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L'Editoriale » Di giurie, premi, e valutazioni: una modesta proposta
di Alessandro Bottero
Come si diceva sta per partire la rutilante e fragorosa stagione delle manifestazioni a fumetto 2012, che ci accompagnerà fino a Lucca Comics & Games 2012. Una delle cose su cui mi piacerebbe riflettere con voi, mentre le note della Nona Sinfonia di Beeethoven nell’esecuzione diretta da Wilhelm Furtwangler il 29 luglio 1951 al festival di Bayreuth si diffondono nella Bot-Caverna, è la seguente: come migliorare il rapporto giuria-opere da esaminare?
Finora il modus operandi è sostanzialmente lo stesso per quasi tutte le manifestazioni:
- si annuncia che si darà un premio;
- si stabiliscono delle categorie;
- si costituisce una giuria;
- si invitano gli editori a segnalare ed inviare le opere che vogliono siano prese in considerazione dalla giuria;
- la giuria riceve le opere prima dell’apertura della manifestazione;
- la giuria scambia pareri ed arriva ad una conclusione, fisicamente o tramite mezzi telematici;
- nel corso della manifestazione si rendono noti i giudizi già espressi dalla giuria.
Questo, con piccole varianti relative alle singole manifestazioni, è lo schema.
Riflettendo invece su come si opera, ad esempio, nelle manifestazioni cinematografiche, o musicali, io propongo un altro modus operandi, che prevede un lavoro di esame nel corso della manifestazione, e non precedentemente. Come? Presto detto
Si costituisce una giuria, e si nomina un PRESIDENTE di giuria, che come nei festival del cinema, dirige ed in un certo senso “indirizza” il tutto. È chiaro che la persona prescelta deve rispondere alle seguenti caratteristiche;
- competente sul fumetto come espressione artistica, e sul fumetto realmente pubblicato in Italia;
- autorevole (come pensiero);
- autorevole (come persona).
Non è necessario che sia “al di sopra delle parti”. Questo modo di pensare stucchevolmente “politicamente corretto”, mi fa tristezza. Un presidente di giuria può anche polemico, di parte, assolutamente e fortemente coinvolto, purché il tutto sia trasparente e contribuisca ad un dibattito “forte”. Meglio una persona “schierata” e con la schiena dritta, che uno “non schierato” ma pronto a piegarsi dove soffia il vento.
A questo punto, posta in essere la giuria e nominato il Presidente della stessa, ecco la grande differenza: gli editori non inviano nulla PRIMA della manifestazione. Si dice “nel corso della manifestazione la giuria esaminerà le opere in concorso”. Esattamente come nei festival cinematografici.
In che modo questo?
A - tutti gli editori di qualsiasi tipo, siano essi gruppi editoriali transnazionali, case editrici, associazioni culturali, autoproduzioni, fanzine o altro, possono METTERE IN CONCORSO una o due opere da loro ritenute degne dell’attenzione della giuria;
B – NEL CORSO della manifestazione si stabiliscono una serie di incontri tra giuria & editori che vogliono PRESENTARE ed ILLUSTRARE l’opera/e che mettono in concorso. Esattamente come a Cannes, o Venezia la giuria VEDE i film nel corso della manifestazione.
C – La giuria incontra quindi l’editore X, che CONSEGNA ai giurati le copie dell’opera/e che intende presentare, e ILLUSTRA alla giuria l’opera/e. Questo per assicurarsi che OGNI opera messa in concorso sia quantomeno presa in considerazione dalla giuria, nello stesso momento, ed in un modo che può dare chiavi di lettura che ad una lettura veloce potrebbero sfuggire.
D – Questi incontri sarebbero riservati, brevi, mirati SOLO ed esclusivamente alla PRESENTAZIONE dell’opera/e proposte dal singolo editore.
E – Qualsiasi editore che NON propone opere non viene preso in considerazione per i premi nelle categorie specifiche. Esattamente come nei festival cinematografici. Se la casa di produzione X NON iscrive a concorso nessun film, non può lamentarsi che non sia presa in considerazione.
F – In due giorni al massimo la giuria è perfettamente in grado di incontrare tutti gli editori che si propongono. A questo punto, la sera del SECONDO giorni di manifestazione è possibile annunciare i risultati.
Tutto chiaro?
Io l’idea la butto lì. Poi, se a qualcuno piace, la metta pure in pratica.