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Saguaro chiuderà: rispondendo a Bruno Enna
In merito all'articolo Chiusure vicine e lontane: Suore Ninja & Saguaro, in cui avevamo dato la notizia che la serie mensile Saguaro di Sergio Bonelli Editore chiude e presumibilmente con il numero 27, lo sceneggiatore e creatore della serie Bruno Enna ha dichiarato sul forum L'Ombra del Falco:
«Per quanto riguarda Saguaro, si naviga a vista, come al solito. Di certo, però, la serie NON chiuderà con il numero 27».
Risponde Alessandro Bottero.
Caro Enna, o numero 27, o numero 30 o numero 35, la notizia è che Saguaro è destinato a chiudere purtroppo, cosa che ci dispiace ma che si sapeva tra gli addetti ai lavori già da Lucca 2013. "Si naviga a vista", come lei stesso dice, è sintomo che le cose non vanno bene già da un po' e infatti secondo i numeri i nostro possesso parrebbe che Saguaro possa essere sceso sotto le 20.000 copie. Varie fonti ci hanno riferito in diverse occasioni, sia prima che dopo la fiera lucchese che Saguaro avrebbe chiuso attorno al numero 30. Se abbiamo annunciato il numero 27 come albo di chiusura è perchè ce lo riferisce una fonte assolutamente certa e molto accreditata presso Sergio Bonelli Editore a cui assicuriamo l'anonimato. Ma non è questo il punto. Infatti lei, caro Enna, non smentisce la chiusura, ma dice solo che non chiuderà al 27 come abbiamo annunciato. Noi abbiamo dato solo una notizia dopo averla verificata tra varie fonti. Buon lavoro e in bocca al lupo per il futuro (A.B.).
E ora un cortese appunto verso quei lettori che ancora insistono a esigere che si svelino le fonti.
Qualche giorno fa su Repubblica è apparsa uninchiesta che ha svelato come all'interno dell'ATAC (la municipalizzata dei trasporti) da anni esistesse una struttura che stornava soldi, destinandoli ad un finanziamento illecito dei partiti romani. Nel primo articolo della serie i giornalisti Daniele Autieri e Carlo Bonini scrivevano testualmente: «Che sembra un segreto di Pulcinella e che una fonte interna all'Azienda (di cui Repubblica conosce l'identità e a cui ha assicurato l'anonimato)».
Ora il punto è che nessuno dei lettori di Repubblica ha ROTTO I COGLIONI al giornale esigendo di conoscere nome e cognome della fonte. Se una fonte chiede lanonimato e il giornale gliela assicura, chi ha la fregola di saperne il nome è costretto a restare con la bava alla bocca. Capito?
È molto semplice.
E allora perché TUTTE LE VOLTE che Fumetto d'Autore dice di avere fonti riservate a cui assicura l'anonimato deve sempre arrivare qualcuno a ROMPERE I COGLIONI? Magari qualcuno che non è giornalista però pretende di darci lezioni di deontologia, arrivando al punto da denunciare Giorgio Messina all'Ordine dei Giornalisti del Lazio e Molise, inventandosi anche inesistenti discorsi circa reprimende mai avvenute? Faccio riferimento a un amministratore del Forum di Comicus che si vanta di cose mai accadute, e spaccia per vere notizie mai successe.
Conclusione: le fonti? Sappiamo chi sono, esistono, sono state verificate e QUESTO VI DEVE BASTARE come basta in qualsiasi altro giornale al mondo. Punto.
Ulteriori richieste perentorie di "rivelare le fonti" dimostreranno solo la malafede di chi le fa.