- Categoria: Reportage
- Scritto da Claudio Franchino
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Il venerdi di Torino Comics 2010
di Claudio Franchino
Il nostro "corrispondente per caso" ci racconta del suo venerdi da visitatore a Torino Comics 2010.
Erano un paio di giorni che rimuginavo tra me e me se andare o no a Torinocomics. Non sono mai mancato a nessuna edizione, a parte quella volta che ero in ospedale, quindi ampiamente giustificato. Ma quest’anno ero indeciso, troppi impegni di lavoro, scadenze e altro. Poi arriva la telefonata del mio “Editore”. Sì, mi piace chiamarlo “Editore”, fa figo, specie in ufficio: “Ti vogliono al telefono… Chi è? Ah sì, è il mio editore…”. In realtà il nostro è più un rapporto di amicizia, fatto e costruito in anni di condivisione di sogni e progetti fumettistici e una grande passione per la fantascienza e il fantastico. Comunque ritornando a tema, il carissimo “Editore”, tra una domanda personale ed una di lavoro, mi chiede se quest’anno non vado a Torinocomics. Lì per lì non so cosa rispondere, cincischio un po’ e alla fine accenno un forse, alquanto insicuro. Dovete sapere che io tendo a credere ai segni, ossia la via più breve per dare autorevolezza ad una mia scelta inconscia, in modo da renderla reale e tangibile, così, approfittando della strana coincidenza della telefonata, decido che è venuto il momento di andare a Torinocomics (d’altronde non aspettavo altro da giorni).
Alle due del pomeriggio sono davanti alla biglietteria: coda brevissima, a quell’ora, di venerdì, non c’è nessuno. Dentro si sta larghetti, ma c’è comunque un pubblico attento, alcuni cosplayer e diversi giocatori pronti ad immergersi nella zona game. Inizio a girare per gli stand. Debbo dire che dopo quell’avventura, alquanto criticata, del connubio con il salone del libro, la fiera ha deciso di ritornare sui suoi passi, di ridimensionare le sue aspettative; a me l’idea di unirla con il salone del libro non dispiaceva, era un guardare le cose da una prospettiva più grande, più ambiziosa. Purtroppo le cose sono andate diversamente da come ci si aspettava, e così la fiera è tornata al suo vecchio schema, con la differenza che ora come ora si avverte una sensazione di fiera a riccio, ossia raggomitolata su se stessa, nella sicurezza di quel tot di espositori e quel tot di offerta. Gli editori presenti non sono tantissimi, ma l’offerta editoriale è comunque varia ed esauriente, grazie anche alla presenza di Alastor e Panini.
Ben nutrita la parte dedicata ai gadget, molti gli stand presenti e con ottimi articoli, c’è solo l’imbarazzo della scelta (compreso l’immancabile venditore di caramelle e affini, che ahimè attenta alla mia dieta!). Mentre giro per gli stand mi soffermo sul corridoio centrale, dove sono esposte le tavole dei lavori vincitori del Premio Pietro Miccia; quest’anno il concorso non riguarda più un tema fisso da sviluppare in tre tavole, come era sempre stato, ma, in un’ottica vicina a Lucca comics, riguarda lo sviluppo di un intero progetto editoriale. I lavori proposti e quelli giudicati vincitori sono di ottima qualità, purtroppo l’unica pecca è lo spazio espositivo, che sembra montato di corsa, alcune tavole sono messe all’inizio del percorso di lettura, altre alla fine, eliminando la continuità e creando un po’ di confusione.
Mentre sono in fiera ne approfitto anche per andare a sentire una conferenza, si tratta dell’Omaggio a Ernesto Vegetti, recentemente scomparso e che ho avuto l’onore di conoscere di persona l’anno scorso, durante l’Italcon a Fiuggi. A ricordare la figura di Vegetti, la sua importanza nell’ambito del mondo dell’editoria di fantascienza e la sua figura di uomo, sono presenti in sala Riccardo Valla, Maurizio Manzieri e Davide Mana. Si ripercorrono le vicende che hanno coinvolto Vegetti dai suoi esordi nel mondo della fantascienza fino alla creazione del “Catalogo generale della fantascienza, fantasy e horror”, un’opera unica al mondo per ampiezza e complessità, un punto di riferimento indiscusso per i professionisti e gli appassionati del fantastico, una sorta di Biblioteca di Babele, citando Borges. Ma importante è anche la figura di Vegetti uomo, la sua disponibilità verso gli altri e l’onesta intellettuale unita a quella sua grande dedizione per quello strano e faticoso lavoro che si era scelto, quello del catalogatore. La discussione ha preso poi indirizzi diversi e verso la chiusura dell’intervento si è parlato anche del futuro della fantascienza e della sua crisi, soppiantata da un mondo in continua accelerazione tecnologica, da far sembrare la stessa fantascienza antica. Si è parlato dell’evoluzione dei generi, della presenza di nuovi talenti e della deriva negativa dell’editoria italiana di fantascienza, che ha portato ad una drastica riduzione dell’offerta sugli scaffali delle librerie.
Per concludere, sperando di avervi fatto venire voglia di andare al vedere Torinocomics questo fine settimana, una menzione speciale per la mostra delle tavole originali di Frezzato, realizzate per la campagna di comunicazione “Trame”, in collaborazione con lo stilista Cerruti: è sempre un gran piacere vedere i suoi lavori originali esposti, c’è sempre qualcosa da imparare.