Intervista ad Andrea Mazzotta, il nuovo direttore editoriale di NPE
di Alessandro Bottero
Il mondo del fumetto italiano è in fermento/subbuglio/travaglio. Case editrici nascono come funghetti dopo il temporale, e le facce, nei posti “dirigenziali”, mutano senza posa. A novembre 2009 una delle realtà più interessanti del mondo editoriale a fumetti, ossia la Nicola Pesce Editore, ha affidato il ruolo di Direttore Editoriale ad Andrea Mazzotta, amico e grande conoscitore del fumetto. L’amicizia non ci ha però impedito di essere spietati in questa intervista, che vi offriamo con un sottotitolo che è uno scherzo tra amici: “Il Glifo scatenato!”
A Lucca Comics 2009 la Nicola Pesce ha pubblicato un'opera molto interessante, il Don Chisciotte di Lino Landolfi. Ad oggi pare esserci un velo di silenzio sull'opera, da parte di critica e lettori. Mi sbaglio?
Parzialmente. Se inizialmente abbiamo avuto un ottima accoglienza sui vari siti e ottimi feedback in quel di Lucca, nel periodo immediatamente successivo, con mia grande sorpresa, il volume è caduto un po’ nel dimenticatoio. Imputo ciò, da una parte alla grande mole di novità presentata a Lucca che ha impegnato la critica italiana e dall’altra all’assenza di un nostro ufficio stampa rodato (Considera che la NPE a metà settembre del 2009 ha completamente rinnovato l’intero staff passando alla fase 2.0). Ora sembra che sia Landolfi, autore colpevolmente dimenticato per anni da tutto il panorama fumettistico, sia il suo Don Chisciotte siano di nuovo sotto il riflettore.In fondo, un autore che artisti del calibro di Lorenzo Mattotti o Igort considerano un punto di riferimento non può ulteriormente trascurato.Abbiamo ricominciato a muovere interesse intorno a questo autore, forse a volte i risultati non sono immediati, ma siamo certi che non mancano i motivi per parlarne.
La Nicola Pesce editore è una casa editrice con un catalogo ricco, ampio, e soprattutto mai banale. Però pochi ne parlano. Come mai, secondo te?

Il catalogo Nicola Pesce è come il Vesuvio. Un calderone di magma. Potente, vibrante ma forse eccessivamente caotico. Questo caos, secondo me, ha spaventato un pò il lettore. Ciò non gli ha permesso di sentirsi legato alla nostra produzione perché non si è riusciti a palesare l’anima della casa editrice. Ci sono state tante buone idee gestite in maniera confusionaria e non sfruttate a dovere. Uno dei primi intenti che ci siamo posti con la ristrutturazione è stato mettere ordine.Dare una linea e definire un percorso. Ampio, variegato, ma legato ad un progetto.Per questo abbiamo inaugurato due nuove collane (ed una terza è in arrivo): una dedicata al fumetto d’autore (che ha presentato il Don Chisciotte di Landolfi), una dedicata ai talenti emergenti (che ha presentato Ravioli Uèstern di Pierz).Inoltre abbiamo valorizzato collane preesistenti al restyling come “Sandokan” di Di Virgilio/Meneghin e voluto sperimentare con “Il Babau - paura del Buio?!” del gruppo “Collane di Ruggine”. Insomma un approccio complesso al complesso mondo del fumetto, ma comunque ragionato.
A Romics 2009 come Nicola Pesce Editore avete portato il primo numero della rivista dedicata al Cosplay. Oggi però il Cosplay sembra essere diventato il nemico da eliminare, per ridare serietà alle mostre del fumetto. Come si conciliano queste due cose?
Serve una precisazione. La NPE ha creato un sua etichetta dedicata esclusivamente ai mondi culturali paralleli al fumetto che si chiama Aaron Works. Sotto questa etichetta esce non solo Cosplay, ma anche Heavy Boone, personaggio legato al mondo del Heavy Metal.Questa etichetta è stata per noi fonte di grande soddisfazione ed in futuro presenterà nuovi progetti e scommesse, speriamo vincenti come quelle passate.La differenziazione, deve essere chiaro, non ha la funzione di separare i due mondi, ma di esaltare le caratteristiche di ognuno di essi. La rivista Cosplay ha un responsabile competente ed appassionato che è Stefano Romanini.Chiarito questo passaggio, ti devo confessare che secondo me il problema “cosplay” esiste.Attenzione però. Questo non significa che siano i cosplayers il problema.Il problema lo pone chi non prende atto della loro esistenza ma soprattutto chi non li organizza e gestisce quando sarebbe tenuto a farlo.Per me la Cultura è contaminazione, sperimentazione, innovazione, trasgressione. È tante cose. Ed è anche divertimento ed intrattenimento. A me i cosplayers divertono ed intrattengono, resterei ore a guardarli. Non sono solo ragazzi che creano vestiti assurdi o si truccano in modo strano per divertirsi, sono avatar viventi dell’ immaginario a fumetti. Sul fatto che poi sia il nemico dell’ appassionato di fumetti in fiera… Cavour diceva “libera Chiesa in libero Stato”. Per parafrasarlo noi possiamo direi “liberi cosplayers in libera fiera”. Basta trovare il modo giusto di far convivere i diversi interessi dei diversi tipi di utenti che ormai popolano i festival come Lucca Comics and Games, Napoli Comicon e Cartoomics a Milano. Vorrà dire che gli integralisti che non voglio coplayers nelle pupille e tra i piedi si riverseranno nella splendida fiera di Reggio Emilia organizzata dall’ ANAFI. Lì cosplayers non ne ho mai visti.Quindi, per rispondere alla tua domanda: il rispetto di tutti i punti di vista, anche quelli che non condividiamo, denota la serietà di una persona. Penso possa valere anche per una fiera del fumetto.
Cosa ne pensi della recente decisione del Napoli Comicon di scindere in due tronconi la manifestazione, dislocandoli in parti distanti della città?
Il mio giudizio è influenzato dall’enorme fiducia e stima che nutro nei confronti della direzione artistica e organizzativa del Napoli Comicon. Certamente è la prima volta che viene scissa in modo così definito l’ offerta culturale di un festival. Come detto, indicativamente sono per le contaminazioni ma preferisco aspettare di vedere come va per farmi un’ opinione più precisa.
Perché un lettore dovrebbe spendere i suoi euri, in un prodotto della Nicola Pesce?
Per sfondare i propri orizzonti narrativi. A partire da Lucca 2009 stiamo applicando una cura quasi maniacale nelle nostre scelte editoriali, al fine di proporre al lettore quegli shock narrativi e visivi che solo l’ arte sequenziale può produrre.Per fare ciò ci siamo impegnati nella creazione di una dimensione editoriale in cui si incontrino i grandi maestri del Fumetto ed i giovani talenti. Il panorama che vogliamooffrire mira ad essere il più ampio ed eterogeneo possibile, frutto della nostra passioneincondizionata per la letteratura disegnata. Tutto ciò senza tralasciare l’analisi costante di un mondo in continuo mutamento. Quello che io vorrei dare ad ogni lettore della NPE è quel brivido di appagamento e soddisfazione che percorre tutta la spina dorsale dell’ appassionato di fumetti quando legge una storia che lo galvanizza e lo coinvolge. E’ questo il nostro obbiettivo.
I lettori hanno il diritto di dire quello che vogliono, dopo aver acquistato un albo?
Certo. I lettori sono coloro che pagano, il consumatore finale. In quanto tali hanno il pieno diritto di esprimere la loro opinione e le loro critiche.Resta il problema del target tuttavia. Ogni prodotto mira ad un determinato tipo di lettore, che può appartenere ad una più o meno ampia categoria.Se il target che mi sono prefissato di raggiungere non è soddisfatto dal prodotto che gli offro, allora la sua critica ha una certa valenza. Se invece l’insoddisfazione giunge da un lettore che è diverso da quello a cui era rivolto il volume, allora la valenza è diversa. Mi suscita comunque una riflessione, ma mi preoccupa di meno.
Da anni, e prima di diventare direttore editoriale, predichi la teoria de "l'acquisto consapevole". Che significa?
Il lettore di fumetti molto spesso è come uno foglio di carta in mezzo al mare. Non riesce a darsi una direzione. Sviluppa una sorta di sindrome di Stoccolma con alcune case editrici o con alcun autori. Magari critica aspramente una politica editoriale oppure la qualità di alcune storie, eppure sicuro come l’alba e costante come il respiro, torna puntualmente in fumetteria a comprare la nuova uscita. Io ho sempre pensato che se vado in un ristorante e mi trattano male, la prossima volta non ci torno. Per l’editoria a fumetti, misteriosamente, non è così. Attenzione: tutti hanno diritto ad una seconda, terza e quarta opportunità. Ma da questo a rinunciare totalmente alla consapevolezza di essere il consumatore finale e quindi colui che manda avanti tutto il baraccone, ce ne passa! Il lettore è la vera forza portante di tutto il mercato. Va rispettato e in un certo senso anche guidato, attraverso proposte e sperimentazioni mirate. Certo, da parte sua ci vuole una mentalità aperta e una voglia di mettere in discussione i propri gusti. Altrimenti tutto il settore si cristallizza. Per fortuna in questo momento stiamo vivendo una grande dinamismo sotto l’ aspetto delle proposte editoriali, in tutto il settore. Vedremo nel tempo come reagirà il lettore.
Internet fa del bene o del male al fumetto? e più nello specifico alle persone che ruotano attorno al mondo dei fumetti?Le rende più capaci di giudizi critici motivati, o le riduce semplicemente a barbari che si riparano dietro uno schermo?
Fa. Che non è poco. In un mondo in cui il linguaggio si evolve quotidianamente e il fabbisogno di velocità e precisione chirurgica nella ricerca di informazioni è alto, internet è la via, la verità e la vita, almeno per il lettore.Se poi con “persone che ruotano intorno al mondo del fumetto” ti riferisci agli addetti ai lavori e alla critica, la mia opinione è che internet sia solo uno strumento, che riflette e amplifica le caratteristiche personali di chi lo adopera. I critici competenti e motivati resteranno critici competenti e motivati sia davanti ad uno schermo che ad una macchina da scrivere. I barbari restano barbari sia con una clava in mano che con un mouse.
A che fiere sarete presenti nel primo semestre 2010, e che novità porterete?
Saremo presenti a Fumetterni e Napoli Comicon. Nella cornice partenopea, tra le novità porteremo il secondo numero di Ravioli Uèstern con episodi parzialmente inediti; un nuovo cartonato di Landolfi, con il recupero di alcune storie INTROVABILI mai raccolte in volume; inaugureremo una nuova collana, dedicata alla sperimentazione di autori giovani ed innovativi; infine ci saranno un altro paio di volumi TOP SECRET che sorprenderanno tutti gli amanti del buon fumetto; e naturalmente, sotto l’ etichetta AARON WORKS il nuovo numero di Cosplay e tanto altro. Come vedi una proposta decisamente ricca.
Con la porchetta, birra o tavernello?
Il tavernello lo uso come diserbante, la porchetta è una scelta di vita che non ho fatto e la birra al nostro stand la monopolizza tutta Pierz. Preferisco un bel Amaro Del Capo.
Malgrado il crollo nell’ultima domanda (non si tratta così la porchetta…), salutiamo il Diretùr Mazzotta, e gli auguriamo di conquistare l’universo mondo con i fumetti della NPE (Oddio, NPE era anche la sigla della Nuova Politica Economica, pianificata da Lenin, speriamo che l’acrostico non porti male…!)