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Moleskine 122 » Quando iniziano le rottamazioni per fare largo ai giovani? [prima parte]

rottamidi Alexis Machine

Me ne stavo spaparanzato a pescare riflettendo sul senso della vita. Era uno di quei classici pomeriggi in cui non hai un cazzo da fare e così ti metti a rimuginare sul fumetto(im)mondo che sta andando a puttane. Come è possibile commettere simili errori nell’era della comunicazione globale? Alla Bonelli stanno sbagliando tutto e il contrario di tutto. Per conquistare i lettori servono idee nuove, idee giovani, originali. Per fabbricare idee nuove servono autori nuovi e giovani. Ah, la parola magica. Dove sono i giovani alla Bonelli? Ha senso puntare sui cavalli d’epoca? Prendiamo un nome a caso. Gianfranco Manfredi. 68 anni. Ha creato Magico Vento e lo ha scritto per 13 anni dal 1997 al 2010. Poi si è dato molto da fare, ma il successo di MV non è più arrivato. Ha creato Volto Nascosto nel 2007 (13 numeri) e Shangai Devil nel 2011 (di 18 numeri). Nel 2014 ritenta con Adam Wild. Ma la musica non cambia. Chiusura annunciata con il numero 26. La Panini ha cercato di valorizzare il suo Magico Vento con una ristampa di volumi a colori. Altro flop. La serie chiude con il numero 25. A questo punto una domanda sarebbe logica. Dopo tutti questi flop (no, vi voglio bene, non tiratemi fuori la solfa delle maxiserie con le conclusioni programmate) ha senso puntare ancora su Gianfranco Manfredi? Nel 1977 cantava con Ricky Gianco la canzone che fece tanto scalpore. Ve la ricordate? Faceva così: «Liberiamo i prigionieri politici!» Per chi non lo sapesse, i prigionieri politici erano i terroristi che ammazzavano la gente che non la pensava come loro. Questo mese ritrovo Manfredi su Tex Willer e la prima cosa che mi viene in mente è che Aquila della Notte quei cosiddetti "prigionieri politici" li avrebbe riempiti di cazzotti e impiccati. Non è che è arrivato il momento di pensionare certi concetti e mandarli ai giardinetti insieme ai prigionieri politici? Nel mondo del fumetto Manfredi è arrivato tardi. Aveva 43 anni suonati quando ha esordito con Gordon Link per i tipi della Dardo.
Gordon Link doveva emulare il successo di Dylan Dog. E qui capisci quanto possono essere miopi gli editori italiani. La Dardo stava proponendo da anni solo delle ristampe dei suoi cavalli di razza (Blek Macigno, Capitan Miki e altri). Nel 1991 volle tornare con un personaggio nuovo. E che fai? Crei un clone (non male, a dire la verità) di Dylan Dog di Tiziano Sclavi? Va avanti per 22 numeri poi si arrende.

Prendiamo un altro nome a caso. Alfredo Castelli. 70 anni. Ha creato Martin Mysteré e lo scrive dal 1982. Un monumento del fumetto italiano. Come diceva il vecchio professor Johns, i monumenti dovrebbero stare nei musei. In Italia rilanciano personaggi e annunciano rivoluzioni. Nel caso del Detective dell’Impossibile la cosa si riduce alla creazione di una testata a colori con le avventure inedite del giovane Martin Mysteré. Non è che magari è più semplice pensionare i vecchi e affidare la direzione delle collane ai giovani? Magari finisce male, ma almeno ci hai provato a fare qualcosa di nuovo. Prendiamo un altro nome a caso. Claudio Chiaverotti che di anni ne ha 51. Insieme ai suoi inseparabili occhiali neri nel 1994 approda sulla serie di Dylan Dog e ne scrive 40 storie. L’ultima nel 2003. Crea Brendon nel 1998 e le cose vanno bene all’inizio. La serie resiste per molti anni, ma la resa arriva con il numero 100 nel dicembre 2014. Chiaverotti fuori gioco? Macchè. Eccolo ritornare con un nuovo personaggio nel 2015. Si chiama Morgan Lost. Somiglianza con l’attore Alain Delon e richiami alla serie di Nightwing (DC Comics). Vabbè, direte voi. Non è mica la prima volta che personaggi italiani vanno alla ricerca di ispirazione in America. Non so quale sarà il destino di Morgan Lost. I  ben informati sanno che i primi 25 numeri di Morgan Lost sono pronti. Aspettiamo di sapere per i successivi. Non era più semplice affidare la serie ad un autore più giovane, magari sotto la direzione di Chiaverotti?

[1 - continua]

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