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L'Editoriale » Sergio Bonelli Editore: i dati di vendita COMPLETI del 2011 - UPDATE

bonelli-editorialedi Alessandro Bottero

Sul blog del professor Stefanelli è apparso un post interessante, dove si danno alcuni dati di vendita della casa editrice Sergio Bonelli. Il professor Stefanelli si è rivolto a, Mauro Marcheselli, direttore editoriale che, dati del distributore alla mano, gli ha fornito le cifre principali. I dati del professore sono relativi alle uscite tra dicembre 2011 e gennaio 2012, e quindi se vogliamo sono giocoforza limitati, e oltretutto i dati del professor sono incompleti, perché non ci dicono quanto viene DISTRIBUITO in edicola, dato basilare per capire la vera forza di un fumetto.

Ciononostante il professore ha fatto, per quel che gli era possibile un lavoro da apprezzare, pur se incompleto. Visto però che la diga di omertà era stata infranta, noi ci siamo rivolti alla nostra fonte interna alla redazione di Via Buonarroti, la quale, visto che i dati ormai erano stati resi di dominio pubblico, ha decido di darci i dati relativi a tutto il 2011, albi inediti e ristampe, con tirature e venduto. Ovviamente ha chiesto di restare anonima e possiamo solo fidarci di lei, quando ci dice che sono dati ufficiali, ma noi le crediamo. E quindi, per completare il lavoro solo abbozzato del professor Stefanelli, ecco quanto ha venduto la SBE nel 2011.

 

A questo punto nella precedente versione dell’editoriale avreste trovato dei link. Questa mattina però abbiamo preso la decisione di rimuoverli, per non creare problemi alla nostra fonte interna alla SBE. Ulteriori considerazioni le troverete in fondo all’editoriale.

 

Le cosa basilare da tenere presente sono i due numeri finali nella riga di ogni albo, ossia il fornito alle edicole, e il venduto. La differenza tra i due numeri costituisce il reso.

 

Dall’esame di questi dati in nostro possesso emerge che la VERA forza della Bonelli non è solo il venduto, già cospicuo, ma il fatto che il VENDUTO per ogni singolo pezzo (tranne alcune raccolte) è SEMPRE tra il 40 e il 50% del fornito, con picchi del venduto quasi al 60% nel caso di Tex. Cioè, la dove i concorrenti sono felici quando ottengono un venduto tra il 25% e il 30% del fornito, la Bonelli è riuscita a calibrare la diffusione del prodotto in modo tale da ridurre al minimo il reso.

Alta cosa da considerare….Tex è il fumetto che vende di più in assoluto. E non solo come serie regolare inedita, ma anche come RISTAMPA. Le ristampe di Tex spesso vendono tre o quattro volte quanto vendono alcuni “bonellidi” di Aurea, Star, Panini, o GP.

 

E questo dimostra una volta per tutte che esiste un abisso tra quello che si scrive su Internet e il mondo reale, fatto di edicole e copie realmente vendute. Il tanto vituperato Claudio Nizzi, schifato e disprezzato da tutti i fighetti da forum, e dai critici fai da te che si aprono un blog, vende ancora adesso molto più delle “rivelazioni del fumetto italiano”, che imperversano su Forum e Blog. Ossia la gente VERA, quella che VERAMENTE compra i fumetti e non quella che ne parla sui blog o sui forum, preferisce e premia certi prodotti. Che, guarda caso, sono totalmente ignorati, o addirittura schifati, dalla fighetteria da tastiera.

Altro dato, considerato leggenda urbana, ma dimostrato dai fatti: da giugno a settembre la gente compra di più. È un dato. Se si osservano gli andamenti delle singole collane (regolari e ristampe), si vede che TUTTE vendono qualche migliaio di copie in più in estate, e che i mesi da novembre a febbraio sono i peggiori (febbraio più di tutti).

Ancora: nel 2011 la Bonelli ha lanciato un nuovo prodotto, ossia Shangai Devil. Bene. Il primo ingresso è stato (per i canoni bonelliani) disastroso, con un reso SOTTO la media del 40%, che invece è la regola per le tutte le altre collane. Inoltre Shangai Devil 2 è ulteriormente calato, facendo sì che il rapporto fornito/venduto di Shangai Devil 2 sia stato il peggior del 2011. E se il professor Stefanelli ha ragione, e ci dice che a dicembre Shangai Devil vende 27.000 copie, significa che Shangai Devil ha perso altri lettori tra il numero 2 e il numero 3, e che in proiezione la miniserie Shangai Devil potrebbe vendere meno del suo predecessore, ossia Cassidy.

 

Ed ora alcune considerazioni a latere. 

Come detto precedentemente, abbiamo tolto i link agli elenchi con i dati di venduto e distribuito per evitare discussioni e problemi lavorativi al nostro amico in Bonelli. Ciò non toglie che giornalisticamente parlando non si era fatto nulla di male fornendo dei dati. Era una notizia e come tale la si era data. Non esiste un segreto professionale sui dati degli editori, e non esiste un obbligo di segretezza. La certificazione di qualità delle aziende non professa che i dati di vendita dei prodotti siano secretati. Anzi. Tutt'altro. 

La cosa che resta di questa vicenda, è che come si arriva a toccare qualche punto "sensibile", subito scatta la reazione. È impossibile parlare di dati di vendita degli editori a fumetti in Italia. Sembrano segreti di stato. Ma qui ci troviamo davanti a qualcosa di ancora più paradossale, perché i dati erano tutti fortemente positivi. Non c’era nulla di negativo. Erano la dimostrazione più chiara ed incontrovertibile della forza e delle capacità imprenditoriali della Sergio Bonelli Editore. In un mondo dominato dal buon senso sarebbero dati di cui essere fieri, e da esibire come prova di una capacità editoriale e gestionale da prendere a modello. In Giappone gli editori di manga si vedono e discutono ASSIEME dei risultati, perché il mercato è UNO, e se non lo si fa andare avanti tutti quanti assieme non è una strada giusta. E i manga vendono milioni di copie. In Italia invece anche quando le cose vanno bene, e sono a tuo favore, non bisogna farle sapere. E se qualcuno ne parla, bisogna impedirglielo.

 

I dati che voi non leggerete dimostravano che la forza di una casa editrice a fumetti, che voglia essere diffusa sul territorio, è nella ottimizzazione degli elementi tiratura e reso. Dimostravano che esiste uno schema preciso nel corso dell’anno per quel che riguarda diffusione e tirature, e che riuscire a calibrare quest’ultima è la cosa basilare.

 

Dimostravano anche che editore e distributore devono lavorare assieme, per conoscere capillarmente il territorio, e che stabilire un calendario equilibrato di uscite è basilare.

Ma invece di un riconoscimento delle capacità imprenditoriali della SBE, non leggerete nulla se non queste considerazioni personali.

Un consiglio spassionato alla SBE: volete davvero aiutare il mondo del fumetto, perché come si è sempre detto “più case editrici ci sono, meglio è per tutti, perché stimola la concorrenza e la creatività”? Allora diffondeteli direttamente voi i dati delle vostre vendite, perché farlo non crea alcun danno a voi, e aiuta tutti gli altri a lavorare meglio. E se TUTTI lavorano meglio, il mondo del fumetto crescerà. E non è forse questo che conviene a tutti, Bonelli compresa?

 

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