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L'Editoriale » Risposta agli Utili Idioti: sempre e ancora sui dati di vendita/ascolto
di Alessandro Bottero
A volte è molto noioso combattere contro i preconcetti di alcuni, ma come disse Schiller: “contro la stupidità anche gli dei lottano invano”. E purtroppo di lotte invane ne vedo a migliaia in questi nostri giorni.
Ora un consesso di illustri intellettuali ha deciso di illuminarci, togliendoci dalla nostra stupidità, oppure svelando la nostra malafede, dichiarando a chiare lettere che i giornali e le tv non si lamentano e non mandano lettere quando si diffondo i dati di ascolto o di diffusione, perché TV e giornali soggiacciono ai dettami della pubblicità, e quindi è PER QUESTO che l’auditel diffonde i dati, e che ADS diffonde i dati sui giornali.
Siccome la Sergio Bonelli Editore non ha pubblicità sui suoi albi, allora NESSUNO può chiedere A o B.
Certo, con questa logica si arriverebbe a conclusioni interessanti, perché se la diffusione dei dati è legata alla presenza di pubblicità, allora la Panini dovrebbe rendere pubblici i dati di diffusione e vendita dei suoi albi, perché ha della pubblicità.
E anche WALT DISNEY ITALIA.
Quindi questo vorrebbe dire che se domani pubblicassimo i dati di DIFFUSIONE e VENDITA di tutte le testate Panini Comics o della Walt Disney Italia nessuno potrebbe dirci nulla, né Roberto Recchioni, né Alessandro Di Nocera, né Carmine Console, né altri, perché in questo caso l’elemento “pubblicità” è presente nell’equazione.
Giusto?
Però il punto non è questo.
È il punto di partenza ad essere sbagliato.
Infatti io non ho preso i dati auditel dal sito dell’auditel. Li ho presi dal sito TV Blog.it, che li riceve e li diffonde in modo autonomo anche tra chi NON è iscritto all’AUDITEL.
Io non ho preso i dati dei quotidiani da ADS, ma da Dagospia.
Se vai sul sito dell’ADS, e non sei iscritto non ottieni un bel niente.
Né, se vai sul sito del’auditel e non sei iscritto puoi ottenere nulla.
Quello che è sfuggito a questi utili idioti è che io, che non sono iscritto a nessun sito/strumento di rilevamento, sono entrato in possesso di dati che in origine sono stati diffusi solo all’interno di un gruppo CHIUSO di aderenti a un sito/servizio.
ADS non fa dei comunicati ufficiali pubblico aperti a tutti. ADS da i suoi dati agli iscritti al servizio. Quindi volendo, nemmeno i dati di diffusione in origine sono PER TUTTI.
Il punto è che quando soggetti terzi, magari iscritti ai servizi (TVblog.it per l’auditel, Dagospia per ADS) entrano in possesso dei dati e li usano per DIFFONDERLI SENZA RESTRIZIONI mettendoli a disposizione di tutti, le TV e i quotidiani, non mandano lettere di minacce a TVblog o a Dagospia, e non ci sono utili idioti che discettano di come abbia fatto male TVblog a diffondere AL DI FUORI degli appartenenti al circolo chiuso del servizio del’AUDITEL dati che “non devono interessare i telespettatori”.
No. Nessuno lo dice. E invece nel mondo dei fumetti sì.
Nel mondo dei fumetti gli utili idioti decidono che cosa debba interessare al lettore.
E ancora: io sto dicendo che PER PRINCIPIO i dati devono essere pubblici. A PRESCINDERE da pubblicità o meno. E sto dicendo che se si invoca trasparenza in 99 campi dell’agire umano, poi è quantomeno peculiare che invece si glorifichi l’opacità e il “riserbo” in questo. Certo, fa un po’ strano vedere che ad invocare il riserbo siano per primi gli addetti ai lavori che magari vengono pagati dalle case editrici, ma certo sono io che penso male.
Voglio poi sfatare un mito: cari Utili Idioti, gli editori sanno già benissimo quanto vendano i diretti concorrenti. Bonelli sa perfettamente quanto venda Aurea, o Astorina, o Star, o Panini, o cicciosalsiccio. Così come l’Aurea sa perfettamente quanto vendano gli altri e così via. Non è un articolo su un giornale o su un sito a fare danni.
Certo (e prendo spunto da coloro che simpaticamente hanno commentato l’editoriale, giusto per prendere dei nomi a caso, sia chiaro) , se il professor Di Nocera sa quanto vende la collana di Superman legata a Panorama, potrei dire “Chi mi impedisce di pensare che il Professore non lo spifferi agli altri editori con cui collabora?” o come posso essere sicuro che Roberto Recchioni non dica alla Bonelli quanto vende John Doe? Ma sicuramente questo non accade, e farei un torto a pensare cose del genere, perché nel mondo del fumetto sono tutti bravi, belli, eticamente probi, e moralmente ineccepibili, tranne me, Giorgio Messina e Fumetto d’autore. E questo lo sappiamo tutti, no?
Però se devo prendermi la patente di stupido o di persona in malafede, allora le possibili patenti sono tante non credete? E le ipotesi (sicuramente sbagliate, ovvio) fioccano e fanno passare simpaticamente il tempo.
Allora, per concludere
- lo so benissimo che i giornali e le TV hanno pubblicità. Comunque grazie per avercelo ricordato.
- ci sono anche delle case editrici a fumetti che rastrellano pubblicità. Nel loro caso è lecito diffondere dati di vendita?
- il discorso sul diffondere informazioni è un discorso di PRICIPIO, non di episodi contingenti legati alla pubblicità o meno.
- spesso chi difende il padrone lo fa per interesse. A pensare male si offende il prossimo, ma a volte si ha ragione.
- gli editori sanno perfettamente quanto vendono i concorrenti. Non esiste cosa meno segreta al mondo dei dati di vendita tra editori.
- però nel mondo del fumetto italiano si è deciso che ai lettori non deve interessare quanto vendano i fumetti. Anzi, chi se ne interessa fa qualcosa di brutto e di moralmente riprovevole.
Il mondo del fumetto italiano nel 2012 è pieno di persone moralmente probe.
Direi quasi moralisti.
PS. Se c’è un modo di fare fumetto che per definizione non ha, né può avere pubblicità è quello del formato cartonato francese.
Eppure in Francia sulle riviste specializzate c’è la classifica di VENDITA dei fumetti usciti nel mese. Perché? Dov’è la pubblicità negli albi francesi? Perché lo fanno?