Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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C’è del Ferro in questo fumetto. Intervista alla casa editrice Ferrogallico

ramelliDi Alessandro Bottero

Quando nasce una nuova casa editrice non si può che essere contenti. Significa che nonostante la crisi ci sono ancora  pazzi innamorati del fumetto. Ferrogallico è una casa editrice nata nel 2017, abbastanza snobbata da critica e pubblico (almeno quello che agita il mondo dei social) perché si macchia di un peccato  irredimibile: non soggiace alla narrazione dominante per cui il fumetto – se vuoi che ti prenda in considerazione – deve essere  A PRIORI connotato in un certo modo. Ferrogallico è un’outsider, e visto che io adoro gli outsider non potevo esimermi dal volere fortemente quest’intervista. Non so se i volumi di Ferrogallico vendano  tanto, poco, abbastanza,  per niente, o  altro. So solo che  trovo utile che una casa editrice come Ferrogallico esista, perché   è utile che – ad esempio – accanto agli scritti di Che Guevara ci siano quelli di Guenon. O la mente è aperta a 360#, o in realtà è chiusa.

Fumetto d’Autore: La prima domanda non può che essere questa: Chi ve lo ha fatto fare di pubblicare fumetti? Non c’erano mestieri più rispettabili come produttori di mine antiuomo, inquinatori del delta del Mekong, o Troll nei forum di discussione? 

Ferrogallico: Pubblichiamo fumetti perché, nonostante vi sia in circolazione già moltissima gente che fa la stessa cosa, sostanzialmente nessuno lo fa come noi. Non meglio o peggio, semplicemente nessuno lo fa nello stesso modo, raccontando storie invece ignorate in questo ambito artistico. 

FdA: Ferrogallico da l’impressione di essere una casa editrice molto connotata politicamente. Viene prima il fumetto e le sue storie o l’appartenenza politica?

Ferrogallico: Abbiamo una connotazione identitaria più che politica nel senso stretto del termine. Semplicemente, la nostra è una visione delle cose differente da quella predominante, globalizzante. Non raccontiamo solo storie “italiane” - abbiamo appena pubblicato, per esempio, la biografia per immagini di Massoud, comandante afgano, il leone del Panjshir - ma il punto di vista è sempre nazionale, identitario, di rispetto per differenze e peculiarità, antitetico al pensiero dominante dell'uomo unico globale. Non c'è appartenenza politica ma linea editoriale. Teniamo allo stesso identico modo a questa visione, al fumetto, e alle storie: curiamo i nostri albi per quello che sono, delle forme di espressione che fanno del disegno il loro tratto peculiare. Cerchiamo e selezioniamo autori e disegnatori, sviluppiamo idee grafiche, dedichiamo tempo e risorse alla creatività.

FdA: Come decidete cosa pubblicare, e perché lo pubblicate?

Ferrogallico: Abbiamo pensato tre collane iniziali (“Anni 70”, “BioGrafica”, “Europea”) e, in questo momento, la nostra attività editoriale è tesa a svilupparci e ad arricchirci lungo queste direttrici. La prima è quella sicuramente più d'impatto, più apparentemente caratterizzante e, da qui a un anno, presenterà tre titoli interamente pensati, sceneggiati e disegnati da Ferrogallico. Anni Settanta italiani, storie della parte trascurata della barricata (Sergio Ramelli, rogo di Primavalle, strage di Acca Larentia). La seconda, BioGrafica, include e includerà la vita di uomini - spesso piuttosto diversi tra loro - che hanno molto da raccontare e da insegnare. Abbiamo iniziato con Massoud (di Frederic Bihel, Maryse e Jean Francois Carles, già pubblicato in Francia da Casterman e pubblicato da Ferrogallico in un'edizione arricchita da uno scritto storico sull'Afghanistan) e proseguito con il reporter triestino Almerigo Grilz (ricordato, nell'albo, anche da uno scritto introduttivo di Toni Capuozzo e da uno conclusivo di grandi inviati di guerra come Fausto Biloslavo e Gian Micalessin). In Europea, collana storica dedicata, con accezione piuttosto ampia, all'Europa dei popoli, tra poche settimane pubblicheremo un bellissimo fumetto di Crissè dedicato alla mitica figura del barone Ungern von Stenberg: Ungern Khan, il dio della guerra.

FdA: Qual è il vostro rapporto con il mondo del fumetto italiano fino a questo momento? Vi hanno ignorati? Ostracizzati? Blanditi? Coccolati? Odiati?

Ferrogallico: Oggi Ferrogallico non è ignorato dal mondo del fumetto (seguiamo forum e umori vari della rete, teniamo d'occhio la situazione) ma ufficialmente è ben poco considerato. Tutto previsto. Siamo consapevoli di pregiudizi e chiusure mentali. Valgono un po' tutti i termini che hai usato – ovviamente tranne “coccolati” - con un'incidenza variabile. In libreria, comunque, i nostri albi stanno “funzionando”. Oltretutto siamo all'inizio. 

FdA: Pubblicando la biografia a fumetti di Ramelli, giovane di destra ucciso nei cosiddetti Anni di Piombo, riaprite la porta a un periodo storico che molti cercano di (far) dimenticare. Quanto è importante la memoria per voi?

Ferrogallico: In realtà vale un po' una delle risposte precedenti. Non ci importa quasi nulla della memoria. Per noi il discorso è più radicato, profondo: raccontiamo di esempi, di chi ha qualcosa da insegnare, occasioni di crescita.

FdA: Personalmente ritengo la legge Fiano una sciocchezza e l’ho detto senza problemi sulla mia pagina facebook. Voi che ne pensate?

Ferrogallico: Non ci interessa in alcun modo. Non riguarda Ferrogallico e quello che sta facendo - soprattutto considerato il modo in cui lo sta facendo (linea sulle sceneggiature, livello degli autori e disegnatori coinvolti, profilo degli autori dei contributi extra). Approfondire la risposta andrebbe oltre il rapporto - inesistente - tra Ferrogallico e la legge Fiano, sfociando in una considerazione prettamente personale e politica poco interessante.

FdA: Come vi definireste? Una casa editrice schierata? Combattiva? Ingenua? Volenterosa?

Ferrogallico: Ci siamo definiti “ostinati e contrari”, prendendo in prestito parole del grande De Andrè. Siamo testardi, ci ostiniamo ad andare contro il vento del desolante odierno pensiero unico, siamo meno prevedibili di quanto si possa immaginare. Siamo schierati per un solo fatto di visione del mondo, non per eventuale appartenenza politica partitica o, comunque, di parte.

FdA: Progetti futuri?

Ferrogallico: Il 2018 sarà un anno ricco di titoli. Partiamo però dalla fine di questo: l'Ungern Khan di Crissè, grande albo, in un'edizione da cento pagine con prologo ed epilogo davvero speciali (scritti storici inediti, non disegnati). Il resto arriverà, la programmazione editoriale è già stata definita per l'intero prossimo anno e diversi titoli sono già in fase di creazione. I disegnatori sono al lavoro.

 

 

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