Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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Pro domo mea: cattivissimo me? Mi dimetto! (forse) - Update

fdaocchialidasoleMoleskine #26

Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore. Senza corsivo e in pro domo mea.

Pro domo mea: cattivissimo me? Mi dimetto! (forse)

di Giorgio Messina

Nota: in fondo all'articolo trovate anche la successiva replica di Alessandro Di Virgilio e la mia conseguente risposta.

Lo sceneggiatore Alessandro Di Virgilio, sottotraccia, mi muove un’accusa precisa da diversi mesi. Per l’esattezza da quando è nato Fumetto d’Autore. Secondo lui, con i miei articoli pubblicati su questo sito, getterei discredito sulla Cagliostro E-Press - l’associazione culturale, che io presiedo - e sui libri a fumetti che essa pubblica, tra cui ce ne sono anche un paio realizzati dal Di Virgilio stesso. Nella sostanza il Di Virgilio mi accusa che i due libri che ha realizzato per Cagliostro E-Press, avrebbero (o potrebbero avere) tratto nocumento dai miei articoli. E questo mio  presunto screditamento sarebbe alla base del fatto che il Di Virgilio non ha mai pubblicizzato quei due libri fatti per Cagliostro E-Press evitando accuratamente di parlarne. Sembra di ricordare il caso di quel marito che si evira per fare sfregio alla moglie, presunta traditrice.  Il tutto è condito con una esternazione degne della migliore tradizione della commedia napoletana, ovvero  le critiche sinora ricevute iniziavano e finivano con “tutti stanno ridendo di te/voi”, riferito ovviamente a quello che scriviamo qui su Fumetto d’Autore. Quando ho provato a chiedere chi fossero questi “tutti”, non ne ho ottenuto alcuna declinazione. Allo stesso modo quando ho chiesto a Di Virgilio, a più riprese, in cosa si esplicitasse praticamente questo discredito operato dai miei articoli nei confronti dell'attività editoriali della stessa associazione che pubblica anche Fumetto d’Autore, non ne è ho cavato un ragno dal buco, ma solo buchi dal ragno.

Di Virgilio non risponde. No problem. Nonostante la loro “dogmaticità”, le critiche possono sempre servire, quindi mi sono armato di buona volontà e tra Treviso ComicBookFestival e Lucca Comics 2010, ho chiesto in giro a diversi addetti ai lavori: del fumettomondo: “scusa, ma ridi di me per quello che scrivo su Fd’A?”. Non ho raccolto un solo “si”. E qui le ipotesi sono due: o tra il campione scelto per la mia indagine ci sono dei falsi positivi, ovvero degli ipocriti, oppure io non frequento la stessa cricca che frequenta Di Virgilio. Non avendo, però, voglia di dare retta al mio quinto senso e mezzo andreottiano, secondo cui a pensare male si fa peccato ma spesso ci si inserta pure, allora ho preferito optare per la seconda ipotesi. Probabilmente, i “tutti che ridono di me/noi” - secondo Di Virgilio -,  sono i “tutti” che frequenterà lui in quei clubini eslcusivi del fumettomondo che hanno come hobby la realizzazione di chimerici contratti tipi e come sport il risveglio sociale. Non sono sicuramente gli “acuni” che magari  conosco io. E sin qui, per chiudere la questione, basterebbe un bel “me ne frego”.

Ma ho fatto di più e sono andato oltre la critica stessa. L'accusa che getterei “discredito” andava verificata sul campo. Vox populi, vox dei. Allora alla scorsa Lucca, ho chiesto ad un campione di lettori che acquistavano i volumi al nostrro stand se quanto scritto su Fumetto d’Autore gettasse discredito sull’attività editoriale di Cagliostro E-Press. La risposta è stata “no”. Non ho registrato alcun “si”, anzi, per moltissimi il collegamento non era nemmeno automatico, o comunque le mie opinioni non erano specchio anche delle attività editoriali a cui partecipo. Le voci più titubanti erano quelle dei “non conosco Fumetto d’Autore”, e lì, lo ammetto, è stato un ottimo gancio per fare pubblicità al sito. Insomma tutte le critiche, anche quando si fondano sui propri microcosmi, non vengono per nuocere. Da un roveto può nascere un bel roseto, ecc. ecc.

Non mi stupirei se, a conti fatti, il buon Di Virgilio, che comunque ringrazio per le sue crtiche - specchio di quel fumettomondo che descrivo spesso -, si sia fatto più che altro ambasciatore delle sue amicizie, molte delle quali forse si son piccate di essere finite  protagoniste di alcuni miei articoli. Potevano scrivermi direttamente costoro, invece di cercare di  parlare in playback. Mi duole pensare che 'sti tipi non sappiano rispondere frontalmente, e così preferiscano rivolgersi ad un portavoce "trasversale". Verrebbe da pensare che non sappiano nemmeno confutarmi direttamente, e così meglio la vendetta trasversale che colpisce quello che fa l’Associazione che ho fondato e presiedo. Si, perché, come ha provato a fare recentemente anche Alessandro Di Nocera (il peggiore critico italiano di fumetti anche per queste tecniche dialettiche), per me vale quello che per gli altri non vale. Ovvero, le mie opinioni inquadrano (e quindi discreditano?) tutte le cose che faccio e a cui partecipo. Per gli altri siti invece l’opinione dell’articolista rappresenta solo la sua opinione, non la linea del sito. Misteri dei due pesi e due misure di questo nostro amato fumettomondo.

Vorrei dunque rasseranare Di Virgliolo e tutti coloro che la pensano  come lui. I lettori (normali) comprano i volumi della Cagliostro E-Press (compresi quelli firmati da te, caro Alessandro) senza crearsi il problema di chi ci sia dietro a dirigere le opreazioni editoriali e come la pensi sulla vita, l'amore e le vacche del fumettomondo o dell'universomondo. Vorrei tranquillizzare anche colore che pensano che nel comprare i volumi che ho contribuito a pubblicare, comprino anche un'attestato di associazione al mio pensiero. Sono fumetti. O giornaletti, ma anche Graphic Novel. Insomma quella roba con le immagini, gli eroi di carta e le nuvolette con le parole dentro. Quindi il non comprare i volumi di Cagliostro E-Press, o il non pubblicizzarli, se ne sei l'autore, non corrisponda di conseguenza a dissociarsi da me. La prima è lecita scelta del lettore di cui "degustibus non dispuntam est". La seconda, fa sempre tornare in mente il caso di quel marito che si evira per fare sfregio alla moglie, presunta fedifriga.

Vorrei sottolinieare, inoltre, che anche le proposte di collaborazione sono in crescita, segno che anche gli autori (esordienti, emergenti e affermati), non guardano a come la pensa chi si occupa della direzione editoriale di Cagliostro E-Press, ma conta ciò che viene fatto in concreto da essa sul piano editoriale. Sì, perchè se ancora non si è capito - nonostante ne io sia attualmente il Presidentee -,io e la Cagliostro E-Press siamo due entità separate. L'Associazione è un entità giuridica, io sono una persona fisica.

Vieppiù che a guardar meglio non sfuggirà al lettore attento che il Di Virgilio stesso ha pubblicato sinora, oltre che con Cagliostro E-Press, anche con Tunuè, Beccogiallo, NPE, IComics, Round Robin ed Aurea. Essendo autore editorialmente “trasversale”, che “discredito” avrebbe dunque egli subito dai miei articoli? Nessuno.

Discredito ci sarebbe stato solo nel caso qualche editore gli avesse creato problemi a pubblicare con esso per il semplice fatto che aveva collaborato con me e con Cagliostro E-Press. Questa sì che sarebbe stata cosa assai grave. Ma non mi risulta che sia mai accaduta una cosa del genere da parte di operatori editoriali del sistema fumetto. E a dimostrarlo c’è anche il fatto che altri autori, che collaborano, o hanno collaborato, con Cagliostro E-Press, e quindi con me, non hanno mai avuto problema alcuno a presentare progetti o a collaborare con altri editori. Sono stati valutati per il loro talento non in base agli articoli che io ho scritto.

Dunque, in fin dei conti, in cosa si dovrebbe concretamente tradurre quindi questo discredito rimproverartomi? Nell'attesa di una vera risposta, ecco la mia modesta proposta per risolvere la problematica. Visto che in questo Paese non si dimette mai nessuno, dovesse servire al buon nome della Cagliostro E-Press, dovesse servire a smetterla di muovere accuse idiote contro di me  e quello che faccio e dovesse servire a Di Virglio per iniziare finalmente a parlare anche dei libri che ha fatto con Cagliostro E-Press, mi dimetto da Direttore Editoriale. E se ancora non bastasse, mi dimetto pure da Presidente dell'Associazione Cultruale Cagliostro E-Press. Chiaramente, io mi dimetterò dopo che Di Virgilio o chi per lui abbia addotto prove concrete di questo screditamento operato dai miei scritti nei riguardi dell’Associazione che presiedo e sulle attività editoriali che essa svolge.

Fino a quel momento vorrei però ricordare che siamo liberi entrambi. Io di scrivere e Di Virgilio di criticare, anche se avrei potuto rispondergli: “con questa critica insulsa stai gettando discredito sul tuo lavoro di sceneggiatore”.

Concludo, declinando la collezione dei più significativi epiteti che mi sono stati appioppati sinora in seguito ai miei articoli: stupido (made in Roberto Recchioni), disgraziato, zimbello del fumetto italiano (questi ultimi made in Michele Ginevra), locusta (made in Claudio Stassi ma senza nominarmi esplicitamente), e dulcis in fundo, il mio cognome è stato storpiato in “meschina” (opera di uno dei vari bamba che frequentano il bar dello sport).

Strano, però. Quando costoro mi hanno offeso, non mi risulta che nessuno, tantomeno Di Virgilio, abbia sostenuto che le loro offese nei miei confronti gettassero discredito sulle loro attività editoriali. Sarà che Di Virgilio è amico di Ginevra, di Stassi e di Recchioni? Sarà che in questo piccolo fumettomondo conta il club a cui sei affiliato e gli amici prima di tutto? Dimmi con chi, a Lucca, vai al bar o a cena e ti dirò chi sei…

A tutto questo, io rispondo: "Echissenefrega". E lo dico, perché sono un “maverick”.

Evviva, dunque, la libertà di espressione, quella che quando è la propria, è sacra, sacrosanta e intoccabile, ma quando è quella degli altri, scredita anche tutto quello che costoro fanno, quindi sarebbe meglio che stessero zitti. Non mi sembra il caso di tirare fuori però bavagli e bavaglini della libertà di informazione, quindi continuerò a vergare i miei pezzi, e dire ciò che penso delle miserie e delle nobilà del fumettomondo e dei suoi protagonisti, ma, da liberale quale sono, vi offro come garanzia le mie dimissioni. Se mi portate i dati concreti delle tesi bislacche che mi presentate, avrete anche la possibilità di salvare il buon nome delle strutture editoriali con cui collaboro. Vi ringrazio anticipatamente per la collaborazione.

Ma sino ad allora: "me ne frego". E il discredito lo rispedisco al mittente.

Ps: Scrive Carmine Console, amministratore del forum di Comicus, parlando di Fd'A, dice: "mi chiedo anche come mai non sia stato fatto nemmeno un saluto ad una delle prime redattrici di FdA, Ilaria Ferramosca (autrice in gambissima), che non figura più da mesi nell'elenco dei collaboratori".

E' interessante constatare come si consideri "in gambissima" una persona dopo che non collabora più con me/noi, ma sin quando faceva libri con me/noi o collaborava a questo sito non ricordo di aver visto  spendere un solo aggettivo per Ilaria Ferramosca, anche quando ha vinto il premio Fullcomics dell'anno scorso. La si è ignorata per riscoprirne le qualità "a posteriori". Questo è il vero discredito, ma è prodotto di scarsa onestà intelluttuale, non dei miei articoli.

Ma è vieppiù interessante constare come tra gli amici del forum su Comicus esistano delle policy bislacche. Gli utenti non possono parlare lì di quello di cui parliamo qui, ma i loro amministratori possono ficcanasare liberamente e pubblicamente negli affari interni della nostra redazione.

Ebbene, usando lo stesso metro loro, mi possono spiegare gli amici di Comicus perchè Davide "Curioso" Morando è definito in comunicati stampa ufficiali (che hanno pubblicato anche loro) "ex-redattore" di Comicus e non solo non lo hanno ancora salutato ufficialmente, ma anzi il nome di costui compare in tutte le pagine del loro sito indicato come webmaster e coordinatore delle recensioni?

Se vi dovete fare i fatti della nostra redazione, allora prima mettete sul piatto i fatti della vostra redazione. Se gioco del "discredito" deve essere, che lo sia per tutti. Altrimenti la prossima volta è meglio farsi gli affaracci propri.

Pps: Per quanto riguarda la storipiatura del mio cognome in "meschina", potete leggerlo QUI: "Porpottero e Meschina sono due geni". Ionico Ionico Ionico...


Aggiornamento - 19/02/2011

In replica a questo articolo, mi scrive Alessandro Di Virgilio:

Caro Giorgio,

non ti rendi conto che, con questo articolo, non hai fatto altro che sottolineare quello di cui ti "accuso" da sempre?

Il fatto, cioé, che ti si parla, si cerca di spiegare in maniera esaustiva un concetto, ma tu, perso nel tuo senso di onnipotenza, capisci sempre e solo come pare a te?

Il perché, col tuo modo di fare, getti discredito sulla tua casa editrice (e non su me), ho cercato di spiegartelo innumerevoli volte.

La contraddizione in cui cadi quando, prima tacci il mondofumetto di essere formato da una massa di ipocriti e poi citi gli attestati di stima raccolti nel fumettomondo, te l'ho fatta notare innumerevoli volte.

Il fatto che sia ambasciatore esclusivamente di me stesso te l'ho fatto notare innumerevoli volte.

Il fatto che non mi sono mai vergognato di aver pubblicato per la Cagliostro, dato che viene citata in tutte le mie biografie apparse ovunque, te l'ho fatto notare innumerevoli volte.

Adesso mi sono stancato.

Adesso non devo spiegarti nulla.

Mi sono stancato di rimbalzare contro un muro di gomma.

Tanto lo so che smentiresti qualsiasi cosa possa dire.

Tanto lo so che smentirai quanto da me scritto prima.

Ma sai che ti dico?

Me ne farò una ragione.

Alessandro Di Virgilio


Caro Alessandro,

Prendo atto che nella tua risposta sono assenti i due elementi principali di questa vicenda grottesca, da te iniziata diversi mesi fa e ormai fastidiosamente riccorente ad ogni pezzo pubblicato su questo sito. Prendo atto che non sei in grado di spiegare in cosa consisterebbe effettivamente il presunto discredito che io getterei con i miei articoli sulle altre attività editoriali che svolgo o dirigo. Prendo atto che non sei in grado di fare i nomi e cognomi di questi “tutti” che tu mi riferisci ridere di me/noi. Prendo anche atto che, come dici tu, non devi spiegarmi nulla in merito alle tue affermazioni, e che definendoti “ambasciatore esclusivamente di me stesso”, per primo tu stesso smentisci la portata delle tue affermazioni, derubricandole a tue personali opinioni. Possiamo dunque serenamente archiviare la faccenda come prodotto della tua sconfinata fantasia di sceneggiatore, condita, probabilmente, con qualche pettegolezzo tra amici di bar, cene, Stati Generali e Stanze Segrete, frullato indiscriminatamente con qualche voce raccattata per i corridoi di qualche fiera. Le uniche cose certe, alla fine di questo giro di giostra, sono che io, nel fumettomondo, non frequento i tuoi giri e non ho la tua sconfinata fantasia. Me ne farò una ragione.

Cordiali saluti

Giorgio Messina

Ps: Per non vergognarsi di avere collaborato con una casa editrice non basta citarla nelle proprie biografie, ma bisognerebbe anche promuovere i libri che per essa si è realizzato.

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