Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
Dal 2008 il Magazine della Nona Arte e dintorni - Vers. 3.0 - Direttore: Alessandro Bottero
A+ A A-

L'Editoriale » La sindrome di Elektra, ovvero una casa editrice “deve” rispettare i voleri degli autori che lavorano per lei?

elektra-editorialedi Alessandro Bottero

Come promesso ecco il seguito ufficioso dell’articolo su Watchmen 2. In chiusura dell’editoriale scorso dicevo «Ma c’è altro da dire, tra cui il contesto storico in cui situare questa controversia (che volendo trovare un punto di partenza, nasce con la morte di Elektra per mano di Occhiodibue (ah si dice Bullseye? Mi andava di tradurlo a cecio….), ed arriva fino a noi. È il problema del “rispetto dell’autore da parte di Marvel & DC Comics”. Ma ne parliamo la prossima volta.»

Quando Frank Miller “uccise” il personaggio di Elektra, nel corso di una sua celebratissima trama sulla collana Daredevil, tra lui e la Marvel si stabilì un “patto non scritto” per cui Elektra sarebbe rimasta morta. Nessuno avrebbe più ripreso in mano quel personaggio. Miller aveva realizzato una storia che vedeva nella morte della bella Ninja per mano di Bullseye, un fatto basilare. Quella morte serviva per dare al personaggio di Devil una spinta verso nuovi territori. Negare la definitività di quella morte, riportando in vita il personaggio, avrebbe significato negare il senso stesso dell’opera. Si sarebbe negato il senso dell’unicità della storia raccontata. Questo ovviamente vedendo la cosa dalla parte dell’autore.

Io autore do il mio massimo, scrivo/disegno/racconto una storia che definisce un momento di non ritorno nell’evoluzione del personaggio X che in questo momento mi passa per le mani, e – giustamente dal mio punto di vista - non posso concepire l’idea che tutto quel che ho realizzato ora tra qualche tempo sia rimesso in discussione ed appiattito nel ciclo della produzione senza fine di materiale di intrattenimento. Se Elektra muore, la morte è definitiva, e quindi anche se la Marvel potrebbe farla tornare in vita dopo un secondo, ci si accorda tra casa editrice ed autore, per rispettare il volere dell’autore.

Tutto molto bello, e tutto molto autoriale..

Poi che succede? Succede che – giustamente dal suo punto di vista - la Marvel decide che il personaggio di Elektra è suo e ci fa quello le pare.

È qui il punto: fintanto che i personaggi avranno dei proprietari, saranno i proprietari a decidere cosa farne. Eventuali accordi tra i proprietari del personaggio, e persone che ne abbiano scritto le storie (anche per anni) non hanno alcun valore. È il proprietario del personaggio che decide cosa succede al personaggio. Un accordo per cui “Elektra resterà morta per non rovinare il lavoro di Frank Miller” non ha alcuna base, se non la benevolenza volontaristica dei dirigenti che la esercitano finché vogliono farlo. Punto.

Questa è la cruda verità se lavori su personaggi che non sono i tuoi, ma sono proprietà di qualcun altro. Se io lavoro su un personaggio Marvel, o DC Comics, posso scrivere storie bellissime. Posso convincere tutti (critica e pubblico) che la mia versione di quel personaggio, sia la migliore, la più bella, e la più azzeccata. Ma alla resa dei conti se il proprietario mi dicesse “da domani l’uomo Ragno e Mary Jane non sono più sposati. Scrivimi la storia”, o abbozzo e dico “a me che me frega? È lavoro. Mi pagano. La scrivo”. Oppure mi alzo, saluto e me ne vado. Ma non posso impedire al proprietario di quei personaggi di fare quello che vuole con loro. Anche buttare nel cesso decenni di storie favolose.

A questo punto la soluzione qual è, per quasi tutti? Invitare gli autori a mantenere la proprietà dei personaggi e delle storie che realizzano.

Il punto però è che questa soluzione si muove ancora all’interno della logica proprietaria. Che sia una casa editrice, o che sia una persona singola, a livello concettuale poco cambia. Sempre uno sarà proprietario di qualcosa, e sempre questo proprietario sarà l’esclusivo decisore sul destino di un personaggio.

Io mi muovo su altre coordinate. Io esco dalla logica proprietaria, dicendo che la soluzione è abolire totalmente il concetto di proprietà intellettuale. I personaggi e le storie devono essere di tutti, e tutti devono avere il diritto di scrivere le storie che credono, usando i personaggi che vogliono. Io dovrei essere libero di scrivere le storie di Batman che voglio, senza che un proprietario (sia esso la DC Comics, o una persona fisica come un autore X), mi impedisca di farlo. La Marvel vuole far scrivere storie su Elektra? Lo faccia.

E CONTEMPORANEAMENTE Frank Miller deve avere il diritto di scrivere le SUE storie di Elektra. Saranno poi i lettori a premiare le migliori.

Ma torniamo a Watchmen 2. Chi crede che la DC Comics debba rispettare l’opera di Moore, commette un errore di profonda e totale ingenuità: le aziende non rispettano MAI i desideri dei singoli. Perché dovrebbero? Un’azienda ha un unico scopo: incrementare i fatturati, possibilmente rispettando le leggi per evitare guai legali. In questo scopo non c’è spazio per il rispetto dei desideri dei singoli, o nel caso di un’azienda editoriale rispetto del lavoro dell’autore/i.

Ci può essere una benevolenza che un singolo dirigente riesce ad esercitare, frenando l’azienda dallo sfruttare i suoi personaggi, ma alla fine presto o tardi le cose cambiano. Fino a che Jim Shooter fu editor in chief della Marvel i mutanti non furono sfruttati all’osso per fare cassa. Ma questo dipendeva dalla visione di Shooter, per cui un iper-sfruttamento della franchigia mutante era uno sbaglio. Ciò non significa che Shooter non volesse far crescere il fatturato Marvel. Solo che lui voleva seguire la strada di creare contenuti nuovi, prima con i mega crossover come Secret Wars, e poi con il New Universe. Quando questo fece un buco nell’acqua e Shooter fu cacciato, De Falco, che lo sostituì, intraprese la strada dello sfruttamento a 360° dei personaggi, ed iniziarono a proliferare miniserie e serie dedicate ai mutanti. E se da un punto di vista STRATEGICO e di rispetto per le storie personalmente trovo più sensata la posizione di Jim Shooter (e questo è paradossale, se pensate che Shooter ancora adesso ha la fama di essere un bieco e spietato sfruttatore), da un punta di vista aziendale, che miri ad accrescere il fatturato la strada intrapresa da De Falco prima, e da Bob Harras e Joe Quesada poi, è quella più logica. È vero che è una visione TATTICA, ossia mirata solo ad arraffare i soldi del momento, ma il mondo dell’economia (e la crisi globale ce lo ha insegnato con chiarezza e duramente) non ha una visione STRATEGICA, ma sì e no TATTICA., ossia limitata al breve periodo. Potremmo dire “Da megaevento X a megaevento Y”..

Quindi una casa editrice “deve” rispettare i voleri degli autori che lavorano per lei? No. Non deve fare un bel niente. Tu mi proponi un lavoro, io lo accetto. Tu mi paghi. E poi è finita.  Queste sono le regole, e se non mi piacciono non gioco.

Magazine

Intervista a SILVIA ZICHE su "QUEI DUE"

01-01-2021 Hits:3815 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto e Dafne Riccietti

      Bentrovati, appassionati delle nuvole parlanti. Sono lieto ed orgoglioso di presentarvi la versione integrale dell'intervista, comparsa sull'importante numero 300 di “Fumo di China”, realizzata con la mitica Silvia Ziche, che ringrazio nuovamente.   Ritratto di Silvia Ziche, visionato anche dall'artista prima della pubblicazione, ad opera di Lorenzo Barruscotto.   Le tre vignette che troverete ad...

Leggi tutto

INTERVISTA ESCLUSIVA CON MORENO BURATTINI su "Zagor - Darkwood Novels"

26-07-2020 Hits:5470 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

   Ritratto ad opera di Lorenzo Barruscotto, autografato dallo stesso Burattini.     Buongiorno e grazie per il suo tempo. Facciamo quattro chiacchiere sulla nuova miniserie di Zagor “Darkwood Novels”.   - Nel primo volume viene presentata ai lettori questa nuova iniziativa editoriale targata Spirito con la Scure anche con dotte citazioni e riferimenti ai Dime Novels...

Leggi tutto

L'Intervista - Kirby Academy, a Cassino un punto di riferimento unico per chi vuole fare fumetti

17-01-2020 Hits:4337 Autori e Anteprime Super User

A cura della redazione L'Associazione Culturale Cagliostro E-Press, ha 15 anni alle spalle di meritoria attività di scountng di nuovi talenti e diffusione del media fumetto sul territorio nazionale: la storia dell'Associazione, sempre presente alle principali fiere di settore, racconta di più di 150 volumi pubblicati in questi tre lustri e...

Leggi tutto

Saggio e analisi di "TESLA AND THE SECRET LODGE"

17-12-2019 Hits:7040 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

 La cover variant (a sinistra) e quella ufficiale (a destra)   Ucronia. Cosa significa questa parola? Con tale termine viene indicato un genere di narrativa fantastica basato sulla premessa che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo a quello reale. Deriva dal greco e significa letteralmente “nessun tempo”, analogamente a come...

Leggi tutto

Intervista con OSKAR su ZAGOR

17-12-2019 Hits:6844 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

    Facciamo quattro chiacchiere in merito al volume “L'eroe di Darkwood”, il sesto e conclusivo della mini serie “Zagor – Le Origini” che ha visto Oskar, nome d'arte di Oscar Scalco, classe 1971, disegnatore con all'attivo numerosi traguardi prestigiosi, impegnato ai disegni sui testi di Moreno Burattini. Le sue due opere che vedrete di seguito sono presenti...

Leggi tutto

Moleskine 125 » Quella falsa differenza tra Fumetto e Graphic Novel

30-08-2019 Hits:6409 Moleskine Conte di Cagliostro

Sottotitolo: Artibani e Recchioni avanti, dietro tutti quanti (Plazzi compreso) per piacere di Topolino. di Conte di Cagliostro Houston il fumettomondo ha un problema. Ci sono dei pazzi che vanno in giro spacciandosi per Francesco Artibani, Andrea Plazzi e Roberto Recchioni? O Artibani, Plazzi e Recchioni sono pazzi? Ricapitoliamo. Qualche giorno fa, il...

Leggi tutto

RECENSIONE CARTONATO DEADWOOD DICK "TRA IL TEXAS E L'INFERNO"

29-07-2019 Hits:7026 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

    "Avete mai fatto caso che nella vita ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto in…alberare?” Ecco, quel qualcuno è Deadwood Dick. Mutuandola ed adattandola per i nostri scopi, la celeberrima frase pronunciata da un granitico Clint Eastwood in “Gran Torino” serve perfettamente a delineare il carattere del personaggio...

Leggi tutto