- Categoria: Reportage
- Scritto da Super User
- Visite: 14258
Caso traduttori contro Magic Press: Intervista a Dario Mattaliano
Per approfondire meglio le ragioni dei traduttori in questo caso contrapposti alla Magic Press, lamentando dei ritardi e delle insolvenze nei pagamenti, ci siamo rivolti anche a Dario Mattaliano, uno dei traduttori che più hanno dato voce in rete al loro disagio. Dopo avervi presentato un breve estratto della sua intervista, ve la proponiamo integralmente.
Dario Mattaliano, traduttore e saggista ( di recente è uscito un tuo ibro su Lost per Coniglio edizioni). Che è successo con la Magic? aiutaci a capire il tuo punto di vista.
Innanzitutto un saluto a tutti i lettori di Fumetti d'Autore e a te, Alessandro. Grazie di avermi contattato per propormi alcune domande. Innanzitutto voglio premettere che tutto quello di cui si sta parlando in questi giorni non nasce da una mia iniziativa, ma dalle dichiarazioni di un anonimo (si riferisce a Paolo Falcone - ndr) traduttore di albi planeta su un forum che non frequento. Quando queste dichiarazioni sono giunte in lidi da me frequentati, mi è semplicemente sembrato corretto fare notare le inesattezze e superficialità in esse contenute e che, a mio avviso, screditavano la già bistrattatissima categoria dei traduttori di fumetti e se la prendevano con l'editore sbagliato. Ho quindi puntualizzato quegli aspetti che ero in grado di affrontare perché vissuti in prima persona. Non si poteva far passare l'idea, o almeno io non potevo farlo, che il traduttore di fumetti venisse rappresentato da parole superficiali e colme di rancore. Sono un traduttore di fumetti da diversi anni e conosco la quasi totalità dei traduttori in questo campo e so che la stragrande maggioranza di questi è mossa da una passione infinita per il proprio lavoro, un lavoro pieno di sacrifici, sempre sotto l'occhio attento del lettore ma raramente valorizzato dagli editori. Non ci sto a far passare l'idea che le difficoltà con un editore portino un traduttore a tradurre male un fumetto per fare un dispetto, come se la professionalità dipendesse dal committente di turno. Ancora di più considerato il fatto che i traduttori di fumetti sono probabilmente coloro a cui maggiormente interessa la qualità finale dell'opera, perché la sviscerano nel profondo come nessun altro farà, rendendola alla fine anche un po' loro. Ovviamente non è che il traduttore se ne stia in silenzio quando ci sono problemi, ma attua altro tipo di strategia, fa pressioni sugli editor e sull'amministrazione, ritarda volutamente delle consegne per avere una merce di scambio, mettendo un po' di agitazione le scalette. Piccole cose che permettono di far sì di solito che la corda non venga tirata troppo da una parte. Di certo però non si mette a tradurre senza dare sempre il massimo, perché quello è il suo lavoro e farlo male fa male innanzitutto a lui e alla sua professione. Non potevo neanche passare sul fatto che si facesse credere che i traduttori degli albi Planeta DeAgostini lavorino direttamente per Planeta DeAgostini. Così non è, tutti i traduttori che traducono da anni sugli albi DC/Vertigo della Planeta DeAgostini, lavorano per Magic Press, casa editrice già in attività da vari anni nel mercato dei fumetti e con una discreta fama. Personalmente non ho nessun contenzioso aperto con la Magic Press, tutto quello che dovevamo dirci ce lo siamo già detti anche con lo stesso Pasquale Ruggiero a Lucca Comics & Games 2009 e da diversi mesi ho ritirato la mia disponibilità a collaborare ulteriormente con loro. Ma non ho alcun timore di smentita quando dico che da quando io ho iniziato a collaborare con loro (credo fosse luglio 2008) fino alla fine della collaborazione, è sempre stata un'impresa titanica l'essere pagati per il lavoro svolto, fino ad arrivare a pagamenti anche di 13-14 mesi di distanza dalla consegna del materiale e delle fatture relative. Faccio notare che quando ho iniziato a collaborare io, Magic affermava di pagare a 2 mesi le fatture, pochi mesi dopo si passò a 5 mesi (ben specificando però che le precedenti venivano pagate secondo i vecchi accordi). Credo di essere stato pagato più o meno nei tempi previsti solo la prima volta. Poi per il pagamento di una seconda fattura non so neanche io quanti mesi ho dovuto penare, almeno 4 forse di più... il tutto pur lavorando ogni mese almeno per i primi 7 mesi. Nel frattempo ho conosciuto tanti altri che lavoravano come traduttori per loro, tutte persone nella mia situazione e ci siamo spesso dati una mano cercando di capire da che parte tirasse il vento. Sì, perché, l'altra cosa davvero brutta è che Magic Press non ha mai dato alcuna spiegazione dei propri ritardi. Malgrado le moltissime pressioni, miei e dei miei colleghi, mai ci è stato detto il perché dei ritardi, mai ci è stato prospettato un percorso di rientro del credito, mai nulla. Quando 7-8 di noi siamo andati a parlare di persona con Pasquale Ruggiero a Lucca Comics & Games
Perché si è arrivati a questo, secondo te?
Sinceramente non ne ho idea. E non m'interessa neanche saperlo. Tra l'altro, come ho già detto, Magic Press non ha mai dato alcuna spiegazione, almeno a me. Sono affari miei fino a un certo punto, avranno problemi con il loro committente? Avranno problemi con i fornitori? i distributori? Non lo so. Questo non li giustifica a lasciare nel limbo i loro collaboratori esterni senza fornire spiegazioni per mesi o anni. Io non li giustifico di certo e ho avuto modo di dirlo a loro direttamente.
Pensi che sia un problema solo della Magic, o più diffuso di quanto i lettori possano pensare?
E' diffusissimo. Io ho lavorato per 4 anni per un editore che pagava costantemente in ritardo. Certo, non i ritardi accumulati dalla Magic, e non c'era neanche quel muro di gomma nella comunicazione con l'amministrazione, ma lo stesso non era una situazione semplice, anzi costantemente spiacevole. Ma questo non avviene solo nei fumetti, in tutte le aziende, direi. Per restare nell'ambito dei fumetti e dell'editoria in genere, quella dei traduttori è una figura professionale freelance, gli accordi lavorativi vengono presi in modi assolutamente informali via email o via telefono (il traduttore spesso non vive neanche nella città in cui risiede la casa editrice per cui lavora). Solo per lavori particolarmente lunghi come un romanzo arrivi a vedere un contratto. Questo velocizza molto le cose, ma non tutela affatto nessuna delle parti. Solo che l'editore è colui che alla fine deve uscire i soldi, e farlo nei tempi pattuiti è più una questione di galanteria dal momento che non vi è alcun accordo scritto legalmente valido. Sì, perché la legge non tutela assolutamente chi ha subito il torto, le cause sono lunghe e costose e spesso non vale la pena lanciarsi in annose dispute. Quando proprio si è al punto di non ritorno, meglio raggiungere accordi forfettari e chiuderla lì, piangendo con un occhio solo. Ecco perché queste cose ci mettono molto tempo a trapelare... di solito saltano fuori proprio quando si supera la proverbiale goccia. Io vedo un'ottima possibilità di miglioramento nel futuro perché fra un paio d'anni le aziende dovranno comunicare i lavori obbligatoriamente usando quanto meno la posta elettronica certificata (cosa che attualmente non è obbligatoria) e allora molti di questi giochini che l'attuale legge permette saranno subito smascherati. Ma fatta la legge magari si troverà immediatamente l'inganno... chissà! Se la vedranno governo, sindacati e aziende.
Cosa ti resta di tutta questa storia?
Un'occasione perduta. 2 anni difficilissimi, personalmente. Credevo molto in un salto di qualità che è stato invece un salto dalla rupe. Ma tutto è passato, come sempre prendo le cose con filosofia. Ho scritto un saggio sulla mia altra grande passione, i telefilm, lavoro per altri editori (le condizioni di partenza comunque sono le stesse e il mercato spinge al ribasso delle tariffe), e ho altri progetti. Sicuramente non crederò più a grandi promesse fatte senza una scrittura legalmente vincolante. E spero che questa sia la lezione utile a chi vuol fare questo mestiere. Lavorate per molti committenti, lasciate perdere tutte le promesse che vi fanno (per quanto allettanti) e badate alla sostanza di un accordo scritto e vincolante. Vorrei chiudere con un discorso generale che è anche un accorato appello. Vedo un grande pericolo per la figura del traduttore del fumetto in Italia. Non vedo editori grandi e medi che investono in questa figura, il curriculum non conta nulla o quasi, le tariffe sono ridicole, i tempi di consegna sempre più brevi, i tempi di pagamento sempre più lunghi. Non si investe sulla persona, l'editore non comprende che un buon traduttore vale più della grammatura della carta, perché è colui che parla al lettore e gli fa apprezzare o meno un'opera con il suo lavoro, non è affatto solo merito o demerito dell'autore originale della storia o del packing. A volte penso che non sarebbero pochi gli editori disposti a usare un programma di traduzione automatica dei testi al posto del traduttore, se solo ne esistesse uno valido. Certo, non si chiedono il perché tale programma non esiste. Una pessima traduzione fa perdere lettori. Tanti lettori. Un'ottima traduzione fa guadagnare tanti lettori, lettori fedeli. Siamo coloro che dà una voce italiana ai grandi scrittori del mondo e siamo trattati come l'ultima ruota del carro. Così si può andare solo a peggiorare e qualcuno dovrà stabilire un limite che non si deve oltrepassare mai. Il fumetto e i lettori lo meritano, ancor prima degli addetti ai lavori.
Intervista raccolta via e-mail il 18 marzo 2010.