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L'Editoriale » Al-legati all'allegato
di Alessandro Bottero
[29/09/2009] » 2002. Perché quest’anno è basilare nella storia del fumetto pubblicato in Italia? Perché la Panini Comics, con un colpo di genio, inventa la formula degli “allegati a fumetti”, da vendere in abbinamento a un quotidiano (La Repubblica). È, nei fatti, una rivoluzione. Le vendite della prima serie di questo nuovo tipo di prodotto sono spettacolari. Volumi come quelli dedicati a Buzzelli, o i personaggi EsseGesse, vendono oltre 100.000 copie, cifre che i prodotti degli stessi autori o personaggi, prodotti per il circuito delle fumetterie o delle edicole, non vedono nemmeno col lanternino. È vero che da parte della critica e degli osservatori interni al mondo del fumetto si crede, ingenuamente, che la diffusione di questi prodotti porti automaticamente a maggiore vendita anche dei volumi a fumetti “puri”, ossia prodotti non in allegato a un quotidiano, e già presenti nel circuito librario, cosa che non accade, ma resta il fatto che con questo prodotto la Panini Comics crea uno standard che da quel momento in poi fa scuola.
Da quel momento è un diluvio. Altri quotidiani e settimanali si inseriscono nella scia, ed ecco che in questi sette anni abbiamo la seconda serie dei Classici, poi la serie Oro, la collana DarkSide, i volumi Coconino rimontati, le Grandi Saghe Marvel, l’integrale di Valentina, la collezione Tex a Colori, Topostory, i Maestri del fumetto, Batman la leggenda, e così via. L’ultima è la collana dedicata ai 100 anni del fumetto italiano, che prenderà il via con la Gazzetta dello Sport.
Che dire? In sé la cosa è sbagliata? No, certo. È un’operazione commerciale, che apparentemente rende soldi a palate. Nel vasto panorama degli allegati editoriali (DVD, CD, libri, e altro) i volumi a fumetti sono gli unici che reggono, e anzi incrementano le vendite. Il rapporto FIEG 209 sulla stampa periodica in Italia riporta un calo di vendite sia dei periodici, che degli allegati, segnalando un calo della percentuale delle vendite in abbinato periodico-allegato, che passa dal 14% delle vendite complessive dei periodici, al 6% attuale. L’unica tipologia di prodotti che resiste impavida, e viaggia sulle 100.000 copie in media a settimana, è quella a fumetti (Grandi Saghe Marvel, e collezione Tex a colori).
Ed è chiaro che in questo modo, effettivamente, opere altrimenti impossibili da vedere, trovano spazio. Penso a Little Anny Fanny, ad esempio, nella collana i Maestri del Fumetto, traduzione italiana dei volumi Dark Horse, volume proposto a 9.90 euri, che altrimenti sarebbe rimasto sicuramente inedito, oppure ce lo saremmo ritrovato come volume da fumetteria, a (minimo) 20 euri. Quindi questo è un punto a favore.
Il discorso però è che tutto questo non si travasa minimamente nel mondo “vero” del fumetto.
Più di un interessato ha ammesso che la pubblicazione del personaggio X nelle varie collane, non ha portato ad un aumento delle vendite della serie dove X appare. Ossia, c’è una impermeabilità tra mondo degli allegati editoriali, e pubblicazioni a fumetti.
Ha senso allora premiare queste iniziative, come “migliori iniziative per promuovere il fumetto”, come successo ad esempio nel caso della prima serie dei Classici, se poi, nei fatti, queste iniziative non promuovono nulla? Non è forse questo un caso di abbacinamento critico, per cui si resta colpiti dai numeri e della diffusione dei prodotti allegati, senza interrogarsi sugli effetti e sugli effettivi vantaggi che da questi dovrebbero derivare per il mondo del fumetto? Ovvio che la mia risposta sia “Sì”, come è anche ovvio che invece la risposta di chi attribuisce i premi sia “No! E se dici sì non capisci niente!”
Il discorso poi è più sottile. I periodici che distribuiscono gli allegati (e quindi le case editrici che pubblicano i periodici) si servono di case editrici specializzate in fumetti (Panini Comics, Magic Press, ecc…) come service editoriali per seguire la produzione delle collane, e realizzare concretamente i prodotti. E questo significa soldi dati a queste case editrici per il servizio.
Soldi sicuri, per lunghi periodi, e che possono sostenere le case editrici che riescono ad entrare nel “giro”. In questo senso siamo Al-legati all’allegato. I soldi che girano attorno a questo mondo (quello degli allegati) sono tanti, e permettono, probabilmente, di sostenere investimenti su volumi che, invece, nel circuito delle fumetterie, pur validissimi quanto e più dei fumetti proposti negli allegati, arrancano con vendite ridicole.
Super eroi, personaggi classici, fumetto italiano. Solo una cosa manca in questa ormai pluriennale realtà: una serie di allegati dedicati al fumetto giapponese. Chi ci starà pensando?