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L'Editoriale » Bufera su Comicus (forum, non il sito che sono due cose diverse, eh?)
di Alessandro Bottero
Tu sei un ragazzo, o magari anche adulto. Leggi fumetti. Poi ci hai anche la connessione internet (o magari ce l’hai in ufficio o in laboratorio, evabbé dovresti lavorare ma non c’è niente di male se stai 10 ore al giorno connesso al forum di Comicus, giusto?), e alla fine il tuo sogno si avvera. La più grande community sociale di fumetti italiana, oltre 40.000 visite giornaliere, ti chiede di fare il moderatore. E tu a questo punto HAI IL POTERE! Diventi qualcuno. Sei quello che se tizio dice "AH", e a te non va bene lo banni. E se ti gira anche a vita, che ai "cacacazzi" è sempre meglio eliminarli del tutto. Insomma, come si diceva, quando si parlava di Berlusconi, "Che schifo! Si usano leggi e servizi pubblici per interesse personaleI". Ora, non è che qui ci sia dell’interesse, ma certo il sottile gusto del potere sì. Qualcuno ti insulta sul forum? Qualcuno attacca il tuo fumetto? Non critica o dice che non gli piace (dopo averlo letto). No. Qui si parla di attacchi gratuiti e (a volte) premeditati. Beh, l’attacco è pubblico, e tutti lo leggono. Ma se provi a replicare in pubblico allora sbagli. Segnalazioni e difesa della onorabilità personale e del proprio lavoro devono essere private, non se ne deve parlare. Repliche in PM, perché sennò la parte lesa passa automaticamente dalla parte del torto.
Ultimamente due casi hanno mostrato in modo evidente ed inconfutabile di come la moderazione del forum di Comicus continui ad agire in modo come dire… bislacco (continui, non inizi da ora). Una persona fa una battuta circa John Doe. Roberto Recchioni risponde, e siccome lo scambio di battute è considerato OT, la moderazione interviene bloccando lo scambio. Recchioni interviene dicendo "Ma scusate, questo mi attacca in pubblico, e io non posso rispondere in pubblico?". PAF!!!! Recchioni bannato perché ha osato replicare alla moderazione.
Altro esempio: un utente accusa esplicitamente (sulla base di cose dettegli da un terzo, e senza avere prove a parte queste voci) Mauro Boselli di essersi appropriato di idee e soggetti mandati alla Sergio Bonelli da altri, utilizzandoli per sue storie. Questo post rimane almeno due giorni visibile a tutti. Nessuno interviene. (Certo è strano, eh? Sei un moderatore e dovresti monitorare un forum e in due giorni nessuno di un gruppo di dieci moderatori si accorge che una persona accusa un autore di un furto?) Comunque alla fine Boselli viene avvertito della cosa, interviene e chiede una rettifica alla utente, ed un intervento della moderazione. La moderazione NON interviene eliminando il testo incriminato (cosa facilissima da fare, e che in altri casi si fa di continuo. È il cosiddetto MODEDIT), e dichiara che lei non è responsabile di un bel niente. La responsabilità del singolo post è di chi lo scrive. La moderazione deve solo applicare il regolamento. Peccato che nel regolamento ci sia scritto che a nessuno è permesso insultare o diffamare. E direi che chiunque converrebbe con me che LASCIARE INALTERATO e PRESENTE un post di diffamazione significhi essere complici dell’autore effettivo della diffamazione. È come se la vittima di un’aggressione dicesse al poliziotto: "Scusa, ma tu stavi qui. Perché non sei intervenuto? E quello rispondesse Ma io mica sono responsabile dell’aggressione. Il colpevole è quello cheti ha menato. Io sto qui solo per far rispettare la legge."
Certo, ma far rispettare la legge non significa dire io lo so chi è responsabile! È lui!. Far rispettare la legge significa anche intervenire. Sennò, se sei l’autorità che deve vigilare, diventi complice. E se tu autorità lasci inalterato e presente un posto di diffamazione, diventi complice della medesima. E i bizantinismi giuridici dell’Unimente (e di chi ci sta dietro) stanno a zero. O meglio, sono pari ai sofismi con cui qualche avvocato difende i mafiosi.
Come prosegue la cosa? La cosa prosegue che Boselli e la casa editrice Sergio Bonelli si irritano, e fanno una cosa molto chiara. Tu moderazione non mi tuteli? E allora io chiamo la polizia postale, mi faccio dare il nome dell’utente, e poi vediamo cosa succede, all’utente e al forum.
A questo punto tutti diventano ragionevoli e gentili. "Ma dai, cerchiamo di capirci, non banniamo l’utente Boselli" anche se ha replicato PUBBLICAMENTE ad una decisione della moderazione (mentre Roberto Recchioni pochi giorni prima era stato bannato per la stessa cosa), cerchiamo di risolvere tutto. E alla fine l’utente che ha accusato Boselli ritratta la cosa, ed ammette di aver solo citato malamente delle voci fattegli da un terzo, e di non avere le prove di cosa afferma.
Ora, che se ne ricava? Che se al posto di Boselli ci fosse stato chiunque altro, col fischio che la moderazione sarebbe intervenuta in questo modo. Se Boselli non avesse detto "Ah sì? Allora sapete che c’è? Che in redazione stiamo decidendo se sia il caso che gli autori della casa editrice Bonelli frequentino questo forum, dove la gente ha libertà di spalare merda su di noi" probabilmente sarebbe finita come è finita innumerevoli volte. Ossia con la moderazione di Comicus granitica nelle sue certezze, e il post diffamatorio intonso perché tanto "la responsabilità è del singolo, noi non c’entriamo".
Conclusioni: non date i giocattoli delicati in mano ai bambini che non sanno gestirli. Potrebbero usarli come li stano usando (e li hanno sempre usati…)