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L'Editoriale » Superbowl XLVI 2012: il più grande spettacolo del weekend!

superbowl-cheerleaderdi Alessandro Bottero

Oggi si parla d’altro. Ho deciso che lo spazio è mio, e si parla di quello che voglio io. E siccome 169 milioni di spettatori (per il Superbowl del 2011) non sono bruscolini, e siccome seguo il Superbowl dal 24 gennaio 1982, quando i San Fracisco 49ers sconfissero i Cincinnati Bengals 26-21, non posso esimermi da questo editoriale.

Questo 2012 vede una situazione non molto chiara. Le squadre arrivate in finale sono i New England Patriots, campioni della American Conference, dopo aver sconfitto i Baltimora Ravens, e i New York Giants, campioni della National Conference, dopo aver sconfitto i San Francisco 49ers. I playoff sono stati sostanzialmente normali, senza partite “epocali” con la sola eccezione di San Francisco 49ers-New Orleans Saints, dove l’ultimo quarto di gara è stato davvero al calor bianco, con tre touchdown, di cui uno nell’ultimo minuto di gara da parte di San Francisco.

Avendo visto tutte le partite devo dire che il livello non mi è sembrato eccezionale. Nella National Football Conference i Green Bay Packers arrivavano con una stagione quasi perfetta. 15 vittorie e una sola sconfitta, ma nel primo impegno importante si sono schiantati contro i New York Giants di Eli Manning per 37 a 20, quindi non un risultato in bilico.

Dall’altra parte della barricata, ossia l’American Football Conference, i New England Patriots, forti di un risultato di ottimo livello come 13 vittorie e 3 sconfitte hanno prima asfaltato i Denver Broncos (che avevano alzato un buon polverone mediatico nel corso della stagione con il quarterback Ted Tebow, ed avevano sconfitto i Pittsburgh Steelers nel Wild Card Round per 29 a 23, con un touchdown nell’overtime), per 45 a 10, e poi sconfitto i Baltimora Ravens 23 a 20 nella finale di conference.

Le finali di conference (Baltimora-New England, e San Francisco-New York) sono state interessanti  per alcuni motivi. Partiamo con quella della AFL, ossia Baltimora Ravens-New England Patriots.  Diciamo subito che Baltimora era l’outsider.  Patriots, 49ers, e Giants sono squadre con una storia, e una “potenza” ormai consolidata. Hanno tutte vinto il Superbowl in più occasioni (49ers 5 volte, Patriots 3, e Giants 3), e anche se l’ultima vittoria dei 49ers risale al 1995, i Baltimora Ravens con una sola vittoria nel 2001 contro i Giants per 34-7, erano  un po’ il nome “nuovo” dei quattro. Al tempo stesso la squadra di Baltimora non era del livello delle altre, quindi una sua presenza in finale era perlomeno improbabile.  Ciononostante la finale di conference tra Ravens e Patriots è stata sottotono, e alla fine non l’ha decisa il gioco di New England, o un colpo di genio di Tom Brady (quarterback dei Patriots) quanto la sfiga cosmica di Bill Cundiff, kicker dei Ravens, che a 15 secondi dalla fine ha sbagliato un calcio da 32 iarde (più o meno 28 metri), che avrebbe rimesso in parità la partita. Diciamo che per un kicker professionista da 32 iarde è più difficile sbagliare che fare centro. Brady ha giocato male, e la difesa dei Patriots ha fatto abbastanza pena. Ma i Ravens ce l’hanno messa tutta per farli vincere. Devo comunque sottolineare la performance di Steve Tyler degli Aerosmith, che ha cantato l’inno nazionale americano prima della partita.

Dall’altra parte, ossia la finale della National Football conference, le cose non sono state migliori. I 49ers tornavano a una finale di conference dopo anni, e i tifosi  (me compreso) speravano fosse l’inizio di una nuova “49ers Dinasty ” dopo quella degli anni ’80 di Joe Montana. Purtroppo la partita è stata sostanzialmente brutta, ed i Giants, guidati da Eli Manning, sono riusciti a vincere, sia pure di pochissimo e solo per un kick nell’overtime. Ma ci sono state troppe palle perse, troppe azioni non completate, e troppi cambi di palla. Né Manning, né Alex Smith (quarterback dei 49ers) ha tirato fuori dal cilindro il colpo da maestro, il passaggio da 50 iarde che lancia il runner in touchdown. Alla fine, come dicono anche i commentatori della NFL, sono stati gli special team a decider le vittorie nelle finali, non i quarterback.

E adesso aspettiamo la partita del 5 febbraio ad Indianapolis, tra New England Patriots e New York Giants. È la rivincita del Superbowl del 2008, vinto dai Giants per 17-14. Stesse squadre, stessi quarterback (Tom Brady  e Eli Manning) e stessa intensità. I Patriots (Brady per primo) vogliono vendicare la sconfitta del 2008, che impedì alla squadra di conquistare la Perfect Season*.

Essendo io tifoso dei San Francisco 49ers, la partita ha un interesse meramente sportivo. Chi vinca o chi perda per me pari sono. Volendo però fare un pronostico credo che i New England Patriots alla fine vinceranno. La difesa dei Giants, non mi è sembrata granché, e questo potrebbe impedire a Manning di giocare al meglio. La voglia di rivincita dei Patriots è immensa, e la cosa potrebbe dargli quella spinta emotiva necessaria per prendere da subito l’iniziativa e schiacciare gli avversari. Risultato finale? New England Patriots-New York Giants 31-21, ossia un touchdown e un kick di differenza.

Ne riparliamo il 6 febbraio.

*Per Perfect Season (Stagione Perfetta) si intende quando una squadra di livello professionistico, completa una intera stagione agonistica senza nessuna sconfitta. Nella struttura degli sport americani, che prevedono sempre playoff e una finale, questo significa completare una stagione vincendo (o pareggiando) le partite della Seasons, e poi vincendo gli incontri di playoff e la  finale. Dato il numero molto elevato di incontri nel Basket, nel Baseball, e nell’Hockey, e visto anche che i playoff in questi sport non sono a partita singola, ma sono strutturati come serie di partite “al meglio di…”, è sostanzialmente impossibile conquistare una Perfect Season in questi tre sport. L’unico in cui è possibile farlo è il Football, visto che il numero di partite è minore, e che i playoff si disputano su un incontro secco.  Infatti l’unica squadra professionistica americana ad aver mai ottenuto una Perfect Season sono i Miami Dolphins (la squadra di foobtall di Miami) che nel 1972 vinsero tutte le partite, season, playoff, e finale. Nel 2008 i New England Patriots arrivarono al Superbowl avendo vinto tutte le partite. SI sentivano quasi predestinati. E poi i New York Giants li sconfissero. Da allora se la sono legata al dito.

È interessante notare come questa ossessione della Perfect Season in europa (o in Italia) non c’è. In america i Miami Dolphins del 1972 sono tuttora considerati la squadra più forte mai esistita in tutta la storia della NFL. In Italia abbiamo, parlando del calcio, un esempio simile. Nel campionato di calcio 1978-79 il Perugia finì la stagione imbattuto (11 vittorie e 19 pareggi). Dato però che alla fine lo scudetto lo vinse la Juventus, nessuno si ricorda la Perfect Season del Perugia, o al massimo la cosa resta patrimonio degli esperti. I Miami Dolphins del 1972 invece sono un elemento dell’immaginario collettivo USA. Per la cronaca anche il Milan riuscì a completare un campionato di serie A senza subire sconfitte, e precisamente nel 1991-92), ma né il Perugia 1978-79, né il Milan 1991-92 sono considerati “la squadra più forte che abbia mai giocato in serie A”.

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