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L'Editoriale » Dati ascolto TV: al contrario di quelli sui fumetti, sono pubblici e nessuno protesta
di Alessandro Bottero
TV blog del
PRIME TIME
Rai 1: La prima puntata della fiction Nero Wolfe, con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti, ha totalizzato un ascolto di 4.144.000 spettatori (16.09%)
Rai 2: La finale dell’Isola dei famosi 9, che ha incoronato vincitrice Antonella Elia, è stata vista nella presentazione da 2.380.000 spettatori (8.99%) e nella puntata vera e propria da 4.366.000 (21.98%)
Rai 3: Il telefilm Medium ha riportato un ascolto di 1.036.000 spettatori (3.88%) , seguito da Law&Order - I due volti della giustizia che ha fatto 1.021.000 spettatori (3.89%).
Canale 5: Il film tv con Raoul Bova a caccia dell’anello del Re Salomone, I guardiani del tesoro, è stato visto da 3.697.000 spettatori (14.47% di share). Qui la recensione.
Italia 1: Le Iene Show, condotto da Ilary Blasi ed Enrico Brignano, ha visto sintonizzati nella presentazione 2.175.000 spettatori (8.15%), nella puntata vera e propria 2.960.000 spettatori, per uno share del 13.13%.
Rete 4: Lo speciale del Tg4 e Tgcom24, L’addio di Bossi, Lega nella bufera, ha riportato una media di 914.000 spettatori (3.67% di share).
La 7: Piazza pulita, il programma di approfondimento di Corrado Formigli, è stato seguito da 1.696.000 spettatori, per uno share del 7.45%.
ACCESS PRIME TIME
Rai 1: Il game show Affari Tuoi condotto da Max Giusti ha ottenuto una media di 4.667.000 (18.12%).
Rai 3: Storie - Diario italiano è stato seguito da 1.076.000 telespettatori (4.59%). Blob - Di tutto di più è stato seguito da 1.120.000 (5.09%) e la soap opera Un posto al sole da 2.264.000 (8.94%)
Canale 5: Il tg satirico di Antonio Ricci Striscia
Italia 1: La serie in replica CSI: Miami, con David Caruso, ha catturato una media di 1.591.000 (6.41%).
Rete 4: La serie Walker Texas Ranger, interpretata da Chuck Norris, è stata seguita da una media di 1.551.000 (6.18%)
La 7: Il programma di approfondimento Otto e mezzo, condotto da Lilli Gruber, ha riportato una media di 1.824.000 (7.09%).
Come vedete vengono dati sia numero di spettatori (medio) che share dei programmi dei principali canali, ossia i tre Rai, i tre Mediaset, e La 7.
I pratica vengono diffusi dati delle varie “aziende”. E i concorrenti li vengono a sapere. Probabilmente (non siamo stupidi) i “concorrenti” questi dati li sanno già, ma il punto è che questi dati vengono dati anche al pubblico, e nessuno si lamenta. Non è che
E TVblog.it fornisce questi dati tutti i giorni. Ossia è possibile sapere sia il numero (medio) di spettatori, che lo share di tutti i programmi della serata.
Allora, quando leggo “se uscissero fuori i dati della mia azienda succederebbe un putiferio, non perché sia un rischio "legale" ma perché i concorrenti avrebbero una arma in più.
Ad esempio se si sapesse in quale periodo dell'anno vendiamo di più o in che zona o attraverso quale sistema distributivo rischieremmo di mettere informazioni in mano alla concorrenza.
E in ogni business le informazioni sono armi... Ad esempio cosa impedisce ad una azienda concorrente di avvicinare dipendenti usando come leva la frase "abbiamo visto i dati e da noi puoi fare meglio ecc ecc" ? o sfruttare un filone che quei dati indicano come redditizio ?”
E poi vedo questi dati su TVblog relativi alla TV italiana, o quelli relativi alle serie TV ed ai programmi americani, mi perplimo.
Le aziende i dati dei concorrenti li sanno già. Non è certo la diffusione su Internet a svelarli.
Né la cosa può creare problemi in sede di vendita pubblicitaria, visto che quando ci si presenta ad una società di pubblicità per tentare di vendere spazi pubblicitari si devono dare i dati reali del tirato/distribuito e del venduto.
Vogliamo parlare delle classifiche del venduto dei fumetti americane? Esistono. E sui blog e sui siti si parla e si dice quanto abbiano venduto i fumetti Marvel, o DC. E Marvel e DC non si lamentano se Newsarama lo dice. Né si lamentano se Diamond fa delle classifiche di vendita.
Quindi in Italia:
- possiamo sapere quanti spettatori hanno i programmi della serata TV;
- possiamo sapere quanto vendono i dischi;
- possiamo sapere quanto vendono i libri;
- possiamo sapere quanti spettatori siano andati a vedere un film;
- possiamo sapere quanto vendano i fumetti in america;
ma non possiamo sapere quanto vendano i fumetti in Italia.
Perché se lo dici “cosa impedisce ad una azienda concorrente di avvicinare dipendenti usando come leva la frase "abbiamo visto i dati e da noi puoi fare meglio ecc ecc" ? o sfruttare un filone che quei dati indicano come redditizio ?”
Non sembra anche a voi un’anomalia?
PS. Il ministro Fornero si irrita se l’INPS diffonde dei dati (come è suo preciso dovere in quanto ente pubblico) che le danno fastidio, perché rivelano come il governo Monti abbia fatto una serie di cappelle da incorniciare sulla questione esodati, e dice che i vertici INPS andrebbero sfiduciati. “Il ministro - ha precisato Fornero - non ha mai voluto dire che i numeri non debbano essere dati; dico solo che quelli sono parziali e non interpretati. E allora dare numeri così, su questioni che interessano molti italiani, è molto improprio e, vorrei dire, deresponsabilizzante"... Il Vaticano si irrita se le carte che provano come lo IOR sia stato usato come transito di fondi dalla banca americana JP Morgan verso l’estero. E c’è chi si irrita se si danno notizie con dati editoriali.
È “improprio” dare dati? È “destabilizzante”? Mah…..
Comunque è sempre divertente vedere come i bassifondi del fumettomondo abbaino sempre a sostegno del capobranco. Forti coi deboli, e deboli (e sudditi) con forti.