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L'Editoriale » Planeta - Alastor: quando finisce un amore
di Alessandro Bottero
“Quando finisce un amore così com'e' finito il mio
senza una ragione ne' un motivo, senza niente
ti senti un nodo nella gola,
ti senti un buco nello stomaco
ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente
e non ti basta più un amico e non ti basta più distrarti
e non ti basta bere da ubriacarti
e non ti basta ormai più niente
e in fondo pensi, ci sarà un motivo
e cerchi a tutti i costi una ragione
eppure non c'e' mai una ragione
perché un amore debba finire “
(A.Cassella - M.Luberti - R. Cocciante)
Ed è così che stanno andando le cose, piccoli amici lettori. L’amore (o se preferite il rapporto commerciale) tra Planeta ed Alastor sta finendo in un turbinio di casini, dispetti, attacchi, “ti voglio ammazzare, perché ti odio”. È sempre brutto quando le cose finiscono così, soprattutto perché uno spera che nelle grandi aziende regni il buon senso e la ragione, mentre pare che un criceto decerebrato abbia maggiori capacità aziendali di alcuni elementi oltre confine. Probabilmente tutti i neuroni barcellonesi sono stati utilizzati nella squadra di calcio, perché a leggere cosa si dice in giro, le case editrici con sede nella ridente catalogna fanno una figura che definire ridicola è dir poco.
Nel comunicato che Alastor ha posto sul suo sto il 16 dicembre, ossia questo:
«Gentili clienti,
rendiamo noto che a seguito della verifica tecnica successiva alla dichiarazione del 29/11/2011 in merito al blocco della distribuzione, l’Editorial Planeta ha disposto unilateralmente il lancio delle novità secondo un calendario distributivo ancora da definire.
Alastor procederà conseguentemente con tutte le risorse a sua disposizione per proteggere al meglio gli interessi dei lettori, del mercato e dell’editore DC Comics.
Non appena avremo ulteriori comunicazioni sarà nostra cura diramarle immediatamente.»
La parola chiave è ancora una volta “unilateralmente”. Planeta dopo aver deciso UNILATERALMENTE (ossia senza parlare con nessuno) di imporre un blocco alla distribuzione, ora cambia idea , torna sui passi e UNILATERALMENTE dice “abbiamo scherzato. Quando ve lo diciamo noi distribuite”. Beh, mi pare troppo facile. Non mi stupirei se la controparte dicesse “bello di mamma, ma che stiamo giocando al cuccurucù che prima dici A, e poi dici B perché ti sei reso conto che A era una cazzata?”. Certo, per evitare danni alla DC Comics, ed ai lettori, uno può anche fare uno sforzo, ed accettare che l'altro (Planeta) si alzi la mattina e dica “oggi non distribuisco!!!”, e la mattina dopo, quando un signore in toga e con l’agenda legale in mano dice “guarda che stai correndo dritto verso una catastrofe per cui ci fanno il sedere a strisce e pagheremo miliardi di euri di danni”, dico “Ho scherzato. Ora distribuite!!!”. Ma resta il fatto che l’entità che cambia idea in modo unilaterale sta creando danni non da poco.
La domanda è: cui prodest? A chi giova? Dobbiamo arrivare alla conclusione che rapporti commerciali di tali entità siano governati dal capriccio di un pazzo che decide giorno per giorno cosa fare, o dietro c’è una strategia precisa, per eliminare qualcuno? In fin dei conti lo sappiamo tutti quanto durano le cause in Italia, e anche se alla fine il giudice ti da ragione tra dieci anni, tu il danno economico inaspettato ed imprevisto l’hai subito ora. E con te altri, legati a te da rapporti stretti.
Vi sembro criptico? Ma no, è tutto chiaro. Come diceva il grande timoniere Mao Dze-Tung, stiamo vivendo in tempi interessanti. Speriamo di non morire per troppo interesse.