Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
Dal 2008 il Magazine della Nona Arte e dintorni - Vers. 3.0 - Direttore: Alessandro Bottero
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UNA VOCE PER TEX

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Disegno di Lorenzo Barruscotto, tributo a GALEP.

 

Questo è il link del "VIDEO DA ASCOLTARE" al centro dell'articolo:

https://www.youtube.com/watch?v=HyOowYeG5Zo

 

Hola, hermanos!

Già dal titolo di questo articolo avrete intuito che non si tratta della solita recensione (tranquilli, quelle non interrompono certo la loro corsa) ma che stavolta vi propongo una chiacchierata differente dalle altre.

Dovete sapere che da alcuni mesi, ben prima dell'estate, nei tetri meandri delle mia circonvoluzioni cerebrali, Carson direbbe “tra la segatura depositata dentro la mia zucca vuota”, si era fatta strada l'idea di ottenere “qualcosa di diverso”, qualcosa in più, partendo sempre dai miei sproloqui, vale a dire per l'appunto da una recensione.

Ma intendiamoci, non era un qualcosa che servisse banalmente per andare a nutrire il mio ego, il quale avrebbe comunque bisogno di una forte terapia a base di ricostituenti.

No, il mio intento principale era un altro.

Senza farla troppo lunga vi spiattello subito cosa mi era passato per la testa.

Una “semplice” domanda: perché chi ha difficoltà a vedere o non può proprio farlo deve restare fuori dalla porta del mondo del Fumetto?

Già, perché?

In effetti qualche tentativo in questa direzione in passato era stato compiuto ma non ricordo che poi si fosse sviluppato in un progetto duraturo. In ogni caso non pretendo di avere il dono dell'infallibilità, però ho un cranio particolarmente duro con al suo interno un mucchietto, piccolo eh, di materia grigia divenuta abbastanza cocciuta, temprata anche per via delle numerose tegole che mi sono piovute addosso nei miei 36 anni.

Quindi ho contattato alcune associazioni di ipo e non vedenti, in Piemonte, la mia regione, ma anche in Lombardia, Lazio ed un paio a livello nazionale, a cui sottoporre la mia proposta. E devo dire che alcune hanno risposto con entusiasmo all'idea. Giusto, ma quale idea?

Beh, ormai ci sarete arrivati da soli, specialmente se non avete resistito e siete subito andati a curiosare cliccando sul link presente sotto il disegno di Tex che impenna il cavallo, in cima a queste righe: una recensione di una storia di Tex scritta da me, letta da una voce famosa, un attore o un doppiatore che si prestasse all'opera.

Di per sè mica facile, partendo dal niente ed essendo un signor nessuno qualunque. Se in più ci aggiungete che non avevo la possibilità di spendere neanche un centesimo per via della situazione delle mie tasche, la faccenda si faceva ancora più ardua.

Armato di buone intenzioni e di un certo grado di faccia tosta, sebbene comunque, ormai mi conoscete, senza mai imporre né eccedere nel tono o nel continuare a battere sulla spalla di qualcuno a più riprese non volendo esagerare, ho provato a chiedere in giro, documentandomi su chi poteva essere la voce più adatta.

Va detto che io ho sempre avuto un po' il “pallino” o se preferite la mania di identificare le voci che doppiano quel tale personaggio, che si tratti di persone in carne ed ossa in un film o di cartoni animati.

Fin dalla più tenera età, parallelamente al West, sono stato appassionato di miti e leggende e pertanto è naturale che se mi chiedeste quale serie tv mi è rimasta nel cuore da ragazzo e non solo (intendo dire anche quando ero al liceo o all'università, i primi anni) io vi risponderei senza esitare “Xena, principessa guerriera”.

Nel corso degli anni ho avuto perfino modo di conoscere di persona le principali attrici che recitavano in quello show, anche se poi ognuna si è un po' persa nelle nebbie o per decisioni individuali o per scelte lavorative terribilmente sbagliate. In ogni caso per me, indipendentemente anche da storie personali e dall'accuratezza storica su chi si basavano le avventure narrate, era una pacchia guardare le puntate in cui un paio di “belle figliole” le davano di santa ragione ad energumeni di ogni risma.

Non sono impazzito, seguitemi e capirete dove voglio arrivare.

Forti di questa mia premessa potete perciò immaginare la mia sorpresa quando, tenendo presente il fatto che già avevo l'orecchio allenato a riconoscere certi timbri, per quanto non ne conoscessi i nomi a cui corrispondevano, ho scoperto che Olimpia, la bionda amica della protagonista, aveva la stessa voce di Paperina! Esattamente, la doppiatrice che impersonava la fidanzata di “zio Paperino” era la stessa che avevo ritrovato “al tempo degli dei dell'Olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una Terra in tumulto aspettando l'arrivo di un eroe.” (Ebbene sì, ricordo ancora a memoria la sigla, altro che poesie delle elementari…)

Per la cronaca se siete curiosi o se avete anche voi i nominativi sulla punta della lingua, Xena o meglio Lucy Lawless era doppiata da Alessandra Cassioli mentre Olimpia (Gabrielle in inglese) vale a dire Renee O'Connor parlava tramite la simpatica Laura Lenghi (perché simpatica? Risposta facile: ho avuto modo di scambiare qualche messaggio con la talentuosa attrice che si è rivelata tale nei confronti di uno sconosciuto, cioè il sottoscritto, il quale dopo essersi presentato ha in sostanza riportato lo stesso aneddoto che ho propinato a voi finora).

Ciò che ho detto finora serviva per inquadrare il discorso, ma adesso torniamo sulla pista, prima che inizino a svolazzare sedie o bottiglie.

 

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"Non farla troppo lunga, hombre... la mia birra sta diventando tiepida!"

Il Ranger portato sullo schermo da Giuliano Gemma nel film "Tex e il signore degli abissi" del 1985

in due ritratti ad opera di Lorenzo Barruscotto.

 

Come accennato prima, mi sono domandato “perchè a chi ha la sfortuna di non vedere dovrebbe essere precluso il mondo del Fumetto?”. In special modo se si tratta di ragazzi ma non è detto, dal momento che è una passione che annovera moltissimi affezionati anche in età adulta. Ho scritto, come dicevo, per proporre un concetto che speravo venisse considerato quanto meno non subito cestinabile.

Quest'anno si celebrano i 70 anni dalla nascita di Tex, ormai lo sanno anche le pietre, e, sperando di non apparire erroneamente soltanto un tizio pieno di sé, mi sono di conseguenza chiesto se fosse possibile far avverare il sogno di avere un brano letto da una voce famosa e ben conosciuta, magari realizzando un file audio da inviare a tali associazioni.

Quindi lo scopo era di cercare di unire i due mondi.

Ovviamente non pretendo di essere Shakespeare, ma dato che su "Osservatorio Tex" si parla di Western, ho messo sul piatto le carte che avevo e sarebbe bellissimo poter "fare la differenza" rendendomi utile nei confronti di, come dire, una "inedita e nuova categoria di possibili aficionados" con questo mio proposito, in futuro.

Grazie a siti specializzati sono risalito ai nomi specifici di chi “mi piaceva” di più tra coloro che avevo identificato nella mia “carriera” di cinefilo. Ed anche la mia fidanzata può confermare che ogni volta che abbiamo la possibilità di vedere un film insieme, fin dai primi tempi non riuscivo a non dire “ehi, quella è la voce di...” riferito ad un altro personaggio. Ho scritto "dai primi tempi" non perché adesso non lo faccio più temendo di diventare pesante, ma perché adesso lo fa anche lei! Devo essere contagioso.

Sono qui perciò per presentarvi il primo di spero una serie di risultati che ho ottenuto con questa mia sorta di pacifica caccia. Il file che potete ascoltare andando sulla pagina di Youtube al link posto all'inizio di questo articolo contiene il riadattamento al fine di renderla il più fluida e scorrevole possibile della prima storia che ho recensito per questa rubrica.

Si tratta dell'avventura comparsa sugli albi 680 e 681, “La pista dei Forrester” e “Tabla Sagrada”, disegnata dal grande Lucio Filippucci su testi dell'altrettanto grande Pasquale Ruju.

 

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 Le copertine dei due volumi comprendenti la storia,

con a destra un disegno di Lorenzo Barruscotto, tributo a FILIPPUCCI.

 

Ok, ok, voi giustamente direte, tutto molto bello ma alla fine chi diavolo è che legge?

Ve lo dico subito, senza troppi fronzoli: Angelo Maggi.

Immenso doppiatore ed attore che tra l'altro è impegnato lui stesso nel sociale in un ambito che non si discosta molto dalla mia idea e che anche per questo ha risposto con un fervore devo dire inaspettato a ciò che umilmente gli avevo accennato nel contattarlo.

Permettetemi di spiegarvi innanzitutto chi è il signor Maggi e di introdurvi nel “suo” fantastico universo, per lo meno fornendovi un riassunto a volo d'uccello di quello che è il suo lavoro, perché se dovessimo analizzarlo per filo e per segno staremmo qui almeno un paio di giorni.

E' stato, anzi è:

Tom Hanks in "Cast Away", "Prova a prendermi", "The Terminal", "La guerra di Charlie Wilson", "Cloud Atlas", "Saving Mr Banks", "Il ponte delle spie", "Sully" (per cui ha vinto il Premio Voci nell'ombra 2017 per la Miglior Voce Maschile nella sezione Cinema), "The Circle", "Ithaca", "The Post".

Bruce Willis in "Il sesto senso", "Unbreakable", "Bandits", "Slevin - Patto criminale", "Perfect Stranger", "Disastro a Hollywood", "Red", "Red 2", "Catch .44", "G.I. Joe - La vendetta", "Il giustiziere della notte".

Robert Downey Jr. in "Iron man", "L'incredibile Hulk", "Iron Man 2", "The Avengers", "Iron Man 3", "Avengers: Age of Ultron", "Captain America: Civil War", "Spider-Man: Homecoming", "Avengers: Infinity War", "Tropic Thunder", "Il solista".

Jackie Chan in "Rush Hour", Rush Hour 2 - Colpo Grosso al Drago Rosso", "Rush Hour - Missione Parigi", "Lo smoking", "Accidental Spy", "Missione Hong Kong".

Gary Oldman in "Il Cavaliere Oscuro", "Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno", "Il mai nato", "Lawless", "Robocop".

Hugh Grant in "Notting Hill", "Love Actually", "American Dreamz".

Rupert Everett in "Shakespeare in love", "Sai che c'è di nuovo?", "Sogno di una notte di mezza estate".

John Turturro in "Fratello, dove sei?", "Transformers", "Transformers - La vendetta del Caduto", "Transformers 3", "Transformers - L'ultimo Cavaliere", "Miracolo a Sant'Anna".

Colin Salmon in "007 - Il mondo non basta", "007 - Il domani non muore mai", "007 - La morte può attendere".

Robert Duvall in "Il Padrino", "Il Padrino: parte II" (ridoppiato per DVD nel 2007).

Kiefer Sutherland in "Young Guns II - La leggenda di Billy the Kid".

Tra i cartoni animati ha causato innumerevoli sorrisi e risate essendo colui che impersona ed ha impersonato ben conosciuti beniamini di grandi e piccini: ne "I Simpson" è la voce del Commissario Winchester, in "Kung Fu Panda", "Kung Fu Panda 2", "Kung Fu Panda 3" è la voce di Scimmia ed in "Hotel Transylvania 3 - Una vacanza mostruosa" (uscito molto recentemente) è la voce di Abraham Van Helsing. Ma non solo. Alzi la mano chi non si ricorda lo spassosissimo e tremendo centurione romano di "Asterix & Obelix", o Roberto in "Holly e Benji forever".

Nell'universo delle serie televisive ne cito una che per me si erge su tutte le altre, dal momento che il personaggio principale mi ha conquistato fin dalla sua prima apparizione e non potrei immaginare il rude agente federale Leroy Jethro Gibbs con un'altra voce: Angelo Maggi infatti non solo recita in quel ruolo ma a mio giudizio "diventa" Mark Harmon in "NCIS", parte per la quale ha vinto il Premio Voci 2009 per la Miglior Voce Maschile nella sezione TV.

 

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Due ritratti ad opera di Lorenzo Barruscotto:

a sinistra Tom Hanks, a destra Mark Harmon, nei panni dell'agente speciale Gibbs, in "NCIS".

 

 

Senza dimenticare, diciamo come menzioni onorevoli che vanno a chiudere questa lista, non meno importanti, il fatto che ha dato vita e suono al Dottor Cox in "Scrubs", a Ralph Fiennes in "The reader", a Marton Csokas che oltre ad aver militato tra gli attori di Xena (e come vedete tutto torna, anche perchè la voce del signor Maggi rispunta nel telefilm e nel suo "fratello" Hercules) ha recitato niente meno che ne "Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello".

Ma potrei andare avanti per ore: "CSI", "Doctor Who", "ER", "I Soprano", "Alias" (dove doppia Quentin Tarantino), "Taken", "24", "Deadwood", "Il trono di spade", "Supernatural", "The practice", "The black list" (negli ultimi due doppia James Spader)... sono solo alcune delle famose serie TV alle quali ha prestato la sua abilità.

E chissà quante e quali pellicole o quanti telefilm avranno ancora protagonisti a cui l'avvolgente espressività di un tale artista donerà spessore nonchè carisma.  

Tengo a chiarire che non ho fatto questo elenco, il quale credetemi riporta solamente i punti cardine della carriera di questo artista, in modo da vantarmi ma per rendere onore alla gentilezza e disponibilità di una vera celebrity nel panorama del doppiaggio italiano.

Ho avuto il privilegio di parlare al telefono con il signor Maggi e vi assicuro che fa un certo effetto sentire dall'altra parte Iron Man o il generale dei G.I. Joe (Bruce Willis per capirci) oppure ancora il commissario Gordon di Gotham City che ti si rivolge in modo colloquiale e gentile, per trasformarsi in un attimo nel panciuto capo della polizia di Springfield o diventare il duro agente speciale del “Servizio Investigativo della Marina” nel giro di una frazione di secondo.

E sono rimasto ulteriormente stupito quando ho scoperto durante la piacevolissima conversazione, in qualche modo in un certo senso superficialmente dato il mezzo di comunicazione ed il tempo limitato, la persona dietro la voce.

Una persona affabile, umile, dotata di una forte empatia, comprensiva, alla mano. Insomma, un tipo maledettamente simpatico con cui tra l'altro è venuto fuori che ho anche alcuni trascorsi in comune. Oltre a vicissitudini personali, quello che interessa in questa sede è l'interesse per l'obiettivo, vale a dire il magari strano ma spero con tutto il cuore non impossibile connubio tra il mondo delle nuvole parlate e quello di chi parla per davvero.

 

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La dedica personalizzata sull'albo da parte del suo realizzatore grafico 

ed un disegno di Lorenzo Barruscotto: "Gli occhi della Legge",

primo piano di Tex, tributo a FILIPPUCCI. 

 

 

Mentre state leggendo queste righe e, mi auguro, ascoltando il brano, ho già inviato numerose mail per riprendere i contatti con le varie associazioni di non vedenti ed ipovedenti a cui mi ero accostato per avere delucidazioni in merito all'utilità di questa mia iniziativa e potete contare sul fatto che vi terrò informati sugli sviluppi, così come conto che “Una voce per Tex” possa avere anche un secondo ed un terzo capitolo, magari, diventando un piccolo "spin off", una piccola ma grande appendice, al “normale lavoro” di recensione che siete abituati a trovare in questa Rubrica.

Ora accordatemi un rapidissimo momento auto-celebrativo o quanto meno "semi auto": pur non avendo mai neanche per un attimo dubitato della professionalità del Doppiatore, di cui come ho detto da anni apprezzo le capacità di caratterizzare i ruoli che ha ricoperto, non potete immaginare l'emozione che ho provato la prima volta che ho ascoltato il file del brano.

Sapevo… so come è strutturato, ne conosco a memoria praticamente ogni parola visto che l'ho "partorito" io ed in seguito sempre io l'ho rimaneggiato più volte al fine di renderlo del tutto adatto allo scopo, però vi assicuro che non solo la prima, ma ogni volta che lo riascolto, vengo colto da un fremito, da sensazioni che, a questo punto spero possiate confermare la stessa emozione, mi travolgono: grazie all'avvolgente e calda interpretazione, dopo pochissimi istanti siamo catapultati nel West, tra polvere e piombo, da assolate e desertiche praterie ad affollati saloons, dai canyons percorrendo i quali è bene tenere gli occhi aperti e la mano non troppo lontano dalle sputa-fuoco alla main street di una cittadina della Frontiera, da un tranquillo bivacco ad un forsennato galoppo con contorno di concerto di Colt o Winchester in sottofondo.

Quel fremito è un misto di soddisfazione per aver ottenuto questo risultato dopo parecchio tempo in cui ci speravo, di speranza affinché possa realmente servire all'intento che mi sono prefissato, di gratitudine nei confronti di un tale gigante che si è fermato a dare ascolto ai bisbigli di un tizio sconosciuto quale è il sottoscritto, anzi rintuzzando il fuoco del mio stesso slancio con il suo e poi, concedetemelo, anche di orgoglio: in fin dei conti quelle parole sono mie.

 

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A sinistra un ritratto di Angelo Maggi ad opera di Lorenzo Barruscotto,

a destra la locandina dello spettacolo "il Doppiattore". 

 

A volte “quello del Cinema” ci appare un mondo lontano, difficile da raggiungere anche e forse proprio perché se ci viene in mente un film andiamo direttamente a pensare all'attore che lo interpreta. Un esempio su tutti, se pensiamo a “Cast Away” per dirne uno a caso, la nostra mente “materializza” Tom Hanks.

Va bene, giustissimo.

Ma c'è un dettaglio, e lo dico con ironia poiché al contrario non equivale ad un dettaglio ma si tratta di una vera e propria chiave di volta senza la quale l'intera volta stessa crollerebbe, al quale non sempre rivolgiamo i nostri pensieri: Tom Hanks per mantenere lo stesso esempio, non parla in italiano e non ha quella particolare inflessione.

La sua voce, seguitando nell'accostamento, è un'altra, e nello specifico proprio di Angelo Maggi.

Ma questo vale per ogni altro attore straniero (e anche qualcuno di casa nostra). Però non bisogna considerare chi si occupa di doppiaggio come “semplicemente qualcuno che legge delle battute”.

Si tratta di attori ed a parer mio, e non solamente mio ma anche di critici che vantano ben maggiore fama ed esperienza di chi sta scribacchiando ora, la qualità dell'arte del doppiaggio italiano raggiunge vette molto elevate.

Perfino a detta di alcuni degli interpreti originali, il che è tutto dire.

Una sorta di finestra su questo mondo, di muro abbattuto tra il pubblico e il “dietro al microfono” è stata realizzata proprio ad opera di Angelo Maggi nel suo spettacolo “Il Doppiattore”, gioco di parole che non avrebbe bisogno di altre spiegazioni.

Immaginate di essere al buio. Per noi lettori/spettatori consiste solo in un artefatto, ci troviamo in una sala nella quale si sono spente momentaneamente le luci ma per qualcuno è la realtà quotidiana.

Mutuando una celebre frase presa in prestito da Rambo 2: “Quello che voi chiamate inferno, lui lo chiama casa”. Per chi non vede è così, sempre.

Però ad un tratto udite una voce che vi prende per mano e che vi guida in un percorso, in un sentiero nell'oscurità… Il solo pensarci fa un certo effetto, non trovate?

Ed è anche per questo motivo che vi invito ad ascoltare il brano magari chiudendo gli occhi per alcuni minuti in modo da farvi trasportare, da isolarvi dalla realtà che vi circonda, per trovarvi davvero lungo le polverose piste del Sud Ovest, anche se soltanto per un brevissimo istante, anche se soltanto con gli occhi della mente.

Senza dilungarmi troppo, voglio però sottolineare il fascino, il potere di tale "voce nel buio" ed aggiungo la locandina, inviatami dallo stesso “main character” che ne è il fulcro, dello spettacolo nel quale si passa da qualche “lezione di doppiaggo” a performance dal vivo, in cui si recita, si scherza con i presenti in sala e beh, ovviamente, si doppia.

Vengono riproposti stralci di film famosissimi o di altrettanto note serie rievocando scene e ricordi, insieme ad altri volti dietro le voci che siamo abituati a sentire, come potete desumere dal poster.

Si può avere modo di assistere a ciò che solitamente viene celato, vale a dire il recitare dietro al recitare, poichè non è possibile leggere un brano e rimandare le emozioni che si provano nel farlo senza restarne coinvolti, a maggior ragione se si deve trasformare nella nostra lingua una risata, un pianto, una frase sarcastica o ad effetto.

Pertanto non posso che ringraziare il signor Maggi per aver letteralmente dato voce all'idea.

Vi riscrivo qui, eccezionalmente, il link del video che si ascolta, sperando di aver stuzzicato il vostro palato di Texiani ed il vostro interesse, così non dovete tornare indietro a cercarlo.

Però, poi, già che avete avuto la pazienza di arrivare fin qui, non perdetevi il finale dell'articolo: https://www.youtube.com/watch?v=HyOowYeG5Zo .

 

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Due ritratti ad opera di Lorenzo Barruscotto: a sinistra Gian Luigi Bonelli, a destra il figlio Sergio Bonelli.

Senza di loro non saremmo qui e chissà cosa ne penserebbero, di "Una voce per Tex".

 

Il risultato, il primo di spero altri che eseguiranno, lo avete a disposizione come ho già sottolineato, cliccando il link che si trova prima di questa mia presentazione.

Infatti con l'occasione ho “fatto nascere” un canale di Youtube chiamato “Osservatorio Tex”, omonimo alla Rubrica per evitare confusioni.Per ora ci sono ancora solamente un paio di video ma contando sul fatto che questa sorta di costola del Trading Post si farà popolata grazie alla vostra curiosità ed alla passione che ci unisce, aggiungerò altro materiale non appena disponibile

Il tutto in ogni caso si incastona nell'ambito dei festeggiamenti per il "compleanno" del Ranger.

Un modo diverso dal solito, un modo unico, per celebrare 70 anni di vita di una Leggenda.

Aquila della Notte è l'amico che tutti vorremmo avere: quell'amico che non solo ci aiuta quando serve, ma ci aiuta ad essere migliori.

Quando leggiamo Tex sappiamo già per certo che in un modo o nell'altro il cattivo verrà punito e nella vita di oggi abbiamo bisogno di questo tipo di certezze. I buoni sono buoni ma umani ed umanamente comprensibili nei loro ideali e nelle loro scelte. Buoni sì, ma non stupidi nè ingenui.

Si può inoltre imparare molto sul West, quello crudo, duro e reale mescolato al sogno di carta o magari incuriosirsi su un determinato argomento.

Sotto mille punti di vista il Ranger dalla camicia gialla creato dalla coppia di immortali Bonelli - Galep coinvolge. Tex non si legge solamente. Tex si vive.

Non credo che sia solamente per appassionati del genere Western ma che se qualcuno anche il più scettico, lo sfogliasse, magari scegliendo una storia rappresentativa, forse non lo ammetterebbe mai, ma in cuor suo qualcosa gli rimarrebbe: una battuta, una scena d'azione, un trucco per cercare le tracce, una sola vignetta, una veduta della prateria.

Qualcosa.

Per un attimo, anche solo un attimo si sentirebbe audace, si sentirebbe libero.

Ed è proprio così che ci si sente alla fine dell'ascolto: quasi più forti, più vivi, per aver appoggiato da una parte il fardello contenente ogni problema almeno per alcuni minuti, e liberi...

Liberi di lasciar andare a briglia sciolta il cavallo della fantasia, sulla lunga pista dell'avventura.

 

 

 

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