivista dove sei presente, sono una manna dal cielo. Sono 25.000 persone che ti leggono, che sono abituate a PAGARE per leggerti (non solo te, ma ANCHE te) e ti seguono fedelmente. Sono un bacino potenziale di lettori che nessun altro autore ha in Italia. Oltretutto Internazionale vende tranquillamente oltre il doppio di Lancio Story e Skorpio, quindi è una rivista che permette una esposizione mediatica immensa.
Secondo punto: e qui vado nel campo delle opinioni. Clint Eastwood diceva che le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue. Siccome io sono normodotato credo di avere diritto ad almeno due opinioni. Una è la seguente: forse anche io riuscirei a distribuire nel mondo delle librerie di varia decine di migliaia di copie di un volume, se avessi un suocero il cui nome apre tante porte, e garantisce tante attenzioni. O meglio, diciamo così. Sicuramente un bravo editore riesce benissimo a diffondere i propri libri nelle librerie di varia, Ma avere un suocero che si chiama Marietti aiuta molto.
E allora diciamo che Zerocalcare scrive bene, ha i tempi, è bravo (per quanto io preferisca Makkox, come autore), ma che a 36.000 prenotati ci arrivi per motivi extra-contenuti. Vedete, io non sono invidioso. A me fondamentalmente che Zerocalcare venda, che la BAO venda non interessa. Al limite fa piacere, così potranno incassare quei 1.200 euro che gli servono per comprare le sigarette, i tramezzini, i caffè e i biscottini del mese (opppps… che battutina acida….sono proprio uno sciocchino), ma poi pace. Quello che mi da fastidio è chi ignora volutamente gli elementi che spiegano il successo commerciale dei volumi BAO di Zerocalcare, ed eventualmente di Makkox, per raccontare la favola della ripresa, delle vendite in varia, e del futuro meraviglioso che ci aspetta se ci affidiamo ai novelli salvatori della patria, editori bravi, belli e buoni, che mica sono come quei cialtroni che non pagano e sfruttano tutti.
Per curiosità. Se ad oggi il libro di Zerocalcare ha venduto davvero 36.000 copie (venduto e non PRENOTATO E DISTRIBUITO, ma diciamo venduto per venire incontro a chi dice queste sciocchezze), allora ha VENDUTO 36.000 copie e l’editore ha incassato i soldi per 36.000 copie. Ripeto: questo numero non è un dato attendibile ad ora, perché non è possibile che i distributori abbiano già fatto un inventario totale che si fa dopo un RICHIAMO del titolo. Quindi anche Amazon non ha VENDUTO tot copie. Ha DISTRIBUITO tot copie nelle librerie e aspetta di avere i risultati reali delle vendite, ma cerchiamo di non essere troppo precisi che poi agli esperti di editoria questa cosa potrebbe dare fastidio. Se, ripeto ad oggi per qualcuno è SICURO che Zerocalcare abbia venduto 36.000 copie, allora la BAO dovrebbe fargli un bonifico per royalties maturate delle vendite di almeno 46.000 euro, calcolando una royalties dell’8% sul prezzo di copertina di 16 euro (1,28 euro per 36.000). e qui allora arriviamo ad una prova empirica assai semplice: se l’autore conosciuto come Zerocalcare ha GIA’ ricevuto o riceverà a breve 46.000 euro di royalties per le vendite del suo libro Un polpo alla gola fino a novembre 2012, allora significherà che è vero che ad oggi (13 novembre 2012) il libro di Zerocalcare abbia effettivamente venduto 36.000 copie reali. Ma se questo bonifico non c’è, significa che non si sta parlando di VENDITE, ma solo di copie DISTRIBUITE, e che i dati attendibili sulle vendite li avrai tra qualche mese quando i distributori faranno un report di vendite, come capita per TUTTI i libri.
Ripeto: Sto dicendo che il libro di Zerocalcare, "Un Polpo alla gola", è brutto? Che venderà poco? Che non è vero che è stato un successo a Lucca? No. Venderà tanto, è stato un successo a Lucca, e sicuramente (così a naso) a Lucca ne sono state vendute almeno 3.000 copie, che anche lì…..1,28 per 3.500, o per tutte le copie vendute a Lucca, fanno sempre quei 5.000 euri circa di royalties maturati concretamente dal 1 al 4 novembre 2012 con le copie vendute direttamente dall’editore, eh?
Argomento interessante…. Ma quando dei volumi vendono TAAAAAAAANTO a Lucca, e l’editore incassa immediatamente un sacco di euri, all’autore, che magari sta pure lì di presenza allo stand, le royalties gliele danno subito? E se no, perché? Faccio un esempio. Io sono una rockstar. Il mio libro si vende bene. Diciamo un 2.000 copie. A un euro circa a copia fanno quei milleduemila eurini che sono simpatici. Soldi concreti e tangibili. Io ho diritto a delle royalties. Me li hanno dati subito? E se no, perché? E se Zerocalcare (ma il suo è un esempio, visto che è stato il libro più venduto a Lucca) i soldi non li becca subito, quando li prende? Dopo sei mesi, perché l’editore deve “fare un report a fine anno”? Ma lui i soldi delle vendite li ha incassati subito. Ce li ha concretamente in mano. Che accidenti di report a fine anno deve fare? Tot copie vendute, tot royalties. Eccoti gli euri, e tu firmi una ricevuta con data e al limite timbro della casa editrice: “ricevo dall’editore XXX tot euri a saldo delle royalties per vendita numero tot copie del volume XXX, come da contratto in essere tra me e l’editore”. Non ci vuole molto. Basta fermarsi dieci minuti ogni sera per fare due conti. E domenica sera si salda. La faccio facile? No. Non la FACCIO facile. È facile.
Ok, direi di aver scassato la BEEEP abbastanza. Per oggi posso pure smettere.
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