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L'Editoriale » Holy Terror, Frank Miller e il professore Barbieri
di Alessandro Bottero
Holy Terror, l’ultima opera di Frank Miller, è un volume di 120 pagine circa, pubblicato dalla Legendary, che parla di terrorismo.
Un personaggio, chiamato “The Fixer”, l’aggiustatore, ha tempo solo fino all’alba, per impedire che un esercito di terroristi commetta un crimine che potrebbe distruggere Empire city e la civiltà come la conosciamo.
L’opera ha come citazione in apertura a pagina 8 una frase tratta dal corano “se incontri l’infedele, uccidi l’infedele”, che viene posta da Miller come cappello dell’intera opera.
Oggi gli studiosi islamici dicono che questa frase vada interpretata in senso spirituale: se nel suo cammino verso la vera fede il credente incontra dentro si sé l’infedele, ossia il vecchio uomo che contrasta il vero credente, il vero credente deve “ucciderlo”, ossia uccidere il suo vecchio sé che rifiuta la parola del Profeta.
Peccato che i fanatici fondamentalisti invece usino questa frase come base per la guerra all’infedele, interpretandola in senso più semplice e letterale: se un vero credente incontra un infedele (e se può farlo) lo deve uccidere. Punto. Niente interpretazioni soft, o spirituali.
La questione è seria, ed è uno dei punti di maggiore problematicità. La frase di Maometto esiste effettivamente nel Corano, e in genere, per amore di pace e per evitare polemiche, in Occidente si tende a minimizzarla, e a prendere per unica interpretazione possibile quella individuale.-spirituale, che ne dà l’Islam cosiddetto moderato. Ma il problema c’è, e negarlo non serve a nulla.
Miller ponendo questa frase all’inizio di tutto, fa una scelta chiara. Occorre confrontarsi con le cose come sono in realtà, e non come ci piacerebbe che fossero.
Passiamo alla storia.
Fino a pagina 33 la storia è un inseguimento tra una “gatta ladra” e The FIxer. La gatta ladra ha rubato un braccialetto. Fixer la rincorre. I due si inseguono. Si riempiono di mazzate. Poi si baciano e starebbero per passare a qualcosa di più intenso, quando all’improvviso…
Pagine 34-38 vediamo prima una esplosione, con chiodi che schizzano da tutte le parti, e poi le conseguenze.
A pagina 39 c’è un flashback, e vediamo chi ha fatto scoppiare la bomba. È stata Amina, una studentessa in scambio culturale, che in realtà è una kamikaze. Amina si fa esplodere all’interno di un locale, facendo una strage. Il tutto fino a pagina 44
A pagina 45 torniamo in tempo reale, e gli attentati riprendono. Altre bombe che uccidono altri. I soli personaggi che si vedono sono sempre la gatta ladra e fixer. Il tutto fino a pagina 61
Notate bene che per tutto questo tempo, ossia per metà volume, non sono mai state pronunciate le parole islam, o musulmano.
A pagina 62 entra in scena la polizia, sotto forma di agenti, e Don Donegal, il “commissario”.
Da pagina 65 a pagina 68 la narrazione procede per immagini simboliche, presentando volti e scene simbolo della politica americana/ mondiale in medio oriente di questi anni. Niente testi. Solo immagini.
A pagina 69 torna la storia. la gatta ladra e the fixer danno la caccia agli attentatori. Fixer contatta Donegal e qui , a pagina 77 abbiamo il primo riferimento esplicito al mondo islamico, con la parola Jihad, e il grido Allah Akbar, detto da un kamikaze prima di tentare di farsi saltare in aria in locale.
È il primo esplicito accenno all’Islam.
Arrivati a pagina 78 ecco che Fixer e la gatta ladra, essendosi impadroniti di un terrorista, si scatenano. A pagina 83 viene citata per la prima volta Al-Qaeda. Il terrorista, che nella scena precedente per non far parlare un suo compagno ha usato un missile stinger per far esplodere un elicottero con a bordo i medici e il terrorista ferito, uccidendoli tutti, vien torturato e parla.
A pagina 87 c’è la mossa di Al-Qaeda. In un attentato viene abbattuta la stata nel porto davanti Empire City, ossia quella che raffigura la statua della libertà.
A pagina 93 Fixer e la gatta ladra arrivano nel covo di Fixer dove entra in gioco un altro personaggio David, che raffigura Israele, dato che ha la stella di davide sul viso.
David è l’uomo più pericoloso al mondo, secondo Fixer, e sta per guidare la rappresaglia contro Al-Qaeda.
A pagina 94 il dialogo tra Fixer e gatta ladra ci rivela altro sul mondo di empire city. Il commissario verrà ucciso da Fixer, perché è corrotto. Il sindaco è un imbelle, che non sa proteggere nessuno. E così’ via,.
A pagina 96 Miller si lascia andare a una sua considerazione sul fatto che dietro Al Qaeda ci siano i sauditi, che finanziano le moschee, che in realtà poi diventano centri autonomi di azioni terroristiche.
A pagina 103 arriva il confronto tra la gatta ladra e l’artefice della bomba che dovrebbe spazzare via Empire City. E sorprendentemente le motivazioni di chi ha costruito la bomba non sono fanatismo religioso o odio vero l’occidente, ma la pura e semplice brama di soldi. Chi ha costruito la bomba dice chiaramente che a lui di queste buffonate in maschera non importa nulla. Lui adora solo i “verdoni”.
A pagina 107, Miller usa un personaggio per esporre dei pensieri su Al-Qaeda, ossia il fatto che l’occidente non ha mai preso davvero sul serio Al-Qaeda, e la sua struttura organizzativa, e questo è un grave handicap quando si deve combattere il terrorismo. Ma va notato che Miller non parla di ISLAM, parla di Al-Qaeda.
Alla fine Fixer arriva e risolve le cose.
E la storia è finita.
Dopo la fine della storia Miller fa la cosa che probabilmente ha fatto incazzare di più i critici e i lettori politicamente corretti e che non tollerano che uno dica cosa pensa: ha dedicato questo volume a Theo Van Gogh, il regista olandese ucciso da un fanatico musulmano, perché aveva realizzato dei film contro l’Islam.
L’Occidente liberale e che odia le censure aveva demonizzato Theo van Gogh, e sotto sotto credo che abbia pensato che si sia meritata quella fine, perché in fin dei conti Van Gogh era un razzista, altrettanto fanatico di chi lo ha ucciso. Infatti mentre fa molto figo dire che bisogna difendere il diritto di libertà di parola per Larry Flint, difendere lo stesso diritto di libertà di parola per Theo Van gogh non fa figo. Non ti fa fare bella figura con i blogger o i fighetti intellettuali. Quindi Theo Van Gogh è il demonio. E dedicargli questo fumetto equivale a sputare in faccia alla critica fighetta. Ecco perché Holy Terror sta sulle palle a tutti, e perché il professor Barbieri lo vuole censurare.
Non perché la storia sia EFFETTIVAMENTE contro l’Islam, perché se uno la legge, non si parla di ISLAM.
Si parla di TERRORISMO.
Tanto per fare un riferimento alla storia italiana: le BRIGATE ROSSE non erano il PARTITO COMUNISTA.
Così AL-QAEDA non è l’ISLAM
Miller attacca direttamente, senza giri di parole, senza essere politically correct il TERORRISMO, non l’ISLAM in sé e per sé.
Ma poi dedica la storia a Theo Van Gogh e quindi commette una colpa incancellabile, che può essere espiata solo censurando ed ostracizzando Miller questa opera.
In conclusione: Miller ha realizzato un’opera che è un lungo esercizio di autoanalisi catartica. È uno sfogo totale, senza freni, della rabbia e della voglia di fare giustizia su chi usa il terrorismo per seminare morte e distruzioni.
Holy Terror non è un saggio di politica medio-orientale, o una riflessione lucida, a mente fredda sui perché del terrorismo e su come superarlo. È Alessandro Magno di fronte al nodo di Gordio. C’è un problema? Si risolve. Ora. Subito. Con le spicce.
È una storia anche infantile, se vogliamo, ma forse in senso positivo, perché a volte è vero che le cose sono più semplici di come la politica “adulta” le rende. Io mi identifico in Miller, perché se qualcuno facesse del male alle persone che mi sono care, i discorsi sul capire i motivi del perché si arriva a tanto, della necessità di prendere in considerazione attenuanti e così via, mi scivolerebbero addosso.
Ditemi pure che sono fascista, che sono intollerante, che sono quello che volete, ma capisco benissimo la rabbia che c’è dentro Miller e che lo ha portato a realizzare questa opera. Non è la rabbia di chi odia l’Islam. È la rabbia di chi non capisce perché tu abbia fatto crollare le torri del World Trade Center. E non diciamo cazzate che “è stata la giusta reazione all’imperialismo americano”. Bah. È stato un attentato. Punto e basta.
Che il professor Barbieri invochi sul suo blog il silenzio che boicotta per questo fumetto a me fa venire in mente che non l’abbia letto, e quindi non l’abbia capito, ma che si basi solo su quello che si è detto su di esso.
È vero Miller ha detto “questa storia è propaganda e farà arrabbiare tutti”, ma LEGGENDOLA di propaganda non se ne trova. C’è una OPINIONE personale dell’autore, espressa mediante una storia. Ma la propaganda è un’altra cosa.
Bertold Brecht scriveva drammi o commedie di PROPOGANDA, e infatti erano di una pallosità mortale.
Il realismo socialista imposto agli scrittori ed ai pittori sovietici fino a Gorbaciov era propaganda, e infatti i quadri e i romanzi “ufficiali” dell’URSS sono pallosissimi.
Holy Terror di Frank Miller non è propaganda. Fossimo nel 1300 sarebbe una INVETTIVA. Oggi è semplicemente uno sfogo non mediato di un americano che sa scriver e disegnare meglio di me.