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Recensioni » Splatter #1-#6 (Elm Street House)
di Alessandro Bottero
Novembre 2013- novembre 2014. Nel mondo del fumetto italiano riappare per un anno Splatter, nome storico e ricco di ricordi. In questo anno escono sei numeri della riedizione della rivista, che però non è più (né poteva o doveva essere) come era oltre vent’anni fa. Il mondo è andato avanti. L’horror è andato avanti. Lo Splatter è andato avanti. Anzi, potremmo dire che lo Splatter come esisteva in quei ormai lontani anni ’90 del XX secolo non esiste più. Lo Splatter era una esagerazione volutamente provocatorio e nonsense dei temi classici dell’horror. Era, se vogliamo l’orrore per l’orrore, con un pizzico di demenza irresponsabile che strappava una risata a denti stretti. Già con lo Splatterpunk si andava al di là. Ma oggi dove lo Splatter è cifra comune delle operazioni belliche appena al di là dei confini europei (Cecenia, Timor Est, Medio Oriente, Isis) cosa può mostrare l’orrore a fumetti che non sia già reso visibile. Quando In Indocina si realizzano documentari sui massacri degli oppositori politici, con i carnefici che ridono al ricordo di quello che hanno fatto o quando in India gli stupratori accusano le vittime di essersela cercata perché una ragazza la sera non gira per la strada, quando accade tutto questo nel mondo reale cosa può dire di più provocatorio lo Splatter? Quando l’Isis realizza i veri snuff movies, leggenda urbana da decenni per le polizia di tutto il mondo e sogno ( o incubo) proibiti di tutti i cinefili estremi, che altri si può fare? L’esibizione della crudeltà è un’arma a doppio taglio. Una volta raggiunto un limite devi per forza superarlo, altrimenti è tutto già visto, già letto, già provato. È un po’ come la pornografia. Dopo poco diventa tutto abitudine. Tutto di genere. Splatter sapeva di correre questo rischio e Paolo di Orazio e Paolo Altibrandi, le menti dietro il progetto, hanno cercato di trovare una strada diversa. Potremmo dire che in questa incarnazione di Splatter il tema base era la malleabilità della carne, anzi più che della carne e basta della carnalità intesa come categoria concettuale. In un mondo dove tutto è spettacolo allora la carne diventa il palcoscenico privato ed unico dove l’individuo rappresenta la sua personalissima tragedia o commedia. Dove le sensazioni si espongono per il pubblico di voyeur che brama sempre nuove sensazioni. Questo anno di Splatter è stato un anno passato esplorando la carne e quel che si poteva leggere in essa. Purtroppo alla fine la fredda e cieca legge dei numeri ha portato ad una chiusura di questa prima fase del progetto. Dopo sei numeri Splatter ha chiuso i battenti, almeno nella forma rivista spillata, e siamo tutti in attesa di sapere se e come il viaggio riprenderà. Il problema è che il mondo corre in avanti e l’orrore con lui. Riuscirà la possibile nuova incarnazione di Splatter (se e quando apparirà) a stare al passo?
Splatter #1-#6
AA.VV
Elm Street House, spillato 64 pagine, euro 4,90