Intervista a cura di Giuliano Rocca*
Ha fatto da pontiere tra destra e sinistra con una storica collaborazione a Linus che ha fatto epoca. E se in Italia il fantasy è conosciuto e apprezzato, un merito non indifferente spetta a lui. Gianfranco De Turris è un giornalista e intellettuale che è difficile prendere per estremista o, addirittura, per razzista. Eppure, dopo le sue prefazioni ai libri di Gianluca Casseri, il killer di Firenze, stanno provando a trascinarlo nel fango.
Allora, De Turris, Gad Lerner sta istituendo un processo politico contro di lei sul suo blog. Ha scritto, intanto, che lei sarebbe entrato in Rai «in quota a Alleanza Nazionale e poi al Pdl»...
Gad Lerner si è informato male, oppure è stato male informato dai suoi amici di Articolo 21. La verità è che io sono entrato in Rai nel 1983 al Giornale Radio della mezzanotte durante un periodo di disoccupazione, dopo due anni di sostituzioni notturne. Questo non è certo buon gionalismo...
Nel 1983? Quindi ben 11 anni prima della nascita di An, che secondo Lerner l'avrebbe fatta assumere in Rai...
Esatto. Alleanza nazionale non esisteva. C'era il Msi, ma figuriamoci se all'epoca il Movimento sociale poteva avere influenza in Rai tanto da imporre "suoi" uomini, a parte il fatto che non ho mai avuto alcuna tessera in tasca...
Torniamo a Lerner. Che definisce Evola un «filosofo fascista del razzismo antisemita»...
Francamente non credo che valga la pena insistere ancora su questo punto, sarebbero parole al vento... Comunque, anche Pound e Céline sono stati definiti pressappoco così, eppure nessuno li ha epurati dalla cultura italiana. Evola sì, dimenticando tutto quel che ha scritto in altri domini.
D'accordo, allora andiamo al punto: lei era o non era un amico di Gianluca Casseri, il killer di Firenze?
Lo ero, e allora? Ho visto Casseri al massimo una decina di volte nella mia vita, nell'arco di vent'anni, la maggior parte delle volte nell'ambito di convegni sulla fantascienza. Lui era uno dei tantissimi appassionati, in Italia, di questo genere letterario...
Le ha mai dato l'impressione di essere un estremista o un cospirazionista?
Nessuna delle due cose, come del resto è stato per tutti gli altri che ha frequentato in queste occasioni. E poi, siamo seri, è stato valutato come sano di mente da parte di chi doveva esaminarlo per decidere se fosse in grado di detenere un'arma. Evidentemente non aveva dato segni apparenti di squilibrio.
Poi arrivano le sue prefazioni ai suoi libri...
Dopo questi incontri di persona, fra cui uno a Firenze in cui con il suo amico Enrico Rulli, mi ha parlato del romanzo che stavano scrivendo, mi è stato inviato il testo de "La chiave del caos" per cui ho scritto la postfazione. Un bellissimo romanzo fantastico-esoterico.
Eppure si è parlato di complottismo, di antisemitismo...
Macché. Certo, nel libro si parla di un complotto contro l'Impero di Rodolfo II, ma questo che c'entra? È un romanzo, non un programma politico. Uno dei protagonisti è addirittura il rabbino Loew, il creatore del Golem, presentato come uno assertore della tradizione esoterica ebraica, si figuri...
Questo romanzo Casseri non l'ha scritto da solo, peraltro...
No, il coautore, Enrico Rulli, lo conosco molto meglio di Casseri. È una bravissima persona e peraltro è dichiaratamente di sinistra.
Poi ci sono "I protocolli del savio di Alessandria"...
Si tratta di una critica all'ultimo romanzo di Umberto Eco. In questo caso io ho scritto la prefazione. È una colpa? Ho introdotto il libro di una persona universalmente nota come coltissima, che ha scritto un saggio in cui si dice chiaramente che "Protocolli" sono falsi. Secondo Casseri il libro si può leggere come un romanzo distopico. L'autore mette a confronto diversi brani dei "Protocolli" con testi di Toni Negri e altri autori contemporanei. Cosa tutto ciò abbia a che fare con la cosa terribile che Casseri ha fatto a Firenze non si sa davvero...
E lei nella sua prefazione cosa ha scritto?
Ho ribadito che i "Protocolli" sono un falso storico e ho seguito l'intuizione di Casseri relativa al genere distopico, citando una decina di classici del genere. Insomma, nulla di che preoccuarsi o addirittura di scandalizzarsi...
Insomma, nulla di preoccupante...
Il punto è che l'uccisione di quegli innocenti senegalesi viene sfruttata per una caccia alle streghe rispetto alle idee non conformi. Del resto ne vedremmo delle belle se l'intolleranza di chi cerca continuamente "contiguità" con l'estremismo fosse applicata a sinistra... I nomi da citare sono innumerevoli ed eclatanti, ma nessuno mi pare se ne preoccupi troppo, evidentemente questo non sollecita emozioni.
Nel mirino c'è anche CasaPound. Lei c'è stato, ha avuto sentore di razzimo?
Ci sono stato una volta e non ho visto nulla di tutto questo. Purtroppo è partita la caccia all'uomo, ormai. Devo dire che dopo la tragedia di Firenze mi aspettavo qualcosa del genere: la sinistra è specialista in questo, ma una reazione di questo tipo è fuori dalla mia comprensione, soprattutto da parte di esimi colleghi che evidentemente non sanno nulla di me, né hanno letto ciò che ho scritto in ormai cinquant'anni di attività... Le persone più serie a sinistra si dovrebbero render conto in che clima si corre il rischio di sprofondare questo paese.
*Intervista tratta da Il Secolo d'Italia del 20 dicembre 2011. L'articolo on line è reperibile QUI.